VERSO LA CASA BIANCA

Netanyahu disposto ad allargare gli accordi coi Paesi arabi del patto di Abramo

Il premier israeliano da Trump per rilanciare l'alleanza, mentre sono ancora 79 gli ostaggi nelle mani di Hamas

Netanyahu disposto ad allargare gli accordi coi Paesi arabi del patto di Abramo
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atterrato negli Stati Uniti dove si terrà un incontro cruciale con il presidente americano Donald Trump nella giornata di martedì 4 febbraio 2025 alla Casa Bianca.

L'obiettivo annunciato è "ridisegnare il Medio Oriente" e per farlo il presidente di Israele sarebbe disposto a riprendere i contatti con gli altri Paesi arabi del patto di Abramo stipulato insieme anche agli Usa cinque anni fa

Netanyahu verso l'incontro con Trump

Quello con Netanyahu sarà il primo incontro di Trump con un leader straniero dal suo ritorno alla presidenza, un segnale chiaro dell'importanza strategica dell'alleanza tra Israele e Stati Uniti.

Netanyahu ha dichiarato che i due leader discuteranno di temi fondamentali per il futuro del Medio Oriente tra cui quella che definisce la sconfitta di Hamas e il contenimento dell’Iran che recentemente ha presentato un nuovo missile a medio raggio in grado di colpire qualsiasi parte di Israele.

Il premier ha anche aperto le porte a un'espansione degli Accordi di Abramo con l’obiettivo di coinvolgere i Paesi arabi nella normalizzazione delle relazioni con Israele.

Netanyahu prima di partire per gli Usa

Nuovi rapporti con i Paesi arabi?

Uno dei principali obiettivi di Trump sarà quello di rilanciare i negoziati per includere l’Arabia Saudita negli Accordi di Abramo, una trattativa che si era interrotta dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Ma Riad ha chiarito che un’eventuale normalizzazione con Israele dovrà passare attraverso la creazione di uno Stato palestinese, una condizione che Netanyahu non è disposto ad accettare.

Cosa sono gli Accordi di Abramo

Tra tutti i temi che il Tycoon e Bibi affronteranno ci sono anche gli Accordi di Abramo, ma che sono? Si tratta di trattati diplomatici firmati nel settembre del 2020 tra Israele, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e gli Stati Uniti di Trump.

L'obiettivo principale è stato la normalizzazione delle relazioni tra Israele e questi Paesi arabi superando decenni di ostilità. Gli accordi hanno portato a cooperazioni economiche, commerciali e tecnologiche oltre a rafforzare la sicurezza regionale. A livello geopolitico, hanno segnato un cambiamento nella politica mediorientale, riducendo l’isolamento diplomatico di Israele.

Ma hanno suscitato critiche da parte della Palestina che li ha visti come un tradimento alla causa palestinese. Al patto si sono aggiunti poi negli anni anche Marocco e Sudan, ma dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, i rapporti tra i Paesi degli Accordi si sono interrotti.

Il re di Giordania negli Usa settimana prossima

La questione palestinese rimane quindi un nodo critico. Mentre Israele insiste sulla necessità di eliminare Hamas dalla gestione di Gaza, alcuni Paesi arabi tra cui Egitto e Giordania, hanno espresso preoccupazione riguardo a un possibile trasferimento forzato dei civili palestinesi fuori dalla Striscia.

Il re Abdallah di Giordania sarà ricevuto da Trump l'11 febbraio proprio per affrontare questa delicata questione. Gli incontri di Trump iniziano però domani. Che cosa spera di ottenere Netanyahu dal Tycoon? Probabilmente sostegno chiaro per la prosecuzione della campagna contro Hamas e per il contrasto all’influenza iraniana nella regione.

Sul tavolo dell'incontro

Sul tavolo dell’incontro di domani ci saranno anche questioni economiche, umanitarie e tecnologiche legate alla ricostruzione di Gaza, una sfida che vedrà il coinvolgimento diretto dei Paesi aderenti agli Accordi di Abramo.

L'obiettivo è creare un patto più solido, che includa non solo aspetti militari, ma anche soluzioni innovative per la stabilizzazione della regione.

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