Allarme dalla francia

L'allarme per i farmaci contro il raffreddore: "Rischio infarti e ictus"

"Nonostante le conseguenze legate a questi farmaci siano rari, l'agenzia francese ritiene comunque che il rischio sia troppo elevato per un semplice naso chiuso"

L'allarme per i farmaci contro il raffreddore: "Rischio infarti e ictus"
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L’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm) ha lanciato l’allarme: infarti del miocardio e ictus possono essere provocati da medicinali per il raffreddore, venduti al banco senza prescrizione. E’ bene sottolineare che si tratta di un rischio "raro", ma molto serio, secondo gli esperti.

"Farmaci da banco contro il raffreddore possono causare infarti"

L’annuncio arriva in parallelo con il diffondersi di virus influenzali e para influenzali, che spingono al consumo di una serie di medicinali acquistabili di norma senza prescrizione medica. In Francia i nomi più noti sono Actifed, Dolirhume, Nurofen Rhume, Humex o Rhinadvil. Si tratta di vasocostrittori utilizzati per sbloccare il naso.

"Infarti miocardici e ictus possono verificarsi dopo l'uso di farmaci vasocostrittori (pseudoefedrina) per alleviare i sintomi del raffreddore", ha affermato l'agenzia nel comunicato stampa pubblicato il 23 ottobre 2023. "Il rischio è molto basso ma questi eventi possono verificarsi indipendentemente dalla dose e dalla durata del trattamento Nonostante le conseguenze legate a questi farmaci siano rari, l'agenzia francese ritiene comunque che il rischio sia troppo elevato per un semplice naso chiuso. "La gravità di questi incidenti e la persistenza dei casi – nonostante le azioni già messe in atto –, unite alla natura non essenziale dei vasocostrittori, inducono l’Ansm a sconsigliarne l’uso", si legge nel comunicato.

Già mesi fa, l'agenzia ha richiesto all'Unione europea di effettuare una valutazione sui rischi connessi a questa tipologia di farmaci sulla base di nuovi dati emersi in studi recenti.

"Dati recenti provenienti da database di farmacovigilanza e letteratura medica riportano casi di sindromi da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) e sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile (RCVS) dopo l'assunzione di un vasocostrittore orale contenente pseudoefedrina", scrive l'Ansm nel comunicato. L'ipotesi prospettata dall'agenzia è quella di un vero e proprio divieto di questi prodotti. L'analisi è stata affidata al Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (Prac), il cui rapporto finale sull'uso sicuro dei farmaci contenenti pseudoefedrina è previsto per la fine del 2023. Nonostante la valutazione finale sia ancora attesa, la posizione dell'agenzia transalpina è molto dura e sconsiglia anche a tutta la cittadinanza l'utilizzo di questi farmaci.

I consigli per i cardiopatici

Il professor Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma, ha spiegato al Fatto Quotidiano:

“Sappiamo già da tempo che questi farmaci provocano in ogni caso un aumento della pressione e, in chi è coronaropatico, causare forme di angina. Ci sono persone che fanno un uso esagerato di farmaci vasocostrittori arrivando a soffrire anche di problemi gravi. Tempo fa ho curato un paziente già cardiopatico che aveva avuto un infarto acuto proprio per uso eccessivo di spray a causa di una rinite cronica. Tra l’altro, oltre al danno dovuto alla vasocostrizione, con aumento della pressione e crisi anginose, c’è da considerare che talora questi farmaci possono anche cronicizzare le riniti, quindi a non curarle”.

E ancora:

“Anche se stiamo parlando di farmaci mediamente non pericolosi, perché la quantità di principio attivo che assumiamo non è così elevata, alcune persone che soffrono di malattie cardiache e che hanno già crisi anginose sicuramente corrono rischi. Per cui, come sperimento nella mia pratica clinica, sconsiglio questi farmaci ai cardiopatici”.

La replica delle aziende farmaceutiche

Di tutt'altro avviso l'agenzia che rappresenta le aziende farmaceutiche d'oltralpe, NèreS.

"Come promemoria, negli ultimi 16 anni sono stati segnalati 18 casi di PRES o RCVS in seguito alla somministrazione di un prodotto contenente pseudoefedrina in tutta Europa, per un totale di 1,16 miliardi di confezioni dispensate. Inoltre, secondo un rapporto presentato agli esperti del Pra, dei 18 casi registrati, due sono direttamente associabili al composto. Per gli altri 16, ci sono altri fattori confondenti", che potrebbero aver causato le malattie oggetto di esame, aggiunge Nères precisando che "il rapporto rischi/benefici di questi farmaci è ancora favorevole".

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