Pace in Ucraina, Mattarella ancora dal Giappone: "Sono tre anni che l'Italia chiede un tavolo"
"Un accordo fondato sulla prepotenza non durerebbe. No a logiche di spartizione"


Anche dal Giappone, il Capo dello Stato, monitora la situazione internazionale. Intervistato dall'emittente giapponese NHK, rispondendo ad una domanda sull'eventuale invio di truppe italiane di peace-keeping in Ucraina, Sergio Mattarella sottolinea come non siano ancora iniziati "negoziati di pace" tali da poter pensare di affrontare un discorso simile. Poi auspica una pace giusta e duratura.
Mattarella dal Giappone sulla pace in Ucraina
In un'intervista rilasciata all'emittente pubblica giapponese NHK e trasmessa nel principale programma di informazione internazionale della rete, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affrontato il tema della guerra in Ucraina e delle prospettive di pace.
"Occorre arrivare a una soluzione che non mortifichi nessuna delle due parti, ma che garantisca l'Ucraina e che sia conforme al diritto internazionale", ha dichiarato il Capo dello Stato, sottolineando la necessità di un equilibrio che assicuri la sicurezza e il rispetto delle regole internazionali.
#Tokyo, il Presidente #Mattarella 🇮🇹 incontra il Primo Ministro del #Giappone Shigeru #Ishiba 🇯🇵 pic.twitter.com/j4KPjHN4R3
— Quirinale (@Quirinale) March 5, 2025
L'ipotesi di un contingente italiano in Ucraina
Interrogato sulla possibilità di un futuro invio di soldati italiani in Ucraina come forza di mantenimento della pace in caso di cessate il fuoco, Mattarella ha risposto con chiarezza:
"Non siamo ancora a questo punto, non sono neanche cominciati i negoziati di pace e parlare di quello che avverrà come soluzioni è totalmente fuori dal momento".
Il Presidente ha quindi ribadito che qualsiasi ipotesi su scenari futuri è prematura in assenza di un concreto processo negoziale.

"La pace non sia un omaggio alla prepotenza delle armi"
Il Presidente ha evidenziato gli sforzi compiuti dall'Europa negli ultimi tre anni per convincere la Russia ad avviare negoziati di pace, finora senza successo.
"Tutti in Europa ci auguriamo che la Russia sia finalmente disponibile a trattare le condizioni che conducano a una pace giusta, che non sia un omaggio alla prepotenza delle armi, perché altrimenti si aprirebbe una stagione pericolosissima per la comunità internazionale", ha ammonito Mattarella, sottolineando i rischi legati a un accordo che legittimi l'aggressione.

"Una pace giusta, duratura e conforme al diritto internazionale"
Alla domanda sulle iniziative diplomatiche di Stati Uniti e Russia per fermare il conflitto, il Capo dello Stato ha ribadito la necessità di una soluzione solida e condivisa:
"Bisogna pervenire a una pace giusta e duratura, che non sia fragile né transitoria, ma che sia basata sulle norme della Carta dell'ONU, sul diritto internazionale e che sia accettata da entrambe le parti".
Per Mattarella, dunque, il cessate il fuoco non può essere una soluzione temporanea, ma deve poggiare su fondamenta giuridiche e diplomatiche solide.
Difesa europea e sicurezza dell'Ucraina
Un altro tema affrontato nell'intervista è stato il rafforzamento della difesa dell'Unione Europea.
"È evidente che una soluzione di pace deve essere circondata da garanzie che impediscano la ripresa delle ostilità, e quindi garanzie di sicurezza. Ed essendo la Russia molto più potente e molto più armata dell'Ucraina, ciò significa garanzie di sicurezza per l'Ucraina", ha spiegato Mattarella.
Il Presidente ha inoltre sottolineato come in Europa si stia diffondendo la consapevolezza della necessità di rafforzare la difesa comune: "Si pensa che sia necessario rafforzare la Difesa europea, e questo è uno sviluppo naturale dell'integrazione europea che è andata avanti in questi decenni".
"Regole certe per tutti, indipendentemente dalla forza militare"
Infine, Mattarella ha evidenziato il legame tra Italia e Giappone in materia di principi e valori internazionali.
"Italia e Giappone hanno una convinzione comune: che la vita internazionale è possibile soltanto se vi sono regole certe che tutti rispettino, regole che valgano per tutti a prescindere dalle dimensioni o dalla forza militare o economica di cui dispongono. Regole di questo genere sono indispensabili per una vita ordinata", ha concluso.