Nuovo picco di tensione tra Venezuela e Stati Uniti dopo che due caccia venezuelani hanno sorvolato per due giorni consecutivi la nave da guerra americana USS Jason Dunham nel Mar dei Caraibi.
Dos F-16 venezolanos sobrevolaron el destructor estadounidense de la clase Arleigh Burke, USS Jason Dunham (DDG-109) en el Mar del Caribe.
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— CROM (@CRNICASMILITAR1) September 5, 2025
Un episodio definito dal Pentagono – presto Dipartimento di Guerra – “altamente provocatorio” e che ha spinto il presidente americano Donald Trump a minacciare di abbattere qualsiasi velivolo di Caracas considerato pericoloso per le forze statunitensi.
Maduro: “Pronti a lotta armata”
Il leader venezuelano Nicolás Maduro ha replicato con toni contraddittori: da un lato ha invitato al dialogo, affermando che “nessuna delle differenze con gli Stati Uniti giustifica un conflitto militare”, dall’altro ha ribadito che il Paese è pronto a passare da “una fase politica” a “una fase di lotta armata” in caso di attacco. Durante un discorso televisivo ha parlato di “una repubblica in armi” e annunciato la mobilitazione della Milizia Nazionale.

Al centro della crisi ci sono le accuse di Washington contro il governo venezuelano, ritenuto coinvolto nei traffici del cosiddetto Cartel de los Soles. Gli Stati Uniti hanno raddoppiato la taglia su Maduro a 50 milioni di dollari, definendolo un “narcoterrorista incriminato” e un “fuggitivo dalla giustizia americana”.
Nei giorni scorsi un raid aereo statunitense ha colpito una motovedetta nei Caraibi, uccidendo 11 presunti trafficanti che, secondo la Casa Bianca, erano legati a Maduro. Caracas ha denunciato “omicidi extragiudiziali”, accusando gli Usa di voler costruire un pretesto per un cambio di regime. Il segretario di Stato Marco Rubio ha ribadito la linea dura:
“Troveremo questi trafficanti e li faremo saltare in aria, con o senza l’aiuto dei loro governi”.
La risposta militare di Trump
Per dare un segnale di forza, Trump ha ordinato il dispiegamento di 10 caccia F-35 a Porto Rico, affiancati da un incrociatore lanciamissili, tre cacciatorpediniere e un sottomarino nucleare. Secondo fonti militari, circa 4.000 Marines sarebbero già pronti a entrare in azione nella regione. L’operazione rientra nella nuova strategia americana di “guerra ai narco-terroristi”, annunciata dalla Casa Bianca come priorità di sicurezza nazionale.

Maduro, in un messaggio radiotelevisivo, ha accusato Washington di perseguire “una politica di regime violento in America Latina e nei Caraibi” e ha definito l’attuale pressione Usa “la più grande minaccia che il nostro continente abbia visto negli ultimi cento anni”. Ha respinto con forza le accuse di narcotraffico, sottolineando che il Venezuela non produce né coca né cocaina e che i progressi nella lotta antidroga sono stati riconosciuti da organismi internazionali.