Putin sul riarmo europeo: "Non è una minaccia". E si dice pronto a incontrare Zelensky
Il Pd non invierà una delegazione alla manifestazione contro il riarmo di 5 Stelle e Avs
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Vladimir Putin non vede nel riarmo della NATO una minaccia per la Russia. In un incontro con le principali agenzie internazionali tenutosi a San Pietroburgo, il presidente russo ha dichiarato che "la Russia ha tutte le capacità difensive per affrontare" la crescente militarizzazione dell’Alleanza Atlantica e ha liquidato come “follia” le voci secondo cui Mosca si preparerebbe ad attaccare l’Europa orientale. “Coloro che lo dicono non ci credono nemmeno loro”, ha commentato, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Putin disponibile ad incontrare Zelensky
Il leader del Cremlino si è detto “pronto a riprendere i contatti” con i partner europei, accusandoli però di aver “interrotto” le relazioni nel momento in cui hanno scelto di “infliggere una sconfitta strategica” alla Russia. Ha inoltre sottolineato come la Germania, e l’Europa in generale, non siano considerati da Mosca interlocutori neutrali.
“Un mediatore dev’essere imparziale, e attualmente Berlino non lo è, come non lo sono molti altri Paesi europei che sostengono militarmente Kiev”.
Un’apertura, seppur condizionata, è arrivata anche nei confronti dell’Ucraina. Putin ha dichiarato di essere disponibile a incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, ma “solo nella fase finale” dei negoziati per porre fine al conflitto.
Vladimir Putin
Il punto critico, per il capo del Cremlino, resta la legittimità dello stesso Zelensky:
“Il suo mandato è scaduto e non ci sono state elezioni a causa della legge marziale. La domanda è: chi firmerà l’accordo di pace?”.
Nonostante ciò, Putin ha ribadito:
“Non ci interessa chi negozia. Se lo Stato ucraino si fida ancora di Zelensky, va bene. Ma la firma dovrà arrivare solo al termine di trattative vere e risolutive”.
Putin ha infine lanciato un monitoallaGermania sull'eventuale consegna all’Ucraina dei missili a lungo raggio Taurus.
“Causerebbe gravi danni alle relazioni bilaterali, anche se non influirebbe sul corso delle operazioni militari”, ha detto.
Crepe nel centrosinistra italiano sul riarmo
Nel frattempo, sul fronte politico interno italiano, il riarmo europeo è al centro di nuove tensioni tra le forze progressiste. Sabato 21 giugno si terrà a Roma una manifestazione promossa da oltre 430 realtà, tra sindacati, associazioni e movimenti, sotto lo slogan “Stop Rearm Europe. No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”. In testa al corteo ci saranno il Movimento 5 Stelle con GiuseppeConte e l’Alleanza Verdi e Sinistra, rappresentata da AngeloBonelli e NicolaFratoianni.
Non ci sarà invece una delegazione ufficiale del Partito Democratico. Dopo giorni di riflessione interna, la segretaria Elly Schlein ha scelto di non aderire formalmente all'iniziativa, anche se alcuni esponenti del partito – come Arturo Scotto e Marco Tarquinio – parteciperanno a titolo personale. "Il tema del riarmo va maneggiato con cura", spiegano fonti interne, sottolineando la spaccatura tra le anime più pacifiste e quelle riformiste del partito.
Elly Schlein, segretario nazionale del Pd
La frattura si è allargata anche a Bruxelles, dove il Parlamento Europeo ha approvato una relazione sull’attuazione del Pnrr che, nei suoi paragrafi più controversi, apre a una possibile destinazione dei fondi anche alla difesa. Il Pd ha votato contro quei passaggi, ma ha comunque approvato l’intero documento, motivando la scelta con la necessità di ottenere una proroga di 18 mesi per l’utilizzo dei fondi.
“È falso dire che abbiamo votato per finanziare la difesa con il Recovery Fund”, ha detto Nicola Zingaretti, “il nostro obiettivo è evitare il blocco degli investimenti pubblici”.
Giuseppe Conte
Durissima la reazione di GiuseppeConte: “Appoggiare questa follia è un tradimento. Noi abbiamo ottenuto quei 209 miliardi per sanità, scuola, lavoro. Di dirottarli verso le armi non se ne parla”.
La posizione è condivisa da Avs e da numerosi esponenti della Rete pace e disarmo.
Il tema riarmo, dunque, continua a dividere il campo progressista. Dopo l’unità mostrata nella piazza pro-Gaza del 7 giugno, l’appuntamento di sabato rischia di mettere in luce nuove crepe. E nel frattempo, l’Europa si avvicina al vertice NATO dell’Aia del 24-25 giugno, dove il tema delle spese militari tornerà al centro del dibattito internazionale.