Ultimatum di Israele all'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi: "Avete tempo fino a fine mese per andarvene da Gerusalemme Est"
Intanto la guerra s'è spostata da Gaza alla Cisgiordania: altri 14 morti a Jenin
Altro che tregua, la guerra tra Israele e Hamas non si è certo fermata. Sta solamente cambiando scenario. Nel frattempo, le tensioni scoppiano anche tra Israele e l'Onu in un clima di conflitto che, nonostante il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, continua a mietere vittime e a spostarsi su altri fronti. Ma proseguiamo per gradi.
Israele all'Unrwa: "Lasciate Gerusalemme"
Nella giornata di venerdì 24 gennaio 2025, il governo israeliano ha intimato all’Unrwa (l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi) di cessare tutte le attività a Gerusalemme Est entro il 30 gennaio. L’ultimatum è stato formalizzato in una lettera inviata dall’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon al segretario generale Antonio Guterres.
Israele accusa l'agenzia di essere infiltrata da membri di Hamas e ritiene che alcuni suoi dipendenti abbiano addirittura partecipato agli attacchi del 7 ottobre 2023. Secondo Danon, l’Unrwa rappresenta un “grave rischio per la sicurezza” e non ha affrontato le preoccupazioni sollevate da Israele in merito alle infiltrazioni.
L'ONU difende il lavoro dell'agenzia
L’ultimatum segue una legge approvata dal parlamento israeliano ad ottobre che vieta le attività dell’agenzia dopo 90 giorni. Israele ritiene che le funzioni dell’Unrwa possano essere assorbite da altre agenzie ONU.
Ma l’ONU difende l’insostituibilità dell’Unrwa che fornisce servizi essenziali come istruzione e assistenza sanitaria ai palestinesi, inclusi quelli di Gerusalemme Est. Guterres, in una lettera dell’8 gennaio, ha ricordato che Israele, in quanto potenza occupante, sarebbe obbligata a garantire la continuità dei servizi in caso di chiusura dell’agenzia.
Guerra in Cisgiordania, 13 palestinesi uccisi
Mentre l’attenzione si concentra sull’ultimatum all’Unrwa, Israele ha lanciato una nuova offensiva militare denominata “Muro di Ferro”. La guerra continua non a Gaza, ma in Cisgiordania. L’operazione mira a smantellare il “Battaglione Jenin”, una formazione di miliziani affiliati a gruppi come Hamas e la Jihad Islamica Palestinese.
A Jenin, le tensioni sono esplose con particolare intensità. L’esercito israeliano avrebbe imposto un assedio al campo profughi della città ordinando l’evacuazione di centinaia di persone tramite megafoni montati su droni e veicoli militari, lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa .
Almeno 13 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime ore, questo secondo le autorità di Tel Aviv.
Eliminati due terroristi da Israele
Israel Defense Forces ha invece orgogliosamente dichiarato di aver eliminato Mohamad Nazzal e Katiba Shalabi, due terroristi ritenuti responsabili dell'attacco del 6 gennaio a Funduq in Cisgiordania che aveva causato tre morti israeliani.
Come possiamo notare, la pressione militare continua. Nonostante il cessate il fuoco, la situazione rimane tesa anche nella Striscia. Secondo la difesa civile di Gaza, nel sud, a Rafah, un carro armato israeliano avrebbe ucciso due palestinesi.