Medio Oriente

Morto sotto gli attacchi israeliani un operatore Onu bulgaro e feriti cinque collaboratori

Altri 14 palestinesi uccisi durante un funerale. E Netanyahu cinguetta: "Militarizzare il potere giudiziario"

Morto sotto gli attacchi israeliani un operatore Onu bulgaro e feriti cinque collaboratori
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La tregua tra Israele e Hamas si è ufficialmente conclusa in modo drammatico nella notte tra lunedì e martedì, quando i caccia dell'Idf hanno ripreso a colpire intensamente la Striscia di Gaza. Le conseguenze sono state devastanti: secondo le fonti ospedaliere, oltre 710 persone sono morte nelle ultime 48 ore, con il 70% dei feriti costituito da donne e bambini. La situazione negli ospedali della zona è critica, con numerosi pazienti che muoiono a causa della carenza di forniture mediche.

Morto sotto gli attacchi israeliani un operatore Onu bulgaro e feriti cinque collaboratori
Neonato tratto in salvo a Gaza

Attacco a una sede Onu: una vittima accertata

Il direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi e i progetti (Unops), Jorge Moreira da Silva, ha confermato la morte di un funzionario dell'organizzazione con cittadinanza bulgara, ucciso in un attacco aereo a Gaza. Almeno altri cinque operatori umanitari sono rimasti gravemente feriti nell’attacco alla loro sede nel governatorato centrale di Deir al-Balah. Fonti delle Nazioni Unite citate da France Presse hanno riferito di una seconda vittima tra lo staff, anche se Moreira da Silva non ha confermato ufficialmente il decesso. Non è ancora chiaro se l'attacco fosse deliberato, ma si sa che è stato condotto dalle forze israeliane.

Bombardata una tenda funebre: 14 morti e decine di feriti

Mercoledì 19 marzo 2025, un raid aereo israeliano ha colpito una tenda funebre nel quartiere di Al Salateen a Beit Lahia, nel nord di Gaza, uccidendo almeno 14 palestinesi e ferendone circa 30. Il personale medico dell'ospedale indonesiano ha confermato di aver ricevuto i corpi delle vittime e numerosi feriti.

Netanyahu: "Ordine di colpire Hamas con forza"

Nella notte, il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno diffuso una nota congiunta dichiarando di aver "dato ordine all'esercito di agire con forza contro Hamas, dopo che si è rifiutato di liberare gli ostaggi e ha respinto tutte le proposte dell'inviato Usa Steve Witkoff e dei mediatori".

Morto sotto gli attacchi israeliani un operatore Onu bulgaro e feriti cinque collaboratori
Benjamin Netanyau

In un controverso tweet successivamente cancellato, Netanyahu ha scritto:

"In America e in Israele, quando un forte leader di destra vince un'elezione, lo Stato profondo di sinistra trasforma il sistema giudiziario in un'arma per ostacolare la volontà del popolo. Non vinceranno in nessuno dei due posti! Restiamo forti insieme". Il messaggio è stato rimosso e ripubblicato dal suo account personale.

La dichiarazione del premier arriva in un momento delicato, con due persone sotto interrogatorio in Israele per presunti fondi illeciti provenienti dal Qatar e destinati a un assistente di Netanyahu.

Gli Stati Uniti avvisati prima dell'attacco

Prima di lanciare i nuovi bombardamenti, Israele ha informato l’amministrazione statunitense. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, Brian Hughes, ha dichiarato che "Hamas avrebbe potuto rilasciare i rapiti per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto la guerra".

Il ministro della Difesa israeliano Katz ha rievocato le parole di Donald Trump, affermando:

"Le porte dell'inferno si apriranno a Gaza. Hamas verrà colpita con una forza mai vista prima. Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa".

Anche la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ribadito la linea dura:

"Hamas, gli Houthi, l'Iran e tutti quelli che stanno cercando di terrorizzare Israele e gli Stati Uniti pagheranno un prezzo".

Nel frattempo, caccia americani hanno colpito duramente gli Houthi in Yemen, prendendo di mira la capitale Sanaa, il porto di Hodeida e altre aree strategiche, distruggendo arsenali e basi militari del gruppo filoiraniano. Martedì sera, 18 marzo 2025, un missile balistico lanciato contro Israele è stato intercettato dal sistema Arrow, segnando il primo attacco di questo tipo in due mesi.

Familiari degli ostaggi in protesta contro Netanyahu

La ripresa delle ostilità ha aumentato lo sconforto tra i familiari degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Attualmente, 59 persone sono ancora prigioniere, di cui 24 si ritiene siano ancora in vita dopo 529 giorni di prigionia. Le famiglie hanno organizzato nuove proteste a Tel Aviv, chiedendo la fine del conflitto per garantire il rilascio dei loro cari.

"Il governo sta giustiziando gli ostaggi. Netanyahu ha deciso di riportare indietro Ben-Gvir invece degli ostaggi", ha affermato la leadership della protesta in una dichiarazione riportata da Haaretz. "La ripresa dei combattimenti è una condanna a morte per gli ostaggi. La guerra non sta riportando indietro gli ostaggi, la pressione militare li sta uccidendo e almeno 41 persone hanno già perso la vita. Quante altre pagheranno?"

Hamas valuta una nuova tregua

Fonti di Hamas hanno riferito al quotidiano Al-Arabi Al-Jadid di non essere contrarie alla proposta dell’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, ma solo a condizione di passare immediatamente alla Fase 2 dell’accordo per il cessate il fuoco. Una delegazione di Hamas è attesa al Cairo per discutere la situazione con alti funzionari egiziani. Nel frattempo, fonti del governo egiziano hanno confermato che una delegazione dell'Idf ha incontrato il capo dell'intelligence Hassan Rashad per tre ore, ieri, al Cairo, segno che i negoziati potrebbero essere ancora in corso.

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