La foto shock in catene dell'espulsione di migranti irregolari reimbarcati su un aereo militare
Il Messico prima si è rifiutato di far atterrare il velivolo, poi ha deciso di cooperare

Sono passati appena cinque giorni dalla sua rielezione come 47esimo Presidente degli Stati Uniti, ma il nuovo mandato di Donald Trump ha già preso il via con un’ondata di polemiche.
Nella giornata di ieri, venerdì 24 gennaio 2025, la Casa Bianca ha pubblicato sui propri profili social un’immagine shock.
Un gruppo di immigrati irregolari ammanettati e in catene, in fila verso un aereo militare che li avrebbe riportati nel loro Paese d’origine.
Migranti in catene, il post shock
La foto, accompagnata dal messaggio “Promesse fatte, promesse mantenute”, ha rapidamente fatto il giro del mondo.
Il post pubblicato su X recita:
“Come promesso, il presidente Trump sta inviando un messaggio forte al mondo. Chi entra illegalmente negli Stati Uniti andrà incontro a gravi conseguenze”.
Il post condiviso dalla White House:
Just as he promised, President Trump is sending a strong message to the world: those who enter the United States illegally will face serious consequences. pic.twitter.com/yqgtF1RX6K
— The White House (@WhiteHouse) January 24, 2025
Le immagini degli immigrati incatenati provengono dalla base militare di Fort Biggs, vicino a El Paso, in Texas, uno dei punti più critici del confine con il Messico. I migranti irregolari fotografati fanno parte di un gruppo di circa 80 persone diretto in Guatemala e trasportato nel paese a bordo di velivoli militari messi a disposizione dal Pentagono.
Raid anche in chiese e scuole
L’operazione, condotta in stretta collaborazione con il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Sicurezza Interna (Homeland Security), rappresenta un’escalation nella politica migratoria di Trump.
La Casa Bianca non si è limitata a rimpatriare i migranti, ma ha voluto sottolineare la durezza del proprio approccio rendendo pubbliche le immagini come monito.
Il Presidente ha annunciato la mobilitazione di altri 10mila soldati al confine con il Messico, il rafforzamento dei poteri delle forze di polizia e una serie di ordini esecutivi che includono la sospensione di tutte le richieste d'asilo pendenti e la possibilità per gli agenti di effettuare raid anche in luoghi fino ad oggi considerati protetti come chiese e scuole.
Raid già effettuati nelle ultime 48 ore hanno portato all’arresto di oltre 700 persone in città come Chicago, New York, Boston e Newark.
Tensioni con il Messico?
Ma ovviamente, non tutti gli Stati confinanti hanno accolto con favore la nuova politica di Trump. Secondo fonti del Pentagono, il Messico avrebbe negato l’autorizzazione all’atterraggio di un aereo militare che trasportava migranti irregolari di nazionalità messicana.
Tuttavia, il Ministero degli Esteri messicano ha smentito questa notizia garantendo che accetterà sempre il rimpatrio dei propri cittadini. Le tensioni sono però palpabili e non solo per quanto riguarda l'immigrazione.
Negli ultimi giorni, Trump ha dichiarato di voler acquisire la Groenlandia, dipendente dalla Danimarca. Dura la reazione danese, si parla di una telefonata infuocata tra la premier danese Mette Frederiksen e il presidente degli Stati Uniti.
Proseguono invece i buoni rapporti tra il Tycoon e la nostra presidente Giorgia Meloni, Trump ha dichiarato che valuterà sull'eventualità di rendere l'Italia esente dai dazi.