È iniziato il primo viaggio apostolico di Papa Leone XIV. L’aereo del Pontefice è atterrato ad Ankara, in Turchia, inaugurando una visita ufficiale che ha per tema centrale la cultura dell’incontro e la fraternità, in piena continuità con il magistero del predecessore Francesco.
Sono lieto di iniziare da #Türkiye i viaggi apostolici del mio pontificato, dal momento che questa terra è legata inscindibilmente alle origini del cristianesimo e oggi richiama i figli di Abramo e l’umanità intera a una fraternità che riconosca e apprezzi le differenze.…
— Papa Leone XIV (@Pontifex_it) November 27, 2025
L’arrivo e l’omaggio ad Atatürk
Accolto ai piedi delle scale che conducono alla Lion’s Road, il viale che porta all’imponente Mausoleo di Atatürk, il Papa ha ricevuto gli onori del protocollo da parte di sei autorità turche: il ministro, il vicegovernatore, il comandante della guarnigione di Ankara, il vicesindaco della città, il comandante del Mausoleo e il direttore generale del protocollo.
Vatikan Devlet Başkanı Papa 14. Leo ile Ortak Basın Toplantısı https://t.co/GehfsRW3eo
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) November 27, 2025
Sul Libro d’Onore, Leone XIV ha lasciato un messaggio di speranza invocando pace per tutto il popolo turco, in un momento storico segnato da conflitti e instabilità. Nel saluto a bordo, rivolto ai giornalisti che lo accompagnano, aveva già indicato le parole chiave della missione:
“Ricerca di una maggiore unità e armonia, superando ogni steccato per promuovere la pace nel mondo”.
Vatikan Devlet Başkanı Papa 14. Leo’yu Resmî Karşılama Töreni https://t.co/oFtcAGLVZ9
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) November 27, 2025
Dopo la cerimonia al Mausoleo, il Papa si è trasferito al Palazzo presidenziale di Beştepe, inaugurato nel 2014, dove ha incontrato il presidente Recep Tayyip Erdoğan, al suo terzo mandato. In seguito, a poco meno di un chilometro, ha avuto luogo l’incontro istituzionale alla Nation’s Library, nel contesto di una cerimonia caratterizzata da danze e canti in inglese e turco. Qui domina un grande globo terrestre, simbolo della “casa comune” – come l’ha definita Leone XIV – a cui destinare ogni cura.
Erdoğan: “Abbiamo la pace nel cuore”
Nel suo saluto ufficiale, il presidente Erdoğan ha sottolineato il valore di una visita papale che arriva in un periodo critico per la comunità internazionale:
“Questa visita cade in un periodo cruciale di sfide e problemi, dall’Asia all’America. Tensioni, conflitti, crisi economiche, crisi di giustizia e cambiamento climatico stanno spingendo tanti a emigrare da queste terre”.
Il presidente ha rimarcato il lavoro del governo turco su luoghi di culto e libertà religiosa:

“Dal 2022 abbiamo restaurato più di 150 luoghi di culto. Le diversità etniche e religiose non sono elementi di separazione, ma di unità. Abbiamo la pace nel cuore”.
Ha denunciato inoltre la situazione di Gaza, ricordando “il massacro di oltre 70 mila cittadini e le aggressioni su luoghi civili, ospedali, scuole e chiese, come la parrocchia della Sacra Famiglia colpita dai bombardamenti”. Ha riaffermato con forza l’appoggio alla soluzione dei due Stati e l’impegno della Turchia nel mediare tra Russia e Ucraina e nel favorire l’arrivo di aiuti umanitari, con una raccomandazione precisa:
“Gerusalemme Est deve restare intoccabile”.
Secondo Erdoğan, l’incontro con Leone XIV “accresce le speranze per la pace nel mondo”.
Papa Leone XIV: “”
Prendendo la parola, Papa Leone XIV ha sottolineato la ricchezza spirituale e culturale della Turchia, “legata inscindibilmente alle origini del cristianesimo”, e ha aperto il suo messaggio con una chiara diagnosi del presente:
“Il nostro mondo ha alle spalle secoli di conflitti e attorno a noi esso è ancora destabilizzato da ambizioni e decisioni che calpestano la giustizia e la pace. Tuttavia, essere un popolo dal grande passato rappresenta un dono e una responsabilità“.
Ha richiamato la necessità di valorizzare le differenze interne alla società turca evocando la metafora del ponte sullo Stretto dei Dardanelli, simbolo del viaggio:
“Una società è viva se è plurale: sono i ponti fra le sue diverse anime a renderla civile. Omologare le sensibilità sarebbe un impoverimento”.
Il Pontefice ha quindi incoraggiato il ruolo della minoranza cristiana nel Paese, citando l’esempio di San Giovanni XXIII, il “Papa turco”. Le sue parole sono un messaggio di collaborazione:

“Desidero assicurare che all’unità del vostro Paese intendono contribuire positivamente anche i cristiani, che sono e si sentono parte dell’identità turca”.
Nel passaggio più incisivo del discorso, Leone XIV ha ribadito il valore universale della dignità umana:
“In una società dove la religione ha un ruolo visibile, è fondamentale onorare la dignità e la libertà di tutti i figli di Dio: uomini e donne, connazionali e stranieri, poveri e ricchi. Chi ha un cuore docile al volere di Dio promuoverà sempre il bene comune”.
Ha poi esortato a reagire agli inganni della modernità:
“Le economie consumistiche trasformano le solitudini in business. A questo inganno è bene rispondere con una cultura che apprezza gli affetti e i legami. Solo insieme diventiamo autenticamente noi stessi”.
Chiara l’attenzione anche al contributo femminile nella società:
“Le donne, attraverso lo studio e la partecipazione attiva alla vita professionale, culturale e politica, si mettono sempre più al servizio del Paese. Questo contributo è da valorizzare per la piena fioritura della vita sociale“.
L’appello: la Turchia ponte di pace
Concludendo, Leone XIV ha indicato la Turchia come un possibile protagonista della stabilità globale:
“La Santa Sede desidera cooperare a costruire un mondo migliore con l’apporto di questo Paese, che è ponte tra Est e Ovest, tra Asia ed Europa, e crocevia di culture e religioni”.
Dio, rivelandosi, ha stabilito un ponte fra cielo e terra: lo ha fatto perché il nostro cuore cambiasse, diventando simile al suo. #ViaggioApostolico #Türkiye
— Papa Leone XIV (@Pontifex_it) November 27, 2025
E ha avvertito contro l’illusione della forza:
“Se prevale la logica della guerra, le energie e le risorse vengono sottratte alle vere sfide: pace, lotta alla fame, salute, educazione, salvaguardia del creato”.
Serve allora, conclude il Papa, la forza di chi “favorisce il dialogo e lo pratica con ferma volontà e paziente tenacia“.