Il Servizio di Sicurezza Federale russo (Fsb) ha annunciato di aver sventato un presunto piano orchestrato dai servizi segreti militari ucraini, con la supervisione del Regno Unito, per dirottare un caccia supersonico MiG-31 armato con un missile ipersonico Kinzhal.
Secondo Mosca, l’obiettivo dell’operazione sarebbe stato quello di far dirigere l’aereo verso la base aerea della Nato di Costanza, in Romania, per poi farlo abbattere e inscenare così una “provocazione su larga scala” che avrebbe potuto trascinare l’Alleanza Atlantica in un confronto diretto con la Russia.
La Russia attacca il centro di intelligence e l’aeroporto ucraino
L’Fsb sostiene che l’intelligence ucraina avrebbe tentato di reclutare piloti russi offrendo loro fino a 3 milioni di dollari e la cittadinanza in un Paese occidentale in cambio del dirottamento.
Secondo la versione fornita dai servizi russi, “le misure adottate hanno impedito ai servizi di intelligence ucraini e britannici di realizzare il piano volto a creare un incidente militare con la Nato”. La tv di Stato russa ha mostrato presunti messaggi e registrazioni che proverebbero il coinvolgimento di Kiev e Londra, ma nessuna prova indipendente è stata verificata.
‼️🇷🇺🚀🇺🇦 In response to the provocation involving an attempted hijacking of a #Russian Aerospace Forces MiG-31 from November 9 to 10, hypersonic “Kinzhal” missiles struck the Main Radio-Electronic Intelligence Center of the Main Directorate of Intelligence of the Ministry of… pic.twitter.com/wK13Qe9G9Q
— Maimunka News (@MaimunkaNews) November 11, 2025
In seguito a quella che Mosca ha definito “una provocazione del 9-10 novembre”, le Forze aerospaziali russe avrebbero lanciato un attacco di rappresaglia con missili ipersonici Kinzhal contro obiettivi in Ucraina.
Nel mirino, secondo il comunicato dell’Fsb, sarebbero finiti il principale centro di intelligence elettronica del ministero della Difesa ucraino a Brovary, nei pressi di Kiev, e l’aeroporto di Starokostiantyniv, nella regione di Khmelnytskyi, dove – secondo Mosca – sono di stanza i caccia F-16. L’attacco, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2025, è stato descritto come una risposta diretta al presunto tentativo di dirottamento del MiG-31. Da Kiev e da Londra, al momento, non è giunta alcuna replica ufficiale.
Scontri e ritirate sul fronte meridionale
Sul campo, i combattimenti si sono intensificati nelle regioni di Zaporizhzhia e Donetsk. Le forze ucraine di difesa del sud hanno confermato di essersi ritirate da cinque insediamenti – Novouspenivske, Novye, Okhotnyche, Uspenivka e Novomykolaivka – a causa della pressione delle truppe russe e della necessità di “salvaguardare la vita del personale”.
Report from Commander-in-Chief Oleksandr Syrskyi.
The front: our main focus right now is on the Pokrovsk direction and the Zaporizhzhia region, where the Russians are increasing the number and scale of assaults. The situation there remains difficult, in part because of weather…
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) November 11, 2025
Nella regione di Donetsk, le forze russe avrebbero sfruttato la fitta nebbia per penetrare a Pokrovsk, impiegando veicoli leggeri per ridurre la visibilità ai droni ucraini. Secondo il 7º Corpo d’assalto aviotrasportato ucraino, oltre 300 soldati russi sarebbero riusciti a entrare in città.
Il ministero della Difesa russo ha inoltre annunciato di aver preso il controllo dell’intera parte orientale di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, e di aver conquistato un altro villaggio, Novouspenovskoe, nella regione di Zaporizhzhia.
Attacchi con droni e nuovi raid
Durante la notte, le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco con droni nella regione di Odessa, colpendo infrastrutture energetiche e di trasporto. Secondo le autorità ucraine, una persona è rimasta ferita e gran parte delle strutture sta ora funzionando grazie a generatori di emergenza. A causa dei raid, diverse regioni – tra cui Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Odessa – sono rimaste senza elettricità.
Frammenti di droni russi sono stati rinvenuti anche in Romania, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina. Il ministero della Difesa di Bucarest ha riferito che i radar militari hanno rilevato movimenti di droni vicino allo spazio aereo rumeno poco dopo la mezzanotte, costringendo le autorità a emettere un allarme per la popolazione.
In risposta, l’Ucraina ha colpito una raffineria di petrolio a Saratov e un terminal marittimo a Feodosia, in Crimea. Secondo lo Stato Maggiore ucraino, la raffineria di Saratov, che produce oltre venti tipi di derivati petroliferi e serve anche l’esercito russo, ha subito danni significativi. L’impianto era già stato preso di mira più volte nel corso del 2025.