LA DECISIONE

Netanyahu convoca il gabinetto di guerra per occupare Gaza

Intanto sale la tensione: avviso di alto rischio per turisti israeliani in Grecia

Netanyahu convoca il gabinetto di guerra per occupare Gaza
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Oggi, 7 agosto 2025, alle 17:00 (ora italiana), il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà per discutere un piano estremamente delicato e controverso: l’occupazione militare completa della Striscia di Gaza. La decisione potrebbe segnare un punto di svolta radicale nella guerra in corso, ma solleva profonde preoccupazioni sia all'interno dell'apparato militare che nel panorama politico israeliano.

Netanyahu convoca il gabinetto di guerra per occupare Gaza
Gaza

Secondo fonti ufficiali, il primo ministro Benjamin Netanyahu dovrebbe convocare formalmente la riunione per le 18:00 ora locale. Durante l’incontro, si prevede venga deliberato un piano di conquista graduale delle principali aree della Striscia.

Un’operazione su vasta scala

Secondo quanto riportano media israeliani come Ynet e l’emittente pubblica Kan, il piano militare prevede una campagna estesa su un arco temporale di quattro o cinque mesi. A parteciparvi sarebbero coinvolte quattro o cinque divisioni dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane). L’obiettivo iniziale sarebbe la presa di controllo di Gaza City e delle zone centrali dell’enclave.

Questa manovra militare, se attuata, comporterebbe lo sfollamento di circa un milione di palestinesi, che verrebbero spinti verso sud, nella cosiddetta “zona umanitaria” di Al-Mawasi, già oggi sovraffollata e con risorse limitate.

Dubbi e opposizioni interne

Nonostante il sostegno di Netanyahu, il piano incontra forti resistenze. L’opposizione politica, guidata da Yair Lapid, ha espresso un netto dissenso.

“Occupare Gaza è una scelta disastrosa,” ha dichiarato Lapid dopo un incontro con il primo ministro. “Non si intraprende una guerra così profonda senza il sostegno del popolo. Israele non vuole questa guerra e il prezzo da pagare sarà altissimo.”

Anche all’interno dell’esercito vi sono perplessità. Fonti militari citate da Kan avvertono che un’occupazione completa della Striscia potrebbe comportare gravi perdite tra i soldati. Si parla apertamente del rischio che “decine di militari possano essere uccisi” e che “gli ostaggi detenuti da Hamas potrebbero essere eliminati, sia per mano dei miliziani che a causa delle stesse operazioni dell’IDF.” Secondo queste fonti, il piano politico voluto da Netanyahu sarebbe in contrasto con le strategie elaborate dai vertici militari.

La variabile internazionale: Trump e il possibile piano umanitario

Un alto funzionario israeliano, citato da Ynet, ha lasciato intendere che lo scenario potrebbe ancora mutare nelle prossime ore.

“In Medio Oriente tutto può cambiare da un giorno all’altro”, ha dichiarato. Secondo le sue parole, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe annunciare già questa sera un nuovo piano umanitario che potrebbe rimettere in discussione le intenzioni di Tel Aviv.

La risposta umanitaria in corso

Nel frattempo, continua l’impegno internazionale per il soccorso alla popolazione civile. L’IDF ha annunciato che oggi, in collaborazione con Emirati Arabi Uniti, Giordania, Germania, Belgio e Francia, sono stati effettuati lanci aerei di aiuti umanitari sulla Striscia.

In totale, sono stati distribuiti 107 pacchi contenenti generi alimentari essenziali. L’iniziativa è coordinata dal Cogat (l'ente israeliano che gestisce le attività nei territori palestinesi) e mira a rafforzare la risposta umanitaria in un contesto ormai al collasso. L’IDF ha inoltre respinto le accuse secondo cui starebbe deliberatamente provocando una carestia a Gaza, definendole infondate.

Gli Stati Uniti: ostaggi e sicurezza al centro del dibattito

Sul fronte diplomatico, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha sottolineato che, sebbene la crisi umanitaria sia grave, si sta prestando troppo poca attenzione alla sorte dei circa 20 ostaggi israeliani ancora detenuti nei tunnel di Hamas. Intervistato da Fox Business, Rubio ha ribadito: “Finché Hamas continuerà ad esistere, non potrà esserci pace duratura nella regione.”

Alla domanda sulla possibile occupazione totale di Gaza, Rubio ha precisato che “spetta a Israele decidere come garantire la propria sicurezza,” ricordando di essere in contatto quotidiano con rappresentanti del governo israeliano, incluso il primo ministro Netanyahu.

Proteste internazionali e allerta sicurezza per cittadini israeliani

Sul piano della sicurezza internazionale, il Centro per la Lotta all’Antisemitismo ha emesso un avviso per i viaggiatori israeliani: in Grecia sono attese manifestazioni di protesta anti-israeliane per il 10 agosto. Il rischio è stato definito “alto”, con proteste pianificate in oltre 25 località, comprese le principali destinazioni turistiche e alcune isole.

Il ministero della Diaspora israeliano ha confermato l’allerta e la polizia greca, secondo quanto riportano i media, si sta preparando con un massiccio dispiegamento di forze per garantire la sicurezza dei turisti israeliani. Le autorità elleniche hanno promesso che “nessuno farà del male ai visitatori israeliani”.