FASE 2 CESATE IL FUOCO

"Riviera" di Gaza: il segretario dell'Onu Guterrez contro la proposta di Trump

Anche l'ambasciatore israeliano all'Onu: "Per trasferire i palestinesi serve il loro consenso"

"Riviera" di Gaza: il segretario dell'Onu Guterrez contro la proposta di Trump
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Tiene banco la provocazione del presidente americano Donald Trump di trasferire i palestinesi fuori dalla striscia di Gaza e dar vita alla "riviera" del Medioriente. Un secco no arriva dal segretario Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres.

"Riviera" di Gaza sotto i riflettori

Al Palazzo di Vetro dell’ONU, mercoledì 5 febbraio 2025, si è tenuta la riunione del Committee on the Exercise of the Inalienable Rights of the Palestinian People: era la prima dell'anno e serviva a eleggere i nuovi membri di una Commissione che all’ONU proprio quest’anno compirà 50 anni di lavoro.

Il presidente Trump con Benjamin Netanyahu

Il “caso” ha voluto che l’incontro a New York avvenisse a meno di 24 ore dalle dichiarazioni “imperialiste” di Donald Trump sul futuro di Gaza pronunciate alla Casa Bianca ai giornalisti mentre aveva accanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu:

“Gli Stati Uniti prenderanno il controllo a lungo termine di Gaza e la trasformeranno nella Riviera del Medio Oriente” aveva detto martedì il presidente USA e i partecipanti della Commissione dell’ONU sugli “inalienabili diritti del popolo palestinese” hanno subito avuto l’occasione pubblica per replicare.

Israele seguirà la decisione degli Stati Uniti e si ritirerà dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu. Lo ha annunciato il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar parlando di discriminazione nei confronti di Israele.

Onu replica a Trump su Gaza

Il primo a farlo, con un discorso tenuto per inaugurare i lavori della CEIRPP, è stato il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres:

“Qualsiasi pace duratura richiederà progressi tangibili, irreversibili e permanenti verso la soluzione dei due Stati, la fine dell’occupazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con Gaza come parte integrante” ha detto Guterres, in cui ha anche messo in guardia dall’evitare qualsiasi forma di pulizia etnica. “Uno Stato palestinese sovrano che viva fianco a fianco con Israele in pace e sicurezza è l’unica soluzione sostenibile per la stabilità del Medio Oriente. Ora è il momento di essere chiarissimi sugli obiettivi futuri. Innanzitutto, dobbiamo continuare a premere per un cessate il fuoco permanente e il rilascio di tutti gli ostaggi senza indugio. Non possiamo tornare a più morte e distruzione – ha sottolineato il segretario generale Onu – In secondo luogo, nella ricerca di soluzioni, non dobbiamo peggiorare il problema. È fondamentale restare fedeli ai fondamenti del diritto internazionale, ed essenziale evitare qualsiasi forma di pulizia etnica. In terzo luogo, dobbiamo riaffermare la soluzione dei due Stati”.

"Pulizia etnica inaccettabile"

Alla fine della riunione, i rappresentanti appena eletti della Commissione sono apparsi davanti ai giornalisti e tra di loro c’era anche l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour.

La pulizia etnica è inaccettabile. Nell’accordo, in cui l’attuale amministrazione USA ha avuto un ruolo nella sua definizione— un accordo articolato in tre fasi —vi è una clausola che stabilisce esplicitamente la ricostruzione di Gaza e il ritorno delle persone nei luoghi in cui vivevano” ha detto Mansour che poi ha aggiunto: Questi sono i fatti, e siamo determinati a onorarli e rispettarli. Pertanto, questa è la politica che è stata annunciata e dichiarata. Qualsiasi altra proposta non potrà concretizzarsi. Chi esprime opinioni diverse può essere interpellato direttamente, ma per quanto riguarda noi, la comunità internazionale, guidata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, si attiene a ciò che stabilisce il diritto internazionale”.

Gli sfollati in cammino verso il Nord di Gaza

Mansour ha ricordato anche che questa è la posizione dei Paesi arabi e musulmani e anche la posizione di molte nazioni, comprese “quelle europee e di altri angoli del mondo. La pulizia etnica non sarà tollerata”.

“La Striscia di Gaza non è terra libera che chiunque può prendere. Appartiene al popolo palestinese. Le persone che vivono a Gaza sono i suoi legittimi abitanti. I tempi in cui la terra veniva presa con la forza sono finiti. Ogni pezzo di terra, in qualsiasi paese, appartiene alle persone che ci vivono”. Poi l’ambasciatore ha continuato: “Le persone che si trovavano nella parte meridionale di Gaza, quando le forze di occupazione israeliane hanno rimosso le barriere che separavano il nord e il sud, sono tornate a casa a piedi—400.000 persone in soli due giorni, camminando per due ore ogni giorno. Alcuni potrebbero non capire il significato e il valore di avere una patria e di amare la propria terra. Ma per noi, il popolo palestinese, è nel nostro DNA. Amiamo il nostro paese. Amiamo la nostra terra, che sia coperta da palazzi o da macerie”.

La posizione di Israele

L'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Dannon sostiene il piano di Trump per Gaza, ma ritiene che i palestinesi non dovrebbero essere costretti ad andarsene senza il loro "consenso". 

Siamo "tutti d'accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri Paesi a riceverle".

Sì da Gantz, capo opposizione israeliana. No del ministro delle Finanze Smotrich a mandarli in Giordania o Egitto.

Un'idea "notevole", la "prima buona idea" per risolvere il problema di Gaza finora sentita. Decisamente più netto, invece, il primo ministro israeliano Benjamin Netnayahu, in visita negli Usa, in un'intervista rilasciata a Fox News e riportata anche dal quotidiano The Times of Israel.

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