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Macron: "La Francia riconoscerà lo stato di Palestina". Rubio: "Schiaffo alle vittime del 7 ottobre"

Dura reazione anche da parte di Netanyahu: "Premio al terrorismo"

Macron: "La Francia riconoscerà lo stato di Palestina".  Rubio: "Schiaffo alle vittime del 7 ottobre"
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Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina nel settembre 2025, durante la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Si tratta di una svolta significativa nella diplomazia internazionale, con la Francia che rompe con la tradizionale posizione delle potenze occidentali, storicamente legate all’idea che il riconoscimento possa avvenire solo a seguito di un accordo di pace negoziato con Israele.

"Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. L’urgenza oggi è che cessi la guerra a Gaza e che la popolazione civile sia soccorsa", ha dichiarato Macron, sottolineando la necessità di un cessate il fuoco immediato, della liberazione di tutti gli ostaggi e dell’avvio di massicci aiuti umanitari.

Il presidente francese ha ribadito che la pace è possibile solo con la creazione di uno Stato palestinese vitale e smilitarizzato, capace di coesistere con Israele, partecipando alla sicurezza regionale. Ha inoltre affermato di aver informato il presidente dell’Autorità Palestinese della sua determinazione ad andare avanti, parlando di fiducia, chiarezza e impegno.

Uno Stato riconosciuto da tre quarti del mondo

Secondo l’agenzia AFP, sono almeno 142 i Paesi membri dell’ONU che già riconoscono o si preparano a riconoscere lo Stato di Palestina. Tra questi figurano la maggior parte dei Paesi del Medio Oriente, dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Tuttavia, il riconoscimento non è condiviso da potenze come Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Corea del Sud e dalla maggior parte dell’Europa occidentale.

Nel 2024, il premier spagnolo Pedro Sanchez aveva già percorso questa strada: la Spagna, infatti, riconosce lo Stato della Palestina".

La proclamazione ufficiale dello Stato palestinese risale al 15 novembre 1988, durante la prima Intifada. In quell’occasione, Yasser Arafat dichiarò a Algeri la nascita di uno Stato indipendente con Gerusalemme capitale, promuovendo la soluzione dei due Stati. L’Algeria fu il primo Paese a riconoscerlo, seguita rapidamente da decine di altri Stati. Un secondo importante ciclo di riconoscimenti si verificò tra il 2010 e il 2011, con il sostegno di molti Paesi sudamericani, tra cui Argentina, Brasile e Cile, in un contesto di crisi nel processo di pace.

Le reazioni: tensioni diplomatiche e posizioni contrapposte

L'annuncio di Macron ha suscitato reazioni forti e contrastanti. Gli Stati Uniti si sono espressi con fermezza contro la decisione francese. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha parlato di un’iniziativa "imprudente", accusandola di favorire la propaganda di Hamas e di offendere le vittime dell’attacco del 7 ottobre.

Dello stesso tenore le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha definito il riconoscimento un “premio al terrorismo” e un rischio di creare un “nuovo proxy iraniano” in Medio Oriente. Ha condannato con forza la scelta di Parigi, parlando di un atto che legittima uno Stato “accanto a Tel Aviv” proprio all’indomani del massacro del 7 ottobre.

A queste critiche si aggiungono le parole incendiarie del ministro israeliano dell’estrema destra, Amihai Ben-Eliyahu, che ha dichiarato: “Tutta Gaza sarà ebraica… Il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male”, affermando inoltre che la popolazione palestinese sarebbe “istruita sul Mein Kampf”.

Hamas e l’ONU: appoggio alla scelta francese

Di segno opposto la reazione di Hamas, che ha accolto con favore l’iniziativa francese. In un comunicato ufficiale, il movimento islamista ha definito l’annuncio di Macron “un passo positivo nella giusta direzione”, in quanto sostiene “il legittimo diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione” e alla costituzione di uno Stato indipendente con Gerusalemme capitale.

Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza continua a peggiorare drammaticamente. Secondo quanto riportato dal Guardian, più di un terzo dei 113 decessi per fame registrati nella Striscia si sono verificati solo negli ultimi quattro giorni. Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, ha denunciato il collasso del sistema umanitario, spiegando che molti operatori stanno svenendo per la fame durante il lavoro.

“Le persone a Gaza non sono né morte né vive, sono cadaveri ambulanti”.

In risposta alla crisi, i leader di Francia, Gran Bretagna e Germania hanno tenuto una “chiamata di emergenza” sulla situazione a Gaza. Il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato che “le sofferenze e la fame” dei palestinesi sono “indifendibili”.