LE REAZIONI

Moldavia, vittoria del partito europeista con oltre il 50% dei voti

Il Blocco Patriottico filo-russo guidato dall’ex presidente Igor Dodon si ferma sotto al 25% e denuncia presunti brogli elettorali

Moldavia, vittoria del partito europeista con oltre il 50% dei voti

La Moldavia ha scelto l’Europa. Alle elezioni parlamentari di domenica 28 settembre 2025, il Partito d’Azione e Solidarietà (PAS), formazione filo-europea guidata dalla presidente Maia Sandu, ha ottenuto oltre il 50% dei voti.

Vittoria netta in un clima di tensione

Le legislative si sono svolte in un clima teso, con accuse di interferenze russe, attacchi informatici, minacce di bombe e sospetti di compravendita di voti. Il governo moldavo ha denunciato pressioni dirette da Mosca, mentre il Cremlino ha respinto le accuse parlando di “isteria anti-russa”. Le autorità hanno escluso due partiti filo-russi dalle urne per presunti finanziamenti illeciti e nelle ultime settimane le forze dell’ordine hanno compiuto centinaia di blitz contro reti sospettate di fomentare disordini.

Secondo gli osservatori, un ruolo decisivo lo ha avuto ancora una volta la diaspora moldava, che rappresenta quasi un quinto dell’elettorato e che si è mobilitata in massa nei seggi all’estero: oltre 270mila votanti, con punte record in Italia, Belgio e Stati Uniti.

Moldavia, vittoria netta del partito europeista con oltre l 50% dei voti
Maia Sandu con Antonio Costa e Ursula von der Leyen

I dati ufficiali della Commissione Elettorale Centrale attribuiscono al PAS il 50,03% dei consensi, contro il 24,26% del Blocco Patriottico filo-russo guidato dall’ex presidente Igor Dodon.

Altri partiti si sono fermati su percentuali più basse: il Blocco Alternativa al 7,99%, il populista Nostro Partito al 6,21% e il movimento di destra Democrazia in Patria al 5,63%. Secondo le prime proiezioni, il PAS potrebbe ottenere fino a 55 seggi su 101, confermando la maggioranza assoluta nell’assemblea di Chișinău.

Dodon e i leader del Blocco Patriottico hanno contestato l’esito, sostenendo che “il PAS ha perso queste elezioni” e che l’opposizione nel suo complesso, sommando i voti delle varie forze filo-russe, avrebbe ottenuto il 49,5%. L’ex presidente ha annunciato manifestazioni davanti al Parlamento per denunciare presunti brogli, senza però presentare prove concrete.

Le reazioni internazionali

La vittoria di Sandu è stata salutata come una svolta europea non solo a Chișinău, ma anche nelle principali capitali occidentali.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato che “la Russia non è riuscita a destabilizzare la Moldavia” e che “ha vinto l’idea dell’Europa, l’idea di uno sviluppo nazionale stabile”.

Dall’Unione europea sono arrivati messaggi unanimi. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha scritto:

Moldavia, ci sei riuscita di nuovo. Nessun tentativo di seminare paura o divisione ha potuto infrangere la tua determinazione. Hai fatto una scelta chiara: Europa, democrazia e libertà. La nostra porta è aperta.

L’alto rappresentante per la politica estera Kaja Kallas ha parlato di “chiaro sì a un futuro europeo, nonostante i massicci sforzi della Russia per diffondere disinformazione e comprare voti”.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito la vittoria del PAS “una scelta di libertà e sovranità” e il premier polacco Donald Tusk ha lodato “il coraggio della nazione moldava e di Maia Sandu per aver fermato i tentativi russi di prendere il controllo dell’intera regione”.

Anche il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il premier rumeno Ilie Bolojan e il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani hanno espresso congratulazioni e sostegno, ribadendo che “il futuro della Moldavia è in Europa”.

La Moldavia prova a voltare pagina

Nonostante la vittoria, il cammino del PAS resta in salita. L’inflazione attorno al 7%, i costi energetici in aumento e le resistenze di parte della popolazione filo-russa mantengono alta la tensione interna. A Chișinău e nelle città della Transnistria e della Gaugazia circolano sentimenti opposti: c’è chi vede nell’Europa protezione dalla guerra in Ucraina e chi rimpiange la stabilità dell’era sovietica.

Il voto del 28 settembre conferma la scelta europeista della Moldavia, ma non mette fine allo scontro politico e geopolitico che attraversa il Paese. Le prossime settimane, con la formazione del nuovo governo e le eventuali proteste dell’opposizione, saranno decisive per capire se la vittoria di Sandu rappresenterà davvero un passo stabile verso l’integrazione nell’Unione europea.