L'ennesimo ultimatum della Casa Bianca non sembra aver scosso il Cremlino
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Dieci giorni per il cessate il fuoco o scatteranno nuove sanzioni. Il presidente degli Usa Donald Trump ha lanciato il suo ultimatum secco, ma l'amico (a questo punto ex amico) Vladimir Putin non ha risposto.
Non lo teme neanche un po' e mentre a Mosca si festeggia la Cultura Vietnamita, i media russi scrivono che lo zar vincerà e l'Ucraina sarà per l'America una debacle un po' come il Vietnam.
Putin ignora l'ultimatum degli Usa
Al leader del Cremlino non fanno paura le minacce di Trump. Nessuna reazione ufficiale è arrivata, se non un laconico: "Abbiamo preso nota” (che ricorda un po' il "Mo' me lo segno" di Massimo Troisi in "Non ci resta che piangere").
Ma Putin direttamente non ha speso neanche una parola.
Vladimir Putin
Ha ignorato l’ultimatum ed evitato qualsiasi dichiarazione e ora sta brindando. Sì perché dal 25 luglio, fino ai primi di agosto, è in corso nella piazza Manežnaja di Mosca il Festival della Cultura Vietnamita per celebrare i 75 anni delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
“L’Ucraina sarà il Vietnam di Trump”
Ed è giocando per associazione che i media russi - molto vicini al Cremlino - lanciano un messaggio chiaro, un avvertimento all'America.
“L’Ucraina sarà il Vietnam di Trump”, sostengono alcuni giornali, convinti di una schiacciante vittoria russa a Kiev e quindi di una sconfitta per chi sostiene gli ucraini.
Dazi americani su Mosca tra dieci giorni
Il sottotesto è evidente: Putin non ha paura delle pressioni occidentali e vuole dimostrare che saranno gli Usa a rimanere invischiati in un conflitto che poi vincerà la Russia.
Poche ore dopo l’ultimatum, constatando che il Cremlino non aveva fornito alcuna reazione concreta, Trump ha parlato ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, nel volo che dalla Scozia lo riportava a Washington.
“È una vergogna. Lui vuole ovviamente, probabilmente, continuare la guerra. Ma noi metteremo i dazi”.
Donald Trump
Non è la prima volta che Trump cerca di imporsi con una scadenza rigida. Ma il tono è cambiato. L’ultimatum originario parlava di un margine di 12 giorni, adesso ridotto a 10. Segno che la pazienza sta finendo.