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Lo strappo dell'Ungheria non sfilaccia l'Unione: i 5 principi cardine per la pace

Veto di Orban che vuol fare anche un referendum in Ungheria per l'ingresso dell'Ucraina nella Ue

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Viktor Obran a Bruxelles

Viktor Orban ha detto "No". Al Consiglio straordinario di Bruxelles, tenutosi nella giornata di giovedì 6 marzo 2025, le conclusioni sull'Ucraina sono state adottate da 26 Stati membri su 27. Resta, infatti, il veto del premier ungherese circa il supporto all'Ucraina. Per superare l’impasse, il presidente Antonio Costa ha pubblicato una dichiarazione firmata dagli altri 26 leader, dimostrando così la compattezza dell’UE nel sostenere Kiev. Costa ha inoltre sottolineato che l’Ungheria "non dividerà" l’Europa su questo tema

Viktor Orban

Al contrario, circa il piano sulla difesa comune europea, anche Orban ha dato il proprio benestare. 

L'Ungheria si isola: accordo europeo sulla difesa, ma non sull'Ucraina

Il Consiglio Europeo straordinario di Bruxelles ha segnato un punto di svolta nella politica di difesa comune dell’Unione Europea. I leader dei 27 Paesi membri hanno raggiunto un’intesa su un rafforzamento della sovranità europea in materia di difesa, con l'obiettivo di rendere l’UE "più responsabile per la propria sicurezza" e "meglio equipaggiata per affrontare le sfide e le minacce future". Tuttavia, l’unanimità è venuta meno sulle conclusioni riguardanti l’Ucraina, a causa della ferma opposizione dell’Ungheria di Viktor Orbán.

A differenza di precedenti vertici, in cui Budapest aveva negoziato concessioni in cambio del suo assenso, questa volta Orbán ha mantenuto la sua posizione, rifiutandosi di aderire al testo proposto. Per evitare un compromesso al ribasso, i restanti 26 Stati membri hanno scelto di adottare un documento separato, tecnicamente non riconosciuto come conclusioni ufficiali del Consiglio Europeo, ma allegato a queste e "fortemente sostenuto" dalla maggioranza.

Il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha sottolineato che l’Ungheria si è "isolata" nel dibattito, ma ha respinto l’idea che questa spaccatura possa essere interpretata come una divisione dell’Unione, evidenziando invece la compattezza degli altri 26 Paesi nel sostegno a Kiev. Orbán ha risposto con toni altrettanto decisi, ribaltando la prospettiva e affermando che "è l’UE a essere isolata" rispetto alle grandi potenze globali come Stati Uniti, Cina e Russia, mentre l’Ungheria mantiene "ottimi rapporti" con tutte e tre.

Una posizione simile era stata inizialmente assunta anche dal premier slovacco Robert Fico, che ha poi cambiato rotta dopo aver ottenuto un riferimento specifico nel documento alla questione del transito del gas attraverso l’Ucraina, cruciale per la Slovacchia, Paese senza sbocchi sul mare e fortemente dipendente dal metano trasportato via gasdotto.

La frattura sulla questione ucraina si fa così più evidente, con l’Ungheria che, confinando direttamente con il Paese invaso, adotta un approccio diverso rispetto alla stragrande maggioranza degli altri Stati membri, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con la Russia di Vladimir Putin.

Nonostante le divergenze, Orbán ha dato il suo appoggio alle conclusioni sulla difesa comune, che includono il sostegno al piano ReArmEu, un’iniziativa da 800 miliardi di euro volta a colmare il gap accumulato dall’Europa in termini di armamenti.

Orbán propone una consultazione pubblica sull’Ucraina

Dopo il vertice, il premier ungherese ha ulteriormente rafforzato la sua posizione, annunciando che il suo governo avvierà una "consultazione pubblica" interna sull’adesione dell’Ucraina all’UE. Parlando alla radio di Stato, Orbán ha dichiarato che l’Unione Europea non può continuare a finanziare gli sforzi militari ucraini senza interpellare direttamente i cittadini:

"È uno schema che utilizziamo regolarmente per raccogliere l'opinione del popolo", ha spiegato.

Attraverso i suoi canali social, ha poi ribadito che "l'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea non può essere decisa ignorando i cittadini", sottolineando l'importanza di un coinvolgimento diretto della popolazione ungherese in questa scelta cruciale per il futuro del continente.

I 5 punti della pace ucraina

Quali sono i cinque punti per la pace in Ucraina, vergati nella dichiarazione a 26 (approvata senza l'ungherese Viktor Orban)?

  1. Nessun negoziato sull’Ucraina può avvenire senza la partecipazione dell’Ucraina stessa.
  2. Qualsiasi discussione sulla sicurezza europea deve coinvolgere l’Europa, poiché è direttamente collegata alla sicurezza ucraina e globale.
  3. Una tregua o un cessate il fuoco possono essere considerati solo all'interno di un processo volto a un accordo di pace complessivo.
  4. L’eventuale accordo di pace deve includere garanzie di sicurezza solide e credibili per Kiev, al fine di scoraggiare future aggressioni russe.
  5. Il rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina è imprescindibile.

Durante il vertice, i leader hanno anche discusso delle garanzie di sicurezza che l’UE potrebbe offrire a Kiev, valutando le richieste avanzate dagli Stati Uniti. Al centro del dibattito c’è stato il piano ReArm Europe, che punta a rafforzare le capacità difensive dell’UE e il coordinamento degli aiuti militari all’Ucraina.

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