Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha preso la parola all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Il suo intervento era tra i più attesi, in un contesto segnato dalle recenti decisioni di vari Paesi occidentali – tra cui Francia, Regno Unito, Canada e Australia – di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina.

All’ingresso del premier nell’aula dell’Onu numerose delegazioni hanno lasciato i propri seggi in segno di protesta, mentre all’esterno non sono mancate contestazioni. Netanyahu ha iniziato il suo discorso davanti a un’aula semivuota, tra fischi e applausi, costringendo il presidente dell’Assemblea a richiamare più volte all’ordine.

Gaza e gli ostaggi
Durante l’intervento, Netanyahu ha confermato di aver fatto installare altoparlanti intorno e dentro la Striscia di Gaza per trasmettere in diretta il suo discorso, definendoli “per gli ostaggi”.
היערכות צה”ל להשמעת נאום נתניהו באו”ם ברחבי הרצועה באמצעות מערכות הגברה, בעוטף עזה, היום pic.twitter.com/oRY6JHk9rG
— הארץ חדשות (@haaretznewsvid) September 26, 2025
“Ho circondato Gaza con enormi altoparlanti nella speranza che i nostri cari ostaggi ascoltino il mio messaggio. Non vi abbiamo dimenticati e non ci fermeremo finché non vi riporteremo a casa”, ha detto.
Il premier ha ribadito l’obiettivo di “finire il lavoro a Gaza il più velocemente possibile”, sostenendo che “gli ultimi militanti di Hamas restano a Gaza City” e che “hanno giurato di ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora”.

In risposta alle accuse di genocidio, il premier ha replicato:
“È falso. Facciamo tutto per minimizzare le vittime civili. Per Israele ogni vittima civile è una tragedia, per Hamas è una strategia. Hamas usa i civili come scudi umani”.
Si è poi rivolto direttamente ai leader dell’organizzazione:
“Liberate gli ostaggi e deponete le armi. Se lo farete vivrete, altrimenti Israele vi darà la caccia”.
Accuse ai palestinesi e ai leader mondiali
Netanyahu ha escluso la prospettiva dei due Stati, affermando:
“I palestinesi non credono nella soluzione dei due Stati, non vogliono uno Stato accanto a Israele ma al posto di Israele”.
Rivolgendosi agli altri leader mondiali, li ha accusati di essersi “tirati fuori” e di “favorire il male”.
“Troppi leader nel mondo si stanno tirando indietro. Stanno favorendo il male. Noi non ci tireremo indietro. Non ci fermeremo finché Hamas non sarà sconfitto e gli ostaggi non torneranno a casa“.
Parole al miele solo per il presidente degli USA Donald Trump:
“Ringrazio Donald Trump per le sue azioni audaci e decise. Ha capito la minaccia e ha agito di conseguenza”.

Nel corso dell’intervento, Netanyahu ha coinvolto direttamente i delegati presenti con una sorta di quiz mostrando cartelli all’aula:
“Chi grida ‘morte all’America’? A. L’Iran; B. Hamas; C. Hezbollah; D. Gli Houthi; E. Tutte le risposte. La risposta corretta è E.”
E ha proseguito: “Chi ha ucciso americani ed europei a sangue freddo? A. Al Qaeda; B. Hamas; C. Hezbollah; D. Iran; E. Tutte le risposte. Anche qui la risposta è E”.

Nel suo discorso Netanyahu ha inoltre mostrato una “mappa del terrore dell’Iran”, ribadendo che Teheran rappresenta una minaccia non solo per Israele ma anche per gli Stati Uniti. Ha chiesto il ripristino delle sanzioni Onu contro l’Iran e ha ringraziato Donald Trump per le “azioni audaci e decise” in questa direzione.