Occupazione Gaza, scontro Governo-generali. Netanyahu: "L'esercito ubbidirà"
Il figlio del premier su X parla di rischio di "golpe militare"

È scontro tra il Governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu e l'esercito. E mentre il figlio del premier teme il colpo di stato, il padre tira dritto sull'occupazione di Gaza, convinto che i generali ubbidiranno.
Occupazione Gaza, scontro Governo-generali
Alla vigilia della riunione decisiva di giovedì 7 agosto 2025, in cui Israele deciderà se procedere con l’occupazione totale della Striscia di Gaza, le tensioni tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il capo di Stato maggiore Eyal Zamir sono ormai esplose.

Il generale Zamir si oppone alla proposta. Ritiene che l’operazione sia troppo costosa, rischiosa e inutile, nonché un pericolo per la vita degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza.
“Ci caccerebbe in una trappola”, avrebbe detto, secondo fonti interne citate dal sito Kan.
Netanyahu: "L'esercito ubbidirà"
Il governo israeliano si prepara infatti a valutare un piano che prevede la conquista del 100% del territorio di Gaza, di cui oggi le IDF (Forze di Difesa Israeliane) controllano circa il 75%.
Ma nonostante le polemiche dei generali, l’ufficio del primo ministro ha fatto sapere che “l’esercito è pronto ad attuare qualsiasi decisione presa dall’esecutivo”

Netanyahu si è detto sicuro della lealtà delle forze armate: “Ubbidiranno”.
Ma le dichiarazioni ufficiali celano un conflitto profondo.
Il figlio del premier parla di colpo di stato
A esasperare lo scontro è stato poi un post su X del figlio di Bibi, Yair Netanyahu, 34enne residente in Florida che fa l'attivista politico e il podcaster ed è noto per le sue posizioni di estrema destra.
Commentando un post del giornalista Yossi Yehoshua che sollecitava Netanyahu ad assumersi la responsabilità politica e umana dell’occupazione di Gaza, Yair ha insinuato che dietro quelle parole ci fosse proprio il capo di Stato maggiore.
“Questa è una ribellione, un tentativo di colpo di Stato militare degno di una repubblica delle banane dell’America Centrale degli anni '70”.
"Se non è d'accordo si dimetta"
Il generale avrebbe anche espresso le sue perplessità in merito a questo post nel corso di una riunione di oltre tre ore, chiedendo conto al premier degli attacchi personali subiti.
“Perché tuo figlio mi attacca nel mezzo di una guerra?”
Il premier, incalzato sul punto durante l’incontro con Zamir, ha risposto freddamente, sostenendo che suo figlio è un uomo adulto e quindi non deve rendere conto a lui di quello che dichiara pubblicamente.
“Se Zamir non è d'accordo, si dimetta”, continua a sostenere secco Netanyahu, pronto a sacrificare anche il capo delle forze armate pur di portare avanti il suo piano.
Per l'Onu conseguenze catastrofiche
A livello internazionale, la tensione cresce. L’Onu ha lanciato un appello al governo israeliano affinché eviti l’occupazione totale dell’enclave palestinese, avvertendo che una simile operazione militare avrebbe “conseguenze catastrofiche” sul piano umanitario.
A Gaza, la popolazione civile è allo stremo. Nel frattempo, le IDF hanno annunciato la cancellazione dello stato d'emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre scorso, il che comporterà la riduzione delle file dell’esercito.
Una mossa che potrebbe segnalare l’intenzione da parte di una parte dell’establishment militare di disimpegnarsi progressivamente dal conflitto in corso.
La controproposta dei generali
Domani Zamir presenterà le sue opzioni al gabinetto di sicurezza. Invece della conquista totale, il generale potrebbe proporre un approccio più graduale: circondare la città di Gaza City e altri centri abitati strategici.
Da lì si consoliderebbero le posizioni militari intorno agli insediamenti urbani e si lancerebbero attacchi mirati. Un piano che punta a contenere Hamas senza esporsi al costo di un’occupazione totale.
Ma l'interrogativo resta aperto: sarà sufficiente a convincere un governo che sembra ormai deciso a forzare la mano, incurante del disastro umanitario che sta commettendo nella Striscia?