TREGUA A GAZA

Oltre 370mila palestinesi sono tornati a Nord di Gaza, ma Israele taglia ogni contatto con l'Onu

Il 4 febbraio Netanyahu primo leader straniero ricevuto da Trump alla Casa Bianca

Oltre 370mila palestinesi sono tornati a Nord di Gaza, ma Israele taglia ogni contatto con l'Onu
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Un fiume di sfollati palestinesi, oltre 376.000 secondo le stime dell'organismo umanitario delle Nazioni Unite (Ocha), sono tornati nel nord della Striscia di Gaza, mentre ci si prepara a un nuovo scambio di ostaggi.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato invitato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a un incontro alla Casa Bianca il 4 febbraio 2025.

Oltre 370mila palestinesi sono tornati a Nord di Gaza

Oltre 376.000 palestinesi, secondo le stime dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (Ocha), hanno fatto ritorno nelle zone settentrionali della Striscia di Gaza, abbandonate nei mesi scorsi a causa del conflitto con Israele. Il rientro di questa moltitudine di persone, seppur carico di speranza, si scontra con una realtà drammatica: interi quartieri sono ridotti in macerie, le infrastrutture inesistenti e i servizi essenziali come acqua, elettricità e cure mediche risultano praticamente irraggiungibili.

L'apertura del valico di passaggio è avvenuta alle 7 del mattino ora locale, permettendo ai cittadini di muoversi solo a piedi, mentre i mezzi di trasporto hanno potuto iniziare il viaggio verso nord dopo un'attenta ispezione, a partire dalle 9.

"Non esistono più punti di riferimento, le strade sono scomparse e non ci sono le condizioni minime per vivere", ha raccontato un residente.

Hamas, nel commentare il ritorno degli sfollati, ha definito questo evento "una vittoria per il nostro popolo". Tuttavia, il rientro avviene sotto l'occhio vigile delle forze israeliane, schierate lungo il percorso per prevenire possibili minacce.

Netanyahu atteso alla Casa Bianca

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricevuto un invito ufficiale dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per un incontro alla Casa Bianca, previsto per il 4 febbraio 2025. La notizia era stata anticipata dallo stesso Trump nei giorni precedenti, ma senza specificare la data. Se confermato, sarebbe il primo vertice internazionale dell’amministrazione Trump, insediatasi il 20 gennaio.

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Netanyahu

L’appuntamento assume una rilevanza particolare poiché avverrà alla vigilia dell'inizio della seconda fase dei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza, previsti per il 3 febbraio. Netanyahu, dal novembre 2024, è oggetto di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, il che ha limitato notevolmente i suoi spostamenti all'estero. Tuttavia, visitando Washington, non corre rischi poiché gli Stati Uniti non riconoscono la giurisdizione della Corte penale internazionale.

Trump e il destino della Striscia di Gaza

Donald Trump ha espresso nuovamente la sua posizione sulla questione palestinese, ribadendo la necessità di trovare una soluzione definitiva per gli abitanti di Gaza. Durante un colloquio con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, il presidente ha proposto un trasferimento di massa dei palestinesi verso aree più sicure, come Egitto e Giordania.

Trump con i giornalisti

"Da decenni la Striscia di Gaza è teatro di violenze continue. Forse sarebbe meglio offrire a queste persone una vita in luoghi più sicuri e confortevoli", ha dichiarato.

Questa idea, fortemente criticata a livello internazionale, si inserisce in un quadro di tensioni già molto elevate.

Scontro tra Israele e ONU: l'Unrwa cacciata dal paese

Israele ha annunciato la cessazione di ogni collaborazione con l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) e ha ordinato la sua espulsione entro il 30 gennaio 2025. L’ambasciatore israeliano all’ONU ha confermato la decisione, dichiarando che nessun organismo operante per conto dell'agenzia potrà più avere un ruolo all’interno del Paese.

La reazione dell’ONU non si è fatta attendere: il segretario generale Antonio Guterres ha inviato una lettera ufficiale a Israele, esortando il governo a rispettare il mandato dell’Assemblea Generale che garantisce all'Unrwa il diritto di operare nella regione. La presa di posizione israeliana ha ricevuto il sostegno degli Stati Uniti, rendendo il clima diplomatico ancora più teso e alimentando le frizioni tra le parti in causa.

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