Proposta shock: per ridurre l'inquinamento abbattere una mucca su tre
Il piano prevede risarcimenti da 25 milioni di euro per gli allevatori, che però protestano.
Troppe mucche, uguale troppo letame. E troppo inquinamento. E' la situazione dell'Olanda per che ovviare al problema propone una soluzione shock: abbattere un terzo degli allevamenti di mucche per salvare l'ambiente.
Olanda shock: per ridurre l'inquinamento vanno abbattute le mucche
Abbattere le mucche (ma anche maiali e galline) per salvare l'ambiente: detta così sembra un controsenso assoluto. Eppure è quello che vuole fare il Governo olandese, in questi giorni oggetto di violente critiche e proteste da parte degli allevatori.
A scatenare il putiferio è il "Memorandum per le aree rurali" e l'obiettivo di dimezzare l’inquinamento da azoto e ammoniaca entro il 2030:
“La produzione di azoto e ammoniaca, oltre ad altri parametri, dovrà essere ridotta dal -12% al -70% secondo la zona, e le più colpite sono proprio quelle agricole”.
Letame, azoto e ammoniaca
Ma cosa c'entrano azoto e ammoniaca con le mucche? E' presto detto: l'Olanda è il Paese europeo con la più elevata densità di bestiame, fattore che già in passato aveva creato problemi di sovraccarico di letame, che mescolato con l'urina rilascia ammoniaca e inquina l'ambiente. Da qui la necessità di ridurre le emissioni.
La proposta
E così il Governo ha messo in piedi un piano da 25 milioni di euro per ridurre di un terzo i 100 milioni di capi presenti sul territorio, prevedendo dei risarcimenti per gli allevatori.
Un'alternativa è spingerli alla conversione ad allevamenti estensivi, con meno capi su superfici più vaste.
Opzioni che al momento non convincono gli allevatori, che vedono fortemente minacciato il loro futuro. Su 17.600 aziende agricole del territorio, si calcola che circa 11.000 rischiano la chiusura. Il che creerebbe un danno pesantissimo all'economia dell'intero Paese.
Il precedente: la tassa... sui rutti
Quella olandese, però, non è l'unica bizzarria sul tema. Per contenere il più possibile le esalazioni di metano, il governo della Nuova Zelanda ha recentemente proposto una tassa sui rutti di bovini e ovini.
Dati alla mano in Nuova Zelanda ci sono circa 5 milioni di persone, ma bensì 10 milioni di bovini e 26 milioni di pecore. Quasi la metà delle emissioni dello Stato, quindi, deriva dall'agricoltura.
Concretamente, la proposta del governo neozelandese prevede che, a partire dal 2025, a pagare le tasse sui rutti degli animali saranno gli agricoltori. Il piano, tuttavia, considera anche tutta una serie di incentivi per coloro che raggiungeranno l'obiettivo di ridurre le emissioni di metano attraverso additivi per mangimi, mentre piantare alberi nelle fattorie potrebbe essere utilizzato per compensare le esalazioni.