Oggi, giovedì 4 settembre 2025, si riunisce nuovamente a Parigi la Coalizione dei Volenterosi, un formato misto che prevede la partecipazione sia in presenza che da remoto. Alla riunione sarà presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Thank you, Emmanuel, for your clear vision and steady support. It is important that France stays active in building strong security guarantees. I am confident that together with all our partners we will create an effective security system. https://t.co/Dmdhm479t8
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 3, 2025
L’ultimatum lanciato da Donald Trump il primo settembre non ha prodotto conseguenze concrete, e la posizione dell’Unione Europea resta ferma:
“Vladimir Putin continua a dimostrare di non avere alcuna intenzione di fare la pace”. In questo contesto, il francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer presiederanno i lavori.
Oggi il vertice dei volonterosi
Negli ultimi giorni Ursula von der Leyen ha alimentato il dibattito, dichiarando in un’intervista al Financial Times che esiste “un piano piuttosto preciso” per Kiev. Le sue parole hanno però suscitato tensioni, soprattutto in Germania. Il cancelliere Friedrich Merz ha già espresso contrarietà all’invio di truppe, e il ministro della Difesa Boris Pistorius ha criticato duramente la presidente della Commissione: secondo lui, von der Leyen “non ha alcuna competenza per parlare di truppe” e il dibattito sulle garanzie di sicurezza sarebbe “del tutto mal posto”.
Nonostante ciò, fonti di Bruxelles spiegano che un piano tecnico esiste ed è già piuttosto dettagliato. Resta però una scelta politica dei singoli Stati se attuarlo o meno. Alcuni governi, come quello italiano, hanno già ribadito il loro netto rifiuto a mettere “boots on the ground”, ma allo stesso tempo si sottolinea che non c’è più tempo da perdere.
I temi sul tavolo
Il percorso che ha portato all’appuntamento odierno è iniziato lo scorso febbraio su impulso franco-britannico. Oggi, circa 35 Paesi — tra cui Canada e Australia — partecipano all’incontro, in presenza o in collegamento video. Gli obiettivi sono molteplici:
1) rafforzamento del sostegno militare all’esercito ucraino, prima vera garanzia di sicurezza, sulla base di trattati bilaterali tra l’Ucraina e i vari Paesi;
2) estensione all’Ucraina dell’articolo 5 Nato, che prevede un intervento alleato se Kiev venisse di nuovo attaccata dopo la fine della guerra;
3) invio nelle retrovie ucraine di una forza franco-britannica per garantire l’eventuale cessate il fuoco (senza l’Italia).
Appuntamento pomeridiano con Trump
Il programma prevede una prima fase di colloqui tra i “volenterosi” in mattinata, seguita alle 14 da un collegamento con Trump a Washington. Alle 15, se i tempi saranno rispettati, è attesa una conferenza stampa con i risultati.
Prima di arrivare a Parigi, Zelensky ha fatto tappa a Copenaghen per incontrare i rappresentanti dei Paesi nordici.
L’attenzione resta comunque puntata sugli Stati Uniti e su Donald Trump: offrirà davvero il cosiddetto backstop americano, cioè una rete di sicurezza capace di dare credibilità alle misure europee, o concederà altro tempo a Putin, proprio nel giorno in cui scadono le “due settimane” da lui fissate per trovare un accordo di pace?
Meloni in videoconferenza
Per quanto riguarda l’Italia, fonti di Palazzo Chigi chiariscono che l’assenza fisica di Giorgia Meloni — che interverrà in videoconferenza come lo stesso cancelliere tedesco Merz — non va letta come una presa di distanza politica.
A Roma erano infatti già fissati un Consiglio dei ministri e la visita del presidente polacco Karol Nawrocki. L’Italia esclude categoricamente l’invio di truppe, ma resta disponibile a partecipare a missioni di monitoraggio e formazione al di fuori del territorio ucraino, sempre e solo dopo la cessazione delle ostilità.