Putin sfida il mondo e riconosce i separatisti ucraini. Kiev: "Non abbiamo paura"
Mentre l'Occidente lavorava per il dialogo, lo Zar chiude la porta. In arrivo sanzioni.
Con il riconoscimento ufficiale del Donbass, regione di Lugansk e Donetsk, le due repubbliche separatiste ucraine che chiedono l'indipendenza, di fatto, il presidente russo Vladimir Putin ha messo fine tentativo di diplomazia per scongiurare una guerra che potrebbe avere effetti devastanti sull'intero pianeta. In un lungo discorso alla nazione, in diretta tv, che ha ripercorso l'intera storia russa dalla rivoluzione del 1917, Putin ha spiegato che l'Ucraina rappresenta una parte integrale della storia e cultura russa:
"Non è solo un Paese confinante, sono parenti, persone con cui abbiamo legami di sangue. L'Ucraina è stata creata dalla Russia. Fu Lenin a chiamarla in questo modo, è stato il suo creatore e il suo architetto. Lenin aveva un interesse particolare anche per il Donbass".
Parole alle quali sono subito seguite dei fatti: Putin ha infatti firmato al Cremlino, davanti agli occhi delle telecamere, il decreto che sancisce il riconoscimento con i leader delle due entità del Donbass. Una firma che apre all'orizzonte di una guerra.
Putin sfida il mondo e riconosce i separatisti ucraini
Il discorso ufficiale alla nazione è giunto dopo l'ultimo fallimentare confronto diplomatico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron. Il presidente russo Vladimir Putin, con la firma sul decreto al Cremlino, ha di fatto riconosciuto l'indipendenza del Donbass, la regione di Lugansk e Donetsk, le due repubbliche separatiste ucraine, andando a violare gli accordi di pace presi a Minsk nel 2015 (soluzione pensata per fermare la guerra nelle regioni separatiste filorusse del Sudest).
Le parole di Putin, che hanno ripercorso l'intera storia russa dalla rivoluzione del 1917, hanno chiarito le sue intenzioni bellicose che, di fatto, mettono fine a qualsiasi tipo di diplomazia per scongiurare una guerra che potrebbe avere effetti devastanti sull'intero pianeta:
"Oggi mi rivolgo a voi direttamente per non solo valutare cosa sta succedendo, ma anche per informarvi sulle decisioni che si stanno prendendo, su possibili ulteriori passi su questo tema - esordisce Putin -. L'Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura. L'Ucraina è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Lenin aveva un interesse particolare anche per il Donbass, ma fu proprio un errore del leader bolscevico strappare i territori alla Russia per creare l'Ucraina. L'Ucraina ha sempre rifiutato di riconoscere i legami storici con la Russia, e non c'è da meravigliarsi quindi per l'ondata di nazismo e nazionalismo.
L'Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente dell'essere una vera nazione: ha sempre seguito modelli provenienti dall'estero che non trovavano riscontro nelle loro radici, nella loro storia. Non hanno fatto altro che assecondare i voleri dell'Occidente. Gli ucraini sono dominati da oligarchi interessati alle loro aziende e a dividere l'Ucraina dalla Russia e non ai bisogni dei cittadini. Il crollo dell'economia ucraina è evidente, ed è colpa del governo che ha permesso questo sistema, autorizzando gli oligarchi a rubare. La stabilità in Ucraina non è mai stata sperimentata, gli oligarchi hanno sfruttato il malcontento del popolo portandolo a un colpo di stato. Così il governo di Kiev non può fare nulla per contraddire la chiara volontà dei cittadini in Crimea: la missione è stata una scelta di questa parte dell'Ucraina".
Riferendosi poi a tutte le forze pronte a sostenere l'Ucraina, in particolare gli Stati Uniti d'America, Putin ha dichiarato:
"Se l'Ucraina dovesse entrare in possesso di armi di distruzione di massa, la situazione del mondo cambierebbe in modo drammatico. Tutti quelli che in Occidente vogliono manipolare l'Ucraina potrebbero aiutarla a dotarsi di queste armi. Le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno 10 sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente. Gli Stati Uniti non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva. Siamo noi l'obiettivo dei missili".
Al termine del suo discorso alla nazione, come riferisce Interfax, Putin ha ordinato al ministero della Difesa di dispiegare forze armate "per assicurare la pace".
Kiev: "Non abbiamo paura"
Alla luce del discorso di Putin alla nazione, non si è fatta attendere la risposta del governo ucraino e del suo presidente Volodimyr Zelensky:
"Non abbiamo paura della Russia, i nostri confini rimarranno uguali. Con il riconoscimento dei ribelli del Donbass, Mosca ha violato la sovranità del nostro Paese".
Kiev, ora, si attende un chiaro sostegno da parte dell'Occidente contro il Cremlino, il quale risponderà delle sue azioni. Zelensky ha infine precisato che l'Ucraina seguirà solo il percorso diplomatico ed eviterà un'ulteriore escalation. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno deciso di trasferire tutto il personale dell'ambasciata fuori dall'Ucraina, in vista di una possibile invasione russa. Il segretario di Stato, Antony Blinken, ha raccomandato agli americani in Ucraina di partire immediatamente:
"La situazione di sicurezza nel Paese continua a essere imprevedibile e potrebbe deteriorare con un preavviso minimo".