Netanyahu: "A Gaza ci sono ancora migliaia di terroristi"
Attesa oggi una delegazione di Hamas al Cairo per un tentativo di ripresa dei colloqui

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è tornato davanti ai microfoni per illustrare il nuovo piano militare su Gaza, ribadendo che nella Striscia si trovano ancora "migliaia di terroristi armati di Hamas" pronti a ripetere "la ferocia dell’attacco del 7 ottobre 2023".
Our goal is not to occupy Gaza. Our goal is to free Gaza from Hamas terrorists.
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— Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו (@netanyahu) August 10, 2025
Netanyahu: "Obiettivo liberare Gaza da Hamas"
In conferenza stampa con la stampa estera, il primo ministro ha spiegato che l’operazione punta a colpire le ultime due roccaforti del gruppo palestinese, a Gaza City e nei campi centrali di Al-Mawasi, e che "i tempi saranno brevi".

"Il nostro obiettivo non è occupare Gaza, ma liberarla da Hamas", ha dichiarato, assicurando corridoi sicuri e nuovi punti di distribuzione di aiuti umanitari gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation.
Netanyahu ha respinto con forza le accuse di affamare la popolazione civile, accusando i media internazionali di diffondere "le menzogne di Hamas". Nel mirino, in particolare, il New York Times, al quale il premier minaccia un’azione legale per aver pubblicato la foto di un bambino di Gaza malato, presentata come prova della denutrizione causata dal blocco degli aiuti.

"Gli unici a morire deliberatamente di fame sono gli ostaggi", ha detto, mostrando l’immagine di un israeliano detenuto da Hamas.
Il piano israeliano prevede, dopo la sconfitta di Hamas, una Gaza smilitarizzata, con una zona di sicurezza lungo il confine e un’amministrazione civile "pacifica e non israeliana". Nessun ruolo, ha precisato Netanyahu, né per Hamas né per l’Autorità nazionale palestinese.
Attesa al Cairo delegazione di Hamas
Sul fronte diplomatico, una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya è attesa oggi al Cairo per tentare di riaprire i negoziati indiretti con Israele sul cessate il fuoco, in un’iniziativa sostenuta anche dalla Turchia. L’ONU, riunito d’urgenza al Consiglio di sicurezza, ha definito il piano israeliano "un’ennesima pericolosa escalation", avvertendo del rischio di aggravare una catastrofe umanitaria "di dimensioni inimmaginabili".
Nel frattempo, la tensione resta alta anche in Israele: decine di migliaia di manifestanti hanno riempito le piazze di Tel Aviv e Gerusalemme per chiedere la fine della guerra, mentre i familiari degli ostaggi annunciano uno sciopero generale domenica prossima per fermare il Paese.