isteria collettiva

Perché l'Inghilterra è senza benzina: a rischio anche il cenone di Natale

Boris Johnson schiera l'esercito per risolvere una situazione che si fa più complicata ora dopo ora.

Perché l'Inghilterra è senza benzina: a rischio anche il cenone di Natale
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Gli inglesi restano... a piedi. O meglio, rischiano seriamente di farlo, dato che uno degli effetti negativi della Brexit si sta materializzando proprio in questi giorni con la crisi del carburante che sta paralizzando il Paese. Oltre al carburante, peraltro, mancano anche gli approvvigionamenti nei supermercati, mentre montano le proteste e l'isteria collettiva.

Ma perché? A mancare non è la benzina, ma i camionisti che la portano ogni giorno ai distributori, diminuiti un po' a causa del Covid, un po' per la Brexit (basti pensare che 25mila autisti sono partiti nel 2020 e non sono tornati a causa delle diverse norme di ingresso). L'effetto-isteria ha fatto il resto: la paura ha innescato la corsa alle pompe e il carburante è finito ancor prima del previsto. E ora si cerca di tamponare accelerando i test per svincolare 40mila nuovi autisti (che devono avere una patente speciale per trasportare carichi pericolosi), ma probabilmente ci vorrà da qui alla prossima primavera.

Effetto Brexit, isteria collettiva in Gran Bretagna


"Sorry, no fuel". Così, con le braccia allargate, i benzinai di Londra rispondono agli automobilisti in coda. Trovare carburante è praticamente impossibile. E l'emergenza "smaschera" una delle città in cui la mobilità sostenibile (mezzi pubblici e biciclette) è più sviluppata, ma dove è comunque necessaria l'auto e - più in generale - il trasporto su gomma.

Nel fine settimana, infatti, molti distributori sono rimasti senza carburante e la situazione rischia di diventare ancora più esplosiva. C’è chi non regge allo stress e perde le staffe. Già nei giorni scorsi la tensione è esplosa a  Chichester, dove tra automobilisti in fila è scoppiata una rissa, o in un quartiere nel Nord della capitale, dove per il nervosismo due uomini si sono presi a pugni.

Ma non è solo un problema di benzina

Per molti non poter rifornire di carburante l'auto vuol dire non poter raggiungere il posto di lavoro, non accompagnare i figli a scuola o "abbandonare" i parenti anziani. Ma la questione è molto più ampia.

Perché il fatto che il 90% dei benzinai non abbia carburante sta creando una crisi di approvvigionamenti che sta mettendo in difficoltà enormi supermercati e negozi. Come già avevano evidenziato le associazioni dei trasportatori in passato, all'appello mancano circa centomila camionisti. 

Scaffali vuoti nei supermercati

Nel frattempo in tanti supermercati mancano la pasta, i pomodori in scatola e altri generi alimentari. Ma non solo: scarseggiano giocattoli e tacchini, i prodotti più richiesti per Natale, i cui approvvigionamenti iniziano con un certo anticipo, e in Gb già pensano a festività che lasceranno molti con l'amaro in bocca.

Visti temporanei per l'estero

Boris Johnson, messo spalle al muro dalla situazione, è pronto ad aprire le frontiere. L'Esecutivo ha annunciato che entro pochi giorni predisporrà un visto veloce per circa cinquemila camionisti stranieri. Ma per risolvere la "crisi dei tacchini", sono pronti anche altri 5.500 visti temporanei per il settore dell'agricoltura e dell'allevamento.

In campo l'esercito

Il premier poi prepara l'intervento dell'esercito. Le forze armate possono schierare circa duemila camionisti: un palliativo che potrà dare un po' di respiro, ma che non sarà sufficiente a fronteggiare completamente la situazione di emergenza. Perché le catene di supermercati hanno già dichiarato che per risolvere i problemi avrebbero bisogno di 15mila autotrasportatori in più.

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