Meloni sente Abu Mazen: "Inaccettabile quanto accade a Gaza". 300mila bambini a rischio malnutrizione acuta
Solo l'1.5% dei terreni coltivabili nella Striscia è ancora utilizzabile. Il Pd: "Basta armi a Israele"

Nel pomeriggio di lunedì 11 agosto 2025, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il presidente palestinese Mahmoud Abbas, conosciuto anche come Abu Mazen, qualificando come "inaccettabile", quanto accade a Gaza.
Il leader dell’Autorità nazionale palestinese ha espresso un “sincero apprezzamento” per il ruolo, definito “fondamentale”, svolto finora dall’Italia nel fornire aiuti umanitari e per le posizioni politiche assunte in merito al conflitto in corso.
Meloni: "Inaccettabile quanto accade a Gaza"
Secondo una nota di Palazzo Chigi, Meloni ha ribadito la propria “profonda preoccupazione” per le recenti decisioni israeliane che, a suo avviso, rischiano di innescare una nuova escalation militare. La premier ha definito “ingiustificabile e inaccettabile” la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, sottolineando l’urgenza di un cessate il fuoco immediato per permettere il proseguimento degli aiuti alla popolazione civile allo stremo.
Ha inoltre condiviso con Abbas la convinzione che Hamas debba liberare tutti gli ostaggi e accettare di non poter avere un futuro ruolo di governo nella Striscia.
La presidente del Consiglio ha confermato l’impegno italiano sul fronte umanitario attraverso l’iniziativa Food for Gaza, che in queste ore comprende anche lanci aerei di aiuti e l’evacuazione di oltre 150 bambini bisognosi di cure mediche. Ha annunciato ad Abbas che nei prossimi giorni arriveranno in Italia altri piccoli pazienti da curare.

Meloni ha inoltre assicurato che il nostro Paese è pronto a contribuire alla stabilizzazione e alla ricostruzione di Gaza, riaffermando l’importanza di un processo politico che porti a una “pace giusta e duratura” tramite la soluzione dei due Stati. I due leader si incontreranno a New York in occasione della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Pd: "Basta armi ad Israele"
Sul fronte interno, il Partito Democratico ha espresso una condanna netta e ha chiesto al governo di interrompere immediatamente la fornitura di armi a Israele. La segretaria Elly Schlein, nei giorni scorsi, aveva lanciato un appello urgente:
“Netanyahu va fermato adesso. L’Unione Europea e il governo italiano non devono indugiare nel condannare il piano criminale di occupazione totale di Gaza annunciato da Israele”.
Il Pd sollecita l’esecutivo a muoversi sul piano diplomatico, a partire dalla convocazione straordinaria del Consiglio Europeo e da un’azione immediata dell’ONU per fermare l’occupazione e i “crimini” imputati al premier israeliano. Secondo i dem, l’Europa deve usare “tutti gli strumenti di pressione”, incluse sanzioni, sospensione della cooperazione militare e riconoscimento immediato dello Stato di Palestina.
Crisi umanitaria: fame e collasso agricolo
Il quadro umanitario a Gaza, intanto, continua a peggiorare. Il Programma alimentare mondiale (PAM) dell’ONU ha avvertito che oltre 300.000 bambini sono a rischio grave di malnutrizione acuta, un aumento “vertiginoso” rispetto ai mesi precedenti.
Un nuovo rapporto della FAO, basato su dati satellitari dell’Unosat, conferma un crollo quasi totale della produzione alimentare: al 28 luglio, solo l’8,6% dei terreni agricoli era accessibile (pari a 1.301 ettari), ma appena l’1,5% risultava sia accessibile sia integro, cioè 232 ettari. Prima del conflitto, l’agricoltura rappresentava circa il 10% dell’economia di Gaza e garantiva sostentamento diretto o parziale a 560.000 persone.

“La popolazione muore di fame non perché il cibo non esista, ma perché l’accesso è bloccato e i sistemi agricoli locali sono crollati”, ha dichiarato il direttore generale della FAO, Qu Dongyu.
Poche settimane fa, 111 organizzazioni non governative, tra cui Caritas e Medici Senza Frontiere, avevano denunciato una “carestia di massa” in corso nell’enclave.
Uccisi sei giornalisti di Al Jazeera
Cresce anche l’indignazione internazionale per l’uccisione di sei membri dello staff di Al Jazeera in un raid israeliano mirato contro una tenda dei media a Gaza City. Fra le vittime c’è Anas al-Sharif, corrispondente che Israele ha definito un “terrorista”. Il suo ultimo messaggio, diffuso sui social, recitava: “Vi affido la Palestina”.

“È inaccettabile colpire i giornalisti, serve fermare la guerra e riavviare il processo politico”, ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo alla riunione in videoconferenza del Consiglio Affari Esteri dell’Ue.
Nuovi bombardamenti e vittime civili
Nelle ultime 12 ore, almeno nove palestinesi sono stati uccisi in tre attacchi dell’esercito israeliano nella Striscia. Cinque civili sono morti a Khan Younis, nel sud, quando un bombardamento ha colpito una tenda che ospitava sfollati. Altri quattro sono deceduti a Gaza City, nei pressi della moschea al-Faruq, nel quartiere di Zeitoun.
La Wafa, agenzia palestinese, segnala anche un attacco nel quartiere Tal al-Hawa, a sud-ovest della città, con un numero imprecisato di vittime.