UN CONFLITTO SNERVANTE

Partita a scacchi in Europa su Eurobond e difesa comune, intanto però Zelensky bacchetta l'Ue: "Umilianti i suoi aiuti"

Il presidente del Consiglio europeo evoca lo spettro della terza guerra mondiale, ma gli Stati Membri cercano soluzioni

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Guardando le foto e i video di ieri a Bruxelles da ridere ci sarebbe ben poco.

E in effetti, in realtà il clima che si respira in queste ultime ore è di forte preoccupazione. Perché dal Consiglio Europeo di ieri, giovedì 21 marzo, è emerso che l'Europa si prepara all'ipotesi guerra.

Uno scenario estremo che evidentemente gli Stati Membri sono al lavoro per scongiurare, ma senza al momento una soluzione concreta almeno nel breve periodo.

Lo spettro della terza guerra mondiale

Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel

A evocarlo è stato il il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel che ha parlato apertamente di "maggiore minaccia alla sicurezza dalla Seconda guerra mondiale" e ha aggiunto:

"È urgente prendere passi radicali e concreti per essere pronti a difenderci e mettere l’economia Ue su una base di guerra".

Ma l’Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrel ha cercato di riportare un po' di sereno:

"Non bisogna impaurire inutilmente la gente, non c'è una guerra imminente all'orizzonte".

L'Ue e gli aiuti a Kiev: "collette" e armi dalle sanzioni

Sul tavolo gli argomenti di rilievo sono tanti. In primis, la speranza non ancora sopita di una tregua, di un dialogo.

In questo senso, il recente invito di Putin (fresco tra polemiche e sospetti della riconferma alla presidenza russa) al Papa per un viaggio a Mosca potrebbe avere esiti inaspettati.

Almeno questa è la speranza di molti, se mai Bergoglio deciderà davvero di andare al Cremlino.

Di certo, però, gli aiuti a Kiev e la "difesa comune" dell'Ue restano i temi più attuali e stringenti.

La Germania ha assicurato che il sostegno all'Ucraina "non ha una scadenza" e ha invitato Putin a rivedere i suoi piani, mentre nell'immediato la Repubblica Ceca ha organizzato una sorta di "mega colletta" per comprare munizioni: ne sono state "recuperate" 800mila.

Riguardo questa partita, nelle riunioni dei vertici Ue tiene banco la questione dell’utilizzo delle risorse dei beni russi congelati.

Secondo una prima stima, si tratterebbe di circa 3 miliardi di euro. Ecco allora che la Commissione ha proposto di utilizzarne grandissima parte (il 90%) proprio per le armi, mentre il resto verrà destinato alla ricostruzione dell'Ucraina.

L'altro rebus: la "difesa comune" e l'ipotesi "Eurobond"

Ancor più complesso non solo operativamente, ma anche politicamente e diplomaticamente è il tema della "Difesa comune" europea.

Francia ed Estonia hanno proposto titoli di debito comune Ue, ricevendo l'appoggio di Italia, Belgio, Grecia dello stesso presidente del Consiglio Europeo.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri con Ursula von der Lyen
Antonio Tajani, ministro degli Esteri con Ursula von der Leyen

Una proposta che come detto è stata sposata dall'Italia attraverso le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani:

"E' una buona idea. Sono favorevole a una difesa comune europea e a un esercito europeo, era il grande sogno di Berlusconi. Per avere una difesa europea efficiente serve anche uno strumento finanziario. Noi siamo favorevoli agli eurobond per sostenere l'industria della difesa e per una difesa europea che permetterebbe poi anche agli Stati di risparmiare risorse".

Soluzione che non convince tutti, se ne riparla a giugno

La proposta però, almeno per il momento, non ha convinto tutti. Ecco allora che subito è arrivato il no della Germania, seguito da quello di Svezia, Danimarca, Olanda, Austria.

Tanto che nel documento finale sulle conclusioni del Consiglio europeo, il riferimento agli eurobond è stato eliminato ed è stata solamente inserita la previsione che certifica l'impegno dell'Ue "alla preparazione di strumenti generali di difesa per soddisfare le sue esigenze nel contesto di crescenti minacce e sfide di sicurezza".

La questione è stata di fatto rimandata a giugno. 

Lo sfogo di Zelensky: "Umilianti gli aiuti che ci date"

Nel frattempo il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky si è abbandonato a un clamoroso sfogo e ha attaccato duramente gli alleati dell'Unione Europea.

Il presidente dell'Ucraina Volodomyr Zelensky
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky

Nella fattispecie, ha espresso tutto il suo malumore per i ritardi nella fornitura di munizioni e sistemi di difesa antiaerea:

“E' umiliante l’aiuto che ci arriva sull'artiglieria, l'Ue può dare di più. Perché non aiuta fino in fondo, e anzi le ‘briciole’ che l’Europa mette a disposizione per la nostra risposta militare all’aggressore russo aiutano il Cremlino Le munizioni sono una questione vitale”.

Tanto che Zelensky nel suo sfogo ha usato esternazioni ancor più dure:

"L'Ue deve far di più e in fretta, altrimenti restano solo le parole e l'azione di supporto alla nostra nazione rischia di essere ipocrita. Tanto più che quello della Russia è un attacco non solo all'Ucraina, ma all'Europa intera".

Lo snodo della guerra tra "cielo e terra"

Uno slancio chiesto all'Europa anche per quanto riguarda la difesa aerea, rimanendo fermo sulla necessità che venga aumentata la produzione di armi e munizioni nel continente:

"Se Putin perderà nel cielo dell'Ucraina, perderà poi anche via terra. Al tempo stesso non c'è perdere più tempo per attivare la produzione della difesa".

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