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Pikachu tra i manifestanti in fuga dalla polizia turca, l'incredibile foto che ha fatto il giro del mondo

Il Pokemon più famoso è diventato un simbolo di speranza nel terribile contesto delle proteste contro il regime di Erdoğan in Turchia

Pikachu tra i manifestanti in fuga dalla polizia turca, l'incredibile foto che ha fatto il giro del mondo
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Spopola dai giorni sui social media di tutto il mondo una scena che ha dell’incredibile. Sembrerebbe generata dall’intelligenza artificiale, ma invece è tutto vero. Pikachu, il celebre Pokémon giallo, in fuga dalla polizia turca.

Un’immagine surreale che diventa il simbolo della protesta contro il regime di Erdoğan in Turchia e della speranza in un contesto di crescente tensione.

Pikachu tra i manifestanti in fuga dalla polizia turca, l'incredibile foto che ha fatto il giro del mondo
Pikachu tra i manifestanti

Pikachu tra i manifestanti in fuga dalla polizia

L’episodio si è verificato durante le manifestazioni contro l’arresto di Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul e principale sfidante di Erdoğan nelle prossime elezioni nel 2028.

I manifestanti si sono riversati per le strade di Antalya, ma tra loro si è fatto notare un personaggio inaspettato. Uno dei partecipanti alla protesta si è mascherato da Pikachu.

Inseguito dalla polizia, ha corso a tutta velocità nonostante il suo costume ingombrante. La scena è stata ripresa e ha fatto il giro dei social. Tra commenti e meme c'è chi paragona lo scatto al celebre quadro rivoluzionario di Delacroix "La libertà che guida i popoli". Nelle nuova versione, è Pikachu a guidare il popolo turco.

La terribile repressione in Turchia

La protesta che ha visto la partecipazione dell'amato personaggio si inserisce in un contesto di crescente repressione politica. L’arresto di Ekrem İmamoğlu, avvenuto domenica scorsa, è stato il detonatore che ha fatto esplodere il malcontento.

İmamoğlu, accusato di favoreggiamento al terrorismo, è stato arrestato proprio dopo essere stato ufficialmente incoronato come sfidante di Erdoğan alle elezioni presidenziali del 2028.

Un gesto che non ha solo scatenato le proteste, ma ha anche messo in evidenza il carattere sempre più autoritario del regime di Erdoğan. Un regime che sta comprimendo le libertà fondamentali dei cittadini e dei media.

Arrestate 1900 persone in pochi giorni

Nel frattempo, le forze di polizia hanno intensificato le operazioni di arresto. Il bilancio delle ultime giornate parla di 1.879 persone arrestate, con circa 662 in stato di fermo, mentre 260 sono già state sottoposte a detenzione preventiva.

Una vera e propria morsa sulla libertà di espressione e sulla democrazia che rischia di acuirsi ulteriormente nei prossimi giorni. Ma la repressione non riguarda solo i manifestanti.

Anche la stampa sta vivendo un periodo di forte pressione. Il giornalista della BBC Mark Lowen, corrispondente da Istanbul, è stato espulso dal paese con l’accusa di minaccia all’ordine pubblico.

İmamoğlu dal carcere: "Ci aspetta la democrazia"

Dopo essere stato prelevato dal suo hotel e trattenuto per 17 ore, Lowen è stato costretto a lasciare la Turchia. Un altro colpo alla libertà di stampa in un paese che ormai sembra avviato verso una deriva autoritaria.

Nel suo messaggio dal carcere, Ekrem İmamoğlu ha riaffermato la sua determinazione a lottare per la democrazia e la giustizia in Turchia.

Il mio viaggio verso la presidenza sarà lungo, difficile e pieno di ostacoli. Ma alla fine ci aspetta la democrazia, il diritto, la giustizia e la prosperità”, ha scritto.

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