Salis: presentata la candidatura, l'Europarlamento condanna l'Ungheria (ma FdI vota contro)
La replica di papà Roberto, mentre l'Europa condanna Budapest per il mancato rispetto dello Stato di diritto
La candidatura alle europee per Ilaria Salis innesca un botta e risposta a distanza tra Fidesz, il partito di Orban in Ungheria, dove la 39enne è detenuta, e il padre dell'italiana.
Salis candidata alle Europee, l'affondo dell'Ungheria
Pochi giorni fa l'annuncio:
“Alleanza Verdi e Sinistra in accordo con Roberto Salis ha deciso di candidare sua figlia Ilaria Salis, detenuta in Ungheria in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone, nelle proprie liste alle prossime elezioni europee”. questa la nota di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, dell’Alleanza Verdi e Sinistra.
A stretto giro la replica di Eniko Gyori, eurodeputata del partito di Viktor Orban e ambasciatrice in Italia dal 1999 al 2003:
"Se fosse eletta non sarebbe la prima criminale al Parlamento Ue".
A risponderle, poco dopo, è stato direttamente Roberto Salis: "Mia figlia è imputata, non è una criminale. La sua candidatura non deve essere un'aggravante. Mia figlia non si è candidata per scappare da un processo, ma perché ritiene di avere diritto ad un giusto processo". E per Roberto Salis non c'è nulla di equo in una detenzione da "carcere duro" iniziata nel settembre 2023, durante la quale "mia figlia può parlare 70 minuti alla settimana con tre numeri autorizzati dalle autorità", ha denunciato.
Per Salis il caso di sua figlia è simbolo delle "incongruenze in Ue" in tema di giustizia:
"Per un reato che, se confermato, riguarda lesioni guaribili in 5-8 giorni mia figlia rischia fino a 24 anni e in altri Paesi membri si viene rilasciati", ha spiegato il padre di Ilaria. Al suo fianco l'ex sindaco di Roma e candidato alle Europee con Avs, Ignazio Marino, ha chiosato: "Ilaria Salis, suo malgrado, è un simbolo della dignità dei detenuti".
Ungheria condannata, ma FdI si sfila
Lo scambio di 'cortesie' ha avuto luogo a Strasburgo, poco prima che in aula finisse una nuova risoluzione del Pe contro l'Ungheria e il mancato rispetto dello Stato di diritto da parte del governo. Nel testo non è citato il caso Ilaria Salis, ma si denunciano "le carenze del sistema giudiziario ungherese, i conflitti di interesse, le minacce alla libertà dei media ed ai diritti fondamentali in Ungheria".
La risoluzione è stata presentata e poi approvata con 399 voti a favore, 117 contrari e 28 astenuti, praticamente da tutti i gruppi ad eccezione dei Conservatori e Riformisti e di Identità e Democrazia, che hanno votato contro, incluse le delegazioni di Fratelli d'Italia e Lega.
Ennesima conferma, insomma, dei pessimi rapporti tra l'Eurocamera e Budapest dopo che nelle settimane scorse l'aula ha dato via libera al ricorso di Strasburgo alla Corte di Giustizia per l'erogazione, lo scorso dicembre, dei dieci miliardi di fondi comunitari da parte della Commissione.
Il nodo dello sbarramento
Ma in che scenario può sperare Ilaria Salis? Se eletta, il caso giudiziario potrebbe complicarsi ulteriormente. In teoria l'italiana avrebbe l'immunità, ma dovrebbe consegnare fisicamente all'Eurocamera l'atto di elezione.
"La sinistra strumentalizza questo caso per scopi politici e per attaccare Giorgia Meloni. Da noi politica e giustizia sono separate, apprezzo molto che il governo Meloni rispetti l'indipendenza della giustizia, non importa di quale Paese si parli", ha sottolineato ancora Gyori, inviando, neanche tanto implicitamente, un messaggio alla leader di FdI.
Il nodo dello sbarramento, per i piccoli partiti, potrebbe pesare e - benché capolista - stando agli attuali sondaggi, Ilaria Salis potrebbe non venire eletta, considerando che il seggio del Nord Ovest è quello più difficile al momento per Avs. Senza immunità, è altamente improbabile che Ilaria venga fatta uscire dal carcere visto e considerato che le sono stati pure negati i domiciliari in Ungheria poche settimane fa.
Bella persona una che va all'estero, aggredisce cittadini stranieri e poi si candida per uscire di galera.