"Medioriente pericoloso". Trump richiama il personale USA
Esercito israeliano: "Recuperati i corpi di due vittime del 7 ottobre"

Il Medio Oriente torna ad agitare le diplomazie internazionali. A fare da detonatore a una tensione crescente è stata l’annunciata evacuazione del personale non essenziale da diverse sedi diplomatiche statunitensi nella regione. La decisione, motivata da Donald Trump con il fatto che l’area “potrebbe diventare un posto molto pericoloso”, arriva mentre i negoziati tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare sembrano vicini a un punto di rottura.
USA in allerta: attacco di Israele in Iran?
Il Washington Post ha rivelato che gli Stati Uniti sarebbero in allerta per un possibile attacco di Israele contro i siti nucleari iraniani, anche senza l’approvazione preventiva di Washington. Una mossa che, se confermata, rischierebbe di scatenare una rappresaglia da parte di Teheran e innescare un’escalation su scala regionale.
REPORTER: "Could you provide an update on Iran? US personnel are being moved out of the region."
TRUMP: "They are being moved out because it could be a dangerous place. We'll see what happens."
"They can't have a nuclear weapon, very simple." pic.twitter.com/yGZ0Kal7bi
— Breaking911 (@Breaking911) June 11, 2025
Il Dipartimento di Stato ha così ordinato l’evacuazione del personale non necessario dalle ambasciate a Baghdad, in Iraq, e ha esteso la misura anche alle sedi diplomatiche in Kuwait e Bahrain. Il Pentagono, nel frattempo, ha autorizzato la partenza volontaria dei familiari dei militari statunitensi da diverse basi nel Medio Oriente, pur mantenendo operative le installazioni strategiche come la base di Al-Udeid in Qatar.
Il presidente Trump ha dichiarato ai giornalisti di “avere sempre meno fiducia” nella possibilità che l’Iran accetti un compromesso sull’arricchimento dell’uranio, sottolineando che i colloqui con Teheran sono in una fase “critica”. Una nuova proposta diplomatica è stata inoltrata alla Repubblica Islamica, con risposta attesa nei prossimi giorni.

Nel frattempo, il sesto round negoziale tra Iran e Stati Uniti è stato annunciato per domenica prossima a Muscat, in Oman, dove i due Paesi torneranno a sedersi al tavolo in un clima di crescente incertezza. La notizia è arrivata poche ore dopo le dichiarazioni di Trump e alimenta le speranze di un’ultima via diplomatica prima del possibile precipitare degli eventi.
Israele, dal canto suo, continua a premere. Secondo fonti di NBC News, l’ipotesi di un attacco militare israeliano all’Iran nei prossimi giorni è concreta, “molto probabilmente senza il supporto degli Stati Uniti”. Netanyahu, che da mesi fa pressioni su Washington per agire contro Teheran, avrebbe discusso telefonicamente con Trump per oltre 40 minuti, ribadendo che “per evitare che l’Iran diventi una potenza nucleare, è necessario colpire prima che sia troppo tardi”.
Ritrovati i corpi di due ostaggi israeliani
Le tensioni geopolitiche si accompagnano a un’ulteriore escalation sul fronte della guerra a Gaza. L’esercito israeliano ha annunciato il ritrovamento a Khan Younis dei corpi di due ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 durante l’attacco al kibbutz di Nir Oz. Uno dei due è stato identificato come Yair Yaakov, 59 anni, mentre l’identità dell’altro non è stata ancora resa pubblica.
Secondo il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane, entrambi sarebbero stati uccisi fin dal primo giorno dell’attacco da miliziani della Jihad Islamica. Yaakov era stato rapito insieme alla moglie Meirav e ai figli Or e Yagil, tutti rilasciati nel novembre 2023 durante uno scambio di prigionieri. Israele stima che nella Striscia di Gaza si trovino ancora 20 ostaggi vivi e i corpi di circa altri 30.