Netanyahu incontra Trump e lo candida al Nobel per la Pace
Casa Bianca: "Hamas vuole la tregua". Israele cerca Paesi che accolgano sfollati palestinesi (su base volontaria)

La scena surreale si è svolta durante una cena ufficiale alla Casa Bianca, mentre nella Striscia di Gaza si continua a combattere e a morire. La lettera, già inviata al Comitato, è stata accompagnata da parole di grande elogio da parte del premier israeliano.
Netanyahu candida Trump al Nobel per la Pace
In un momento segnato da una delle crisi più sanguinose in Medio Oriente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha consegnato al presidente americano Donald Trump una copia della lettera con cui ha ufficialmente proposto la sua candidatura al Premio Nobel per la Pace.
"Mentre parliamo – ha detto Netanyahu – Trump sta forgiando la pace in una regione dopo l’altra".

Il possibile accordo tra Israele e Hamas
La proposta di un Nobel per la Pace arriva mentre è in corso una guerra devastante con un bilancio che supera i 57mila morti nella Striscia secondo fonti locali.
Trump, che nel corso della serata ha parlato con i giornalisti, ha dichiarato di essere fiducioso rispetto alla possibilità di un cessate il fuoco.
"Hamas vuole la tregua. Vogliono incontrarsi e vogliono raggiungere un accordo", ha affermato facendo riferimento ai colloqui in corso a Doha tra le parti, mediati indirettamente da Stati Uniti, Qatar ed Egitto.
Nuovi attacchi ai civili palestinesi
Nelle ultime ore, un attacco aereo israeliano ha colpito un gruppo di civili a nord del campo di Nuseirat, nella Striscia centrale: secondo quanto riferito da fonti mediche, almeno 11 persone sono morte, tra cui un bambino, e oltre 70 sono rimaste ferite.
L’attenzione dell'incontro tra i due leader si è anche concentrata sulla questione degli sfollati palestinesi. Alla domanda di un giornalista sul piano precedentemente proposto da Trump per la ricollocazione dei palestinesi, il presidente ha passato la parola a Netanyahu.
"Stiamo lavorando con gli Stati Uniti per individuare Paesi disponibili ad accogliere, su base volontaria, gli sfollati. Il principio è la libera scelta", ha concluso il rappresentante principale di Tel Aviv.
Più sicurezza o pulizia etnica?
Nessun dettaglio concreto è stato fornito su quali Paesi sarebbero coinvolti, né su quanti sfollati potrebbero essere ricollocati. Ma l’ipotesi di trasferimenti su larga scala, anche se formalmente volontari, solleva diversi interrogativi.
Israele insiste nel considerare la misura come una possibile via d’uscita per parte della popolazione colpita, ma per molti osservatori internazionali si tratta di un piano che rischia di legittimare una forma di pulizia etnica mascherata.
Oggi l'incontro con JD Vance
Il viaggio di Netanyahu a Washington non finisce qui. Ci sarà anche un incontro con il vicepresidente americano JD Vance, previsto per oggi alle 9.15 locali (15.15 in Italia), alla Blair House, come riportato dal Times of Israel.