nuovo attacco

Mosca pubblica la lista dei "nemici" della Russia: c'è anche Mattarella

Pure Tajani e Crosetto nell'elenco dei "russofobi"

Mosca pubblica la lista dei "nemici" della Russia: c'è anche Mattarella
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Il Cremlino ha formalmente inserito il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e i ministri Antonio Tajani (Esteri) e Guido Crosetto (Difesa) in una nuova lista di "nemici della Russia".

Mosca pubblica la lista dei "nemici" della Russia: c'è anche Mattarella
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto

La lista dei "nemici" della Russia: c'è anche Mattarella

A renderlo noto è lo stesso ministero degli Esteri russo, che ha inaugurato una sezione dedicata sul suo sito ufficiale dal titolo esplicito: “Esempi di manifestazioni di russofobia”.

La pagina, articolata anno per anno a partire dal 2013, raccoglie le dichiarazioni di politici, leader e personalità pubbliche di Paesi occidentali che – secondo la narrazione del Cremlino – avrebbero incitato all’odio verso la Russia. Le affermazioni elencate, sostiene Mosca, violerebbero perfino le risoluzioni ONU sulla promozione della tolleranza e del dialogo interculturale.

L’Italia reagisce: convocato l’ambasciatore russo

La risposta italiana non si è fatta attendere. La Farnesina ha annunciato che sta per convocare l’ambasciatore russo a Roma, per contestare ufficialmente l’inserimento di tre alte cariche istituzionali italiane nell’elenco dei soggetti accusati di “russofobia”. Un gesto che sottolinea la gravità politica e diplomatica di un simile atto, in un contesto internazionale già fortemente teso per via del conflitto in Ucraina.

Mattarella nel mirino per i paragoni storici

Il primo nome italiano a comparire nella lista è quello del presidente Mattarella. La frase incriminata risale a febbraio 2025, durante un intervento all’Università di Marsiglia:

“Prevalse il principio di predominio, non la cooperazione. E queste furono guerre di conquista. Questo era il piano del Terzo Reich in Europa. L’attuale aggressione russa contro l’Ucraina è di questa natura”.

La citazione è riportata integralmente, con tanto di data e luogo, a suggellare il momento preciso in cui, secondo Mosca, l’offesa sarebbe stata pronunciata. A Mattarella viene inoltre contestata un’altra dichiarazione, del 2024, durante le celebrazioni dell’80° anniversario della battaglia di Montecassino:

“La tragedia del popolo ucraino ci ricorda la distruzione che ha colpito i Paesi europei e ci invita a rinnovare il nostro impegno nella difesa della pace, della libertà e dello stato di diritto dai regimi dittatoriali”.

Non è la prima volta che il Cremlino attacca il presidente italiano. In passato, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva definito “blasfeme” le sue parole, arrivando persino a lanciare una raccolta firme – accompagnata da nomi fittizi e ironici come “Galina Kocilova” – per denunciarlo pubblicamente.

Tajani e Crosetto: le interviste sotto accusa

A entrare ora nel registro dei “russofobi” ci sono anche due membri del governo Meloni. In particolare, a Tajani viene attribuita una frase del 2024, pronunciata durante un’intervista al Messaggero, in cui il ministro degli Esteri auspicava la presenza della bandiera ucraina durante la marcia del 25 aprile:

“Vorrei vedere bandiere blu e gialle alla marcia. I combattenti ucraini, come i partigiani e i soldati dell’esercito di liberazione del 1945, combattono per la libertà”.

Mosca pubblica la lista dei "nemici" della Russia: c'è anche Mattarella
Antonio Tajani

Ancora più diretta l’accusa al ministro della Difesa, Guido Crosetto, sempre in un’intervista rilasciata nello stesso anno:

“Putin vuole tutta l’Ucraina, e nessuno garantisce che si fermerà lì”.

Frasi nette, che hanno spinto il Cremlino ad aggiornare il suo “archivio delle offese” con nuovi bersagli italiani.

Uno strumento di propaganda?

La nuova sezione del sito del ministero russo sembra costruita con l’intento di documentare e legittimare la narrazione del vittimismo russo, utile per rafforzare il fronte interno e colpire la credibilità delle democrazie occidentali. Ma la scelta di includere il presidente della Repubblica italiana, insieme a due ministri in carica, rappresenta un passo ulteriore nelle tensioni diplomatiche tra Mosca e Roma.

L’Italia, da parte sua, ribadisce la propria solidarietà all’Ucraina e difende il diritto dei suoi rappresentanti istituzionali di esprimersi liberamente contro l’aggressione russa, senza timore di ritorsioni propagandistiche.

La convocazione dell’ambasciatore sarà con ogni probabilità solo il primo atto formale di una nuova fase nelle relazioni sempre più fredde tra i due Paesi.