SOLO apparente

Naufraga già la finta tregua di Pasqua di Putin, Zelensky: “Fermare per 30 giorni gli attacchi contro i civili”

Continua violenta la guerra tra Russia e Ucraina: missili e droni su Kiev e altre regioni, accuse reciproche di aver ripetutamente violato il cessate il fuoco

Naufraga già la finta tregua di Pasqua di Putin, Zelensky: “Fermare per 30 giorni gli attacchi contro i civili”
Pubblicato:

Pasqua purtroppo non è stata affatto una giornata tranquilla, nonostante Putin avesse annunciato una tregua di 30 ore del conflitto. Sirene sulla capitale Ucraina, allarme antiaereo nella metà orientale del Paese per l'arrivo di droni e missili. Esplosioni anche a Kherson.

Naufraga già la finta tregua di Pasqua di Putin

Gli ucraini denunciano migliaia di attacchi russi e anche Mosca accusa la controparte di aver violato ripetutamente il cessate il fuoco.

“Questa Pasqua ha dimostrato chiaramente che l'unica fonte della guerra (e la ragione per cui si protrae) è la Russia” dichiara Zelensky.

L’appello reiterato del presidente ucraino è quello di fermare 30 giorni gli attacchi alle infrastrutture civili, ma Putin esclude che il cessate il fuoco (per quanto di fatto apparente) delle ultime 30 ore venga prorogato.

Resta ottimista (e anche qui è forse solo apparenza) unicamente il presidente americano Trump:

“Speriamo che Russia e Ucraina raggiungano un accordo entro questa settimana”, scrive sul suo social Truth.

Anche se poi Trump, perfettamente nel suo stile, aggiunge un postilla non di poco conto:

“Poi faremo grandi affari”.

Secondo gli analisti, il 30 aprile 2025 sarebbe il termine ultimo della pazienza statunitense nei confronti dei due contendenti.

Polveriera Medio Oriente

Un quadro internazionale insomma ancora agitato, considerando anche gli attacchi Usa in Yemen delle ultime ore contro gli Outhi (12 morti e 30 feriti), e mentre proseguono anche i raid israeliani su Gaza (numerosi morti feriti a est di Can Younis).

Intanto, la Mezzaluna Rossa palestinese ha contestato le conclusioni dell'inchiesta israeliana sull'uccisione di 15 operatori umanitari a Rafah il mese scorso (i soccorritori vennero colpiti mentre erano a bordo delle loro ambulanze) che ha portato alla destituzione del comandante della Brigata coinvolta, anche se secondo Tel Aviv non ci sono state violazioni del codice etico.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali