ESTREMA DESTRA

Lega e FdI esultano per l'ascesa dei sovranisti anche in Romania: Simion oltre il 40% al primo turno

Le elezioni si sono svolte in un clima teso e polarizzato tra il massiccio attacco informatico e le ingerenze russe su Tik Tok

Lega e FdI esultano per l'ascesa dei sovranisti anche in Romania: Simion oltre il 40% al primo turno
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La Romania vira verso il nazionalismo sovranista e anti-occidentale incarnato da George Simion. Al termine del primo turno delle elezioni presidenziali, tenutosi il 4 maggio, Simion ha ottenuto una vittoria netta con oltre il 40% delle preferenze, staccando di quasi 20 punti il suo rivale, il filo-europeista sindaco di Bucarest Nicușor Dan, qualificatosi al ballottaggio con il 20,7%.

L'ascesa della nuova destra in Europa orientale

La tornata elettorale, segnata da una forte partecipazione (53,2%, in crescita rispetto alle elezioni annullate dello scorso novembre), rappresenta un punto di svolta per il panorama politico romeno. Il successo di Simion, leader del partito AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni), consolida l’ascesa della nuova destra in Europa orientale.

In Romania trionfa l'estrema destra, George Simion ottiene oltre il 40% al primo turno
George Simion

Già vicepresidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei, Simion è un volto noto del populismo anti-sistema. Ha dichiarato di ispirarsi a Donald Trump, ostile alla NATO, all'Unione Europea e al sostegno militare all’Ucraina. La sua campagna ha puntato sull’identità nazionale, sul sovranismo economico e sull’evocazione di una Romania “rubata” dai poteri forti interni e internazionali.

Simion ha trionfato anche tra i romeni all’estero, superando il 70% in Italia e Spagna e ottenendo il 59,6% complessivo nella diaspora. I suoi consensi provengono da un elettorato trasversale: giovani disillusi, anziani, piccoli imprenditori in difficoltà, tutti accomunati da una crescente sfiducia nelle istituzioni e nei partiti tradizionali. Il suo messaggio ha intercettato il malessere sociale generato da anni di corruzione, povertà, emigrazione di massa e crisi economica. Un mix esplosivo che ha fatto saltare i fragili equilibri del sistema politico romeno.

La caduta degli avversari

Il sindaco di Bucarest, Nicușor Dan, è riuscito a superare in extremis Crin Antonescu, candidato della coalizione di governo, accedendo al ballottaggio. Matematico e attivista civico, Dan ha costruito la sua popolarità opponendosi alla speculazione edilizia e difendendo una visione europeista della Romania.

In Romania trionfa l'estrema destra, George Simion ottiene oltre il 40% al primo turno
Nicusor Dan

La sua avanzata, seppur significativa, riflette un voto anti-establishment e non una piena adesione al programma liberale. Dan è riuscito a concentrare su di sé il voto urbano e colto, ma rischia di non riuscire a intercettare l’elettorato rurale, più conservatore e socialmente vulnerabile, storicamente vicino al PSD (Partito Socialdemocratico).

Antonescu, ex leader liberale e volto della grande coalizione PSD–PNL–UDMR, è stato clamorosamente escluso. La sua sconfitta è il simbolo del declino della politica tradizionale, sempre più distante dalle esigenze reali dei cittadini.

Un’elezione sotto attacco

Le elezioni si sono svolte in un clima teso e polarizzato. Durante la giornata del voto, un massiccio attacco informatico — rivendicato dal gruppo hacker russo NoName057 — ha colpito siti governativi e quelli dei candidati filo-occidentali. Simion e il controverso Călin Georgescu, già escluso dal precedente voto per sospette ingerenze russe, sono rimasti illesi dalla cyber offensiva.

Simion ha votato fianco a fianco con Georgescu, l’ex candidato estromesso che ora punta alla carica di primo ministro in caso di vittoria dell’AUR. "Come presidente posso cambiare i membri della Corte Costituzionale e dei servizi segreti: così possiamo garantire elezioni eque e ottenere una maggioranza", ha dichiarato Simion, sollevando allarme tra gli osservatori internazionali.

Calin Georgescu

Le accuse di ingerenza russa sono state al centro dell'annullamento delle elezioni presidenziali rumene del novembre 2024, in seguito a una campagna online sospettata di essere stata manipolata tramite TikTok. Secondo le autorità e le analisi dei media locali, un'ondata di account sospetti, riconducibili a un "falso fornitore di coinvolgimento", ha promosso in modo aggressivo candidati della destra radicale, tra cui Calin Georgescu e l'AUR.

TikTok ha dichiarato di aver rimosso oltre 27.000 account legati a questa attività e ha bloccato la creazione di più di 116.000 profili spam in Romania nel solo dicembre. La Commissione europea ha successivamente avviato un procedimento formale contro la piattaforma, accusandola di non aver limitato efficacemente le interferenze elettorali. Sebbene Mosca abbia negato ogni coinvolgimento, l’episodio ha acceso i riflettori sui rischi di manipolazione politica attraverso i social media e sulla necessità di un controllo più rigoroso per tutelare la democrazia.

In Italia esultano Lega e FdI

Il risultato del primo turno delle presidenziali in Romania è stato accolto con grande soddisfazione da Matteo Salvini, leader della Lega, schierato dalla parte di George Simion.

"In Romania il popolo ha finalmente votato, liberamente, con testa e cuore. Con buona pace dei “signori” di Bruxelles e dei loro sporchi trucchi. Bravo George Simion!", ha scritto su X il vicepremier.

I complimenti per il successo sono arrivati anche da Fratelli d'Italia ed in particolare dall'europarlamentare Nicola Procaccini, co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo.

"Mi congratulo vivamente con il nostro amico George Simion per il suo netto vantaggio al primo turno. La sua campagna ha elettrizzato la Romania: un vero e proprio movimento popolare che antepone le persone alla burocrazia e il buon senso all'ideologia tecnocratica In un momento in cui molti rifuggono dalle verità difficili, George ha dimostrato come si presenta una vera leadership", ha affermato Procaccini.

Prospettive per il ballottaggio del 18 maggio

Il ballottaggio si profila alla stregua di un referendum sul futuro geopolitico della Romania: Europa o nazionalismo. Dan ha già dichiarato che non sarà una sfida tra individui, ma tra visioni opposte del Paese.

Sommando i voti di Simion e del sovranista Victor Ponta (13%), il fronte populista potrebbe superare il 50%. E con l’elettorato PSD demoralizzato e poco incline a sostenere un candidato indipendente come Dan, l'ipotesi di una vittoria sovranista è reale.

L'Europa intanto osserva con preoccupazione. La Romania, membro della NATO e dell’UE, rappresenta un avamposto strategico sul fianco orientale dell’Europa, soprattutto in pieno conflitto ucraino. Un’eventuale presidenza Simion potrebbe minare la stabilità regionale e l’unità dell’alleanza atlantica, favorendo indirettamente l’influenza russa nella regione.

Il 18 maggio sarà un giorno cruciale. La Romania dovrà decidere se proseguire il suo cammino nell’orbita occidentale o intraprendere una strada più isolazionista e autoritaria. Il Paese è al bivio, e l’Europa intera osserva.

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