Lo stato di salute della Democrazia nel mondo è preoccupante
In base all'indice calcolato dall'Economist, il tasso di democratizzazione del mondo è sceso al punteggio più basso da che esiste questo strumento di misurazione

In copertina la "mappa della democrazia": blu "democrazia piena", azzurro "democrazia imperfetta", giallo "regime ibrido" e rosso "regime autoritario".
Democrazia, allarme rosso
Declino, discesa? Di sicuro è un fenomeno che ha una sua continuità anche se con quello che Tullio De Piscopo canterebbe come "Andamento lento". Magari non proprio una deriva irrecuperabile verso il basso, ma di sicuro una fotografia non incoraggiante.
Perché quando si parla di democrazia e della sua salvaguardia non si può non stare con le antenne ben dritte.
Tanto più che le notizie che arrivano dal rapporto annuale dell'Economist Democracy Index non sembrano volgere molto all'ottimismo.
Il documento redatto dall’ufficio studi del settimanale britannico The Economist è infatti per certi suoi aspetti decisamente allarmante.
Cosa dice il rapporto annuale del The Economist
Ma cosa dice esattamente l'indagine del periodico UK? Secondo l’analisi (che fa riferimento all'anno passato, il 2024) il livello di democratizzazione globale avrebbe registrato infatti un preoccupante calo (già in essere dagli anni precedenti, da qui la "fotografia" di una lenta discesa), passando da 5,23 a 5,17 su un massimo di 10.
E attenzione, si tratta del valore più basso mai rilevato da quando esiste questo strumento di misurazione.
Democrazia, una lenta, costante discesa
Come detto, si tratta di un andamento che si sta confermando negli anni.
Dunque la riflessione che preoccupa maggiormente è che non si tratta di una flessione isolata, ma di un ulteriore aggiornamento di un trend negativo che, dati alla mano, prosegue ormai da quasi un decennio, andando a penalizzare la qualità democratica nel mondo.
Come è strutturato il report
Il report del The Economist valuta ogni anno 167 Paesi e territori su una scala da zero a dieci basata su cinque criteri:
- processo elettorale e pluralismo
- funzionamento del governo
- partecipazione politica
- cultura politica e libertà civili
I Paesi sono poi raggruppati in quattro categorie:
- democrazie complete
- democrazie imperfette
- regimi ibridi
- regimi autoritari
Italia, Europa, resto del Mondo: come siamo messi
In un momento storico segnato dal conflitto tra Russia e Ucraina e dalle tensioni in Medio Oriente, per non parlare delle spinte sovraniste e dei populismi, la curiosità è tutta concentrata sulla situazione nel nostro Paese (dove al Governo c'è una premier espressione di un partito di Destra) e nel resto d'Europa.
L'Italia a una prima lettura ne esce solo "benino", con una "classificazione" in colori, in azzurro, ovvero una democrazia imperfetta (il blu invece rappresenta il valore più alto a testimoniare una democrazia perfetta).
In realtà, il nostro Paese si è posizionato al 37esimo posto, con un punteggio di 7,58 su 10, ex aequo con Capo Verde.
E a una lettura più approfondita, si tratta di un trend negativo: rispetto allo scorso anno, l’Italia ha infatti perso 1,1 punti ed è scesa di tre posizioni nella classifica mondiale.
Le percentuali generali
Ad ogni modo, blu e azzurro sono i colori che si concentrano principalmente in Europa e nelle Americhe.
Secondo il documento nel 2024 solo il 45% della popolazione viveva in una democrazia, il 39% sotto un regime autoritario e il 15% in sistemi “ibridi”.
La fotografia della democrazia in Europa
In particolare, il Vecchio Continente, l'Europa, si conferma l’area con il maggior numero di democrazie compiute.
Nella top 10 dell’indice compaiono infatti Norvegia (al primo posto) e a seguire Svezia, Islanda, Svizzera, Finlandia, Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi.
Il report de The Economist evidenzia una netta predominanza di Stati nordici e scandinavi ai vertici della classifica.
Il resto del mondo
Dopo la Norvegia, in realtà, nella classifica generale al secondo posto come Paese più democratico figura la Nuova Zelanda, ma godono di buona salute (democratica) anche Australia e Giappone.
Il Paese meno democratico è invece l’Afghanistan (0,25), seguito dal Myanmar (0,96).
Libia e Senegal hanno invece migliorato la loro qualità di democrazia tra il 2023 e il 2024.
Il Bangladesh è invece il Paese che è peggiorato di più.
Guardando le tre maggiori potenze mondiali, c'è poco da stare allegri: Russia e Cina sono classificati come regimi autoritari, mentre l'America di Trump è stata declassata a "democrazia imperfetta" (nel nuovo continente spicca solo il Canada, sarà forse per questo che il tycoon vorrebbe farne il 51esimo stato Usa).