In occasione della sua visita ufficiale in Lussemburgo, il Segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha lanciato un monito chiaro sulle crescenti capacità militari della Russia. Secondo l’ex premier olandese, alla guida dell’Alleanza Atlantica dall’ottobre 2024, Mosca sta rafforzando in modo significativo il proprio apparato bellico, e lo sta facendo non per scopi simbolici o cerimoniali, bensì per un impiego concreto e operativo.
Rutte: “Non è solo per le parate”
“Vediamo un enorme rafforzamento delle forze armate russe – ha dichiarato Rutte – e non avviene per le parate militari a Mosca. È lì per essere usato, in Ucraina o altrove”. Con queste parole, il Segretario generale ha voluto ribadire la preoccupazione crescente della NATO di fronte alle strategie del Cremlino, che continua a investire massicciamente nell’ammodernamento delle proprie forze.
Per Rutte, il rafforzamento dell’esercito russo non rappresenta soltanto un segnale di potenza, ma una minaccia concreta per la sicurezza europea e internazionale. Un messaggio che suona come un richiamo all’unità dei 32 Paesi membri dell’Alleanza e alla necessità di mantenere alta la vigilanza di fronte a possibili escalation.
Una leadership in un momento critico
Mark Rutte, politico di lungo corso e alla guida dei Paesi Bassi per 14 anni, ha assunto la carica di Segretario generale della NATO in un momento di particolare fragilità per gli equilibri globali. L’invasione russa dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, ha riacceso le tensioni Est-Ovest e riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Sotto la sua leadership, l’Alleanza si trova a dover rispondere a una Russia che non sembra intenzionata a fermare la propria espansione militare e a un contesto geopolitico in cui nuove alleanze minacciano di ridisegnare l’ordine mondiale.
Putin sfida l’Occidente
Mentre Rutte ammoniva sull’aumento delle capacità militari russe, Vladimir Putin ha riaffermato la propria centralità nello scenario internazionale. Ignorando i richiami di Donald Trump, che aveva posto come priorità la definizione di un accordo sull’Ucraina, il presidente russo ha preso parte al summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco), sottoscrivendo insieme a Xi Jinping e Narendra Modi un manifesto che invoca la costruzione di un “nuovo ordine mondiale”.
Un gesto che conferma l’intenzione di Mosca di collocarsi al centro di un’alleanza alternativa all’Occidente, fondata sul rafforzamento dei legami con Cina e India. Washington ha già espresso forte preoccupazione, definendo “problematica” la crescente vicinanza di Nuova Delhi con Mosca e Pechino.
L’asse Mosca-Pechino
Non sorprende, dunque, che Putin e Xi abbiano riaffermato la loro “partnership senza limiti”, siglata poco prima dell’invasione dell’Ucraina. Un’intesa che, negli ultimi tre anni, si è tradotta in un ampliamento significativo dei rapporti militari e commerciali, generando inquietudine tra gli alleati occidentali.

La Cina, pur non avendo mai condannato apertamente l’offensiva russa né chiesto il ritiro delle truppe, ha mantenuto una posizione ambigua: da un lato insiste sulla sua neutralità, chiedendo la fine del conflitto, dall’altro viene accusata da più parti di fornire sostegno indiretto a Mosca. Per Pechino, la responsabilità del prolungamento della guerra ricadrebbe sui Paesi occidentali, accusati di alimentare le ostilità armando Kiev.
La parata a Pechino con Kim Jong-un
A suggellare questa ritrovata sintonia, Putin e Xi hanno partecipato a Pechino a una parata militare per celebrare l’80° anniversario della resa del Giappone nella Seconda guerra mondiale. Al loro fianco, il leader nordcoreano Kim Jong-un, in una scena che ha simbolicamente rafforzato l’immagine di un fronte compatto contro l’Occidente.
Una sfida per la NATO
Il rafforzamento militare della Russia, il consolidamento dell’asse Mosca-Pechino e l’apertura dell’India a un ruolo sempre più vicino a questo blocco emergente pongono la NATO di fronte a una sfida complessa. Le parole di Rutte a Lussemburgo vanno lette in questa cornice: la necessità di prepararsi non solo a rispondere all’aggressione russa in Ucraina, ma anche a fronteggiare un nuovo equilibrio globale che rischia di indebolire la posizione dell’Occidente.