NEL CAOS

Polveriera Libia: spari sui manifestanti davanti alla casa del premier Abdelghani

Le proteste hanno coinvolto diverse centinaia di giovani e sono esplose dopo due notti consecutive di violenti scontri tra milizie rivali

Polveriera Libia: spari sui manifestanti davanti alla casa del premier Abdelghani
Pubblicato:

La Libia ripiomba nel caos. Nella capitale Tripoli, nonostante l’annuncio di un cessate il fuoco, le forze di sicurezza fedeli al Governo di Unità Nazionale (GUN) hanno aperto il fuoco sui manifestanti che chiedevano le dimissioni del premier Abdelhamid Dbeibah. I giovani scesi in piazza protestavano anche contro l’occupazione della sede dell'ex Apparato di supporto alla stabilità da parte della Brigata 444, in seguito all’uccisione del suo leader, Abdelghani al-Kikli.

Scontri violenti: almeno 6 morti

Secondo fonti locali e media, le proteste hanno coinvolto diverse centinaia di giovani e sono esplose dopo due notti consecutive di violenti scontri tra milizie rivali nei quartieri centrali e residenziali della città. Gli scontri hanno causato almeno sei morti – tra cui cinque miliziani e un civile egiziano – e oltre 70 feriti. Il quartier generale dell’ex Apparato di supporto alla stabilità, controllato da al-Kikli, è stato preso dalla Brigata 444, milizia ritenuta responsabile del suo assassinio, secondo quanto riferito da fonti vicine al conflitto.

Il Ministero della Difesa del governo di Tripoli aveva annunciato un cessate il fuoco per “proteggere i civili, tutelare le istituzioni dello Stato ed evitare un’ulteriore escalation”. Tuttavia, le violenze non si sono fermate. L’ONU, tramite la missione UNSMIL, aveva espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation di violenza nei quartieri densamente popolati, chiedendo un cessate il fuoco immediato e senza condizioni e sollecitando le parti a intraprendere un dialogo serio.

Tajani: "Operazioni di rientro degli italiani"

L’ambasciata italiana a Tripoli, pur non coinvolta direttamente negli scontri, ha avviato le operazioni per il rientro dei connazionali. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che “entro giovedì sera tutti coloro che intendono rientrare in Italia lo faranno, tramite l’aeroporto di Misurata, poiché quello di Tripoli resta chiuso”. Tajani ha sottolineato che al momento non ci sono gravi pericoli per i cittadini italiani, ma è stata raccomandata la massima prudenza.

Gli eventi delle ultime ore confermano la profonda instabilità della Libia, frammentata da rivalità tra milizie e un governo centrale incapace di esercitare pieno controllo sul territorio. Il fragile cessate il fuoco rischia di crollare definitivamente, mentre la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto di una crisi che sembra lontana da una soluzione.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali