L'allarme degli USA: "Cina minaccia reale. Attacco a Taiwan potrebbe essere imminente"
A mettere tutti in guardia è stato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth durante il suo primo discorso ufficiale al forum sulla sicurezza Shangri-La Dialogue

La Cina starebbe preparando in modo "chiaro e credibile" un possibile uso della forza militare per alterare l’equilibrio di potere nella regione dell’Indo-Pacifico. È questo l’allarme lanciato dal Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth durante il suo primo discorso ufficiale al forum sulla sicurezza Shangri-La Dialogue, il principale vertice asiatico sulla difesa, svoltosi a Singapore.
Hegseth: "Cina minaccia reale e imminente"
"La minaccia rappresentata dalla Cina è reale. E potrebbe essere imminente", ha dichiarato Hegseth, aggiungendo che Pechino "spera di dominare e controllare" l’intera Asia.
Secondo il capo del Pentagono, l’escalation militare di Pechino – con esercitazioni sempre più frequenti attorno a Taiwan – conferma l'intenzione del presidente Xi Jinping di perseguire l’unificazione dell’isola anche con la forza.
. @SecDef “We do not seek conflict with communist China. We will not instigate nor seek to subjugate or humiliate.
President Trump and the American people have immense respect for the Chinese people and their civilization.
But we will not be pushed out of this critical region… pic.twitter.com/CIbXT4ilw1
— DOD Rapid Response (@DODResponse) May 31, 2025
Hegseth ha ricordato che, secondo fonti di intelligence statunitensi, Xi avrebbe ordinato all’Esercito Popolare di Liberazione di essere pronto a invadere Taiwan entro il 2027.
"Si stanno addestrando ogni giorno per il momento decisivo", ha detto, sottolineando come questa preparazione dovrebbe essere "un campanello d’allarme" per tutti i Paesi dell’area.
Nel suo intervento, Hegseth ha ribadito il sostegno incondizionato degli Stati Uniti a Taiwan, alle Filippine e agli altri alleati regionali. Ha anche denunciato le azioni aggressive della Cina nel Mar Cinese Meridionale, accusando Pechino di "militarizzare illegalmente" isole e isolotti rivendicati anche da Paesi come le Filippine, e di mettere in pericolo la navigazione e la stabilità nell’intera regione.
Gli Stati Uniti "sono tornati" nell’Indo-Pacifico
Con parole forti, il Segretario alla Difesa ha sottolineato che gli Stati Uniti sono "tornati nell’Indo-Pacifico e sono qui per restare", definendo la regione il "nostro teatro prioritario". Un chiaro messaggio ai partner regionali ma anche a Pechino. Dopo anni di relativa disattenzione, Washington ha riallineato la propria strategia per il Pacifico con l’obiettivo di scoraggiare eventuali aggressioni cinesi, rafforzando al contempo le alleanze militari, in particolare con Giappone, Filippine e India.
Il ritorno al potere dell’amministrazione Trump ha coinciso con un rinnovato appello agli alleati per condividere il peso della sicurezza regionale. "Per una generazione, l’America ha ignorato l’Indo-Pacifico, ma oggi siamo qui per restarci", ha detto Hegseth.

Uno dei punti centrali del discorso ha riguardato l’aumento delle spese per la difesa. Hegseth ha fatto un confronto diretto con l’Europa.
"È difficile credere di poterlo dire ma gli alleati asiatici dovrebbero guardare ai Paesi europei come a un nuovo esempio. I Paesi della NATO si impegnano a spendere il 5% del loro PIL per la difesa, persino la Germania".
Secondo Hegseth, molti Paesi dell’Indo-Pacifico sono tentati da una doppia via – cooperazione economica con la Cina e collaborazione militare con gli Stati Uniti – ma questa ambiguità, ha avvertito, "complica le scelte nei momenti di crisi". Per evitare di diventare vittime collaterali, i partner americani devono investire di più nella propria sicurezza.
"Una rete di alleati e partner forte, risoluta e capace è il nostro principale vantaggio strategico. La Cina invidia ciò che abbiamo insieme", ha affermato, indicando nella deterrenza collettiva la chiave per mantenere la stabilità nella regione.
La Cina assente al vertice
Particolare attenzione ha suscitato l’assenza della delegazione cinese ai massimi livelli: per la prima volta dal 2019, Pechino non ha inviato il proprio ministro della Difesa, optando invece per una rappresentanza accademica dell’Università nazionale di Difesa. "Noi siamo qui stamattina, qualcun altro non c’è", ha osservato polemicamente Hegseth, riferendosi all’assenza dell’ammiraglio Dong Jun.
Un segnale, forse, del crescente gelo tra Washington e Pechino, già esacerbato dalle guerre commerciali, dalle restrizioni tecnologiche e dalla competizione strategica per l’influenza globale.
Presente al forum anche il presidente francese Emmanuel Macron, che ha invitato i Paesi asiatici a costruire nuove alleanze per non rimanere ostaggio delle decisioni delle grandi potenze.
In un messaggio diretto a Pechino, ha dichiarato: "Se la Cina non vuole che la NATO sia coinvolta in Asia, deve chiaramente impedire alla Corea del Nord di essere coinvolta in Europa", alludendo al sostegno militare fornito da Pyongyang alla Russia nella guerra contro l’Ucraina.
Bisogna mollare il taco.L Europa deve cominciare a curare i propri interessi senza ricorrere agli Usa e alla Russia. È l ora dell indipendenza.L UE deve smettere di tartassare i popoli che la compongono e unita deve staccarsi dagli Usa e da chiunque altro.Gli americani sono un brutto popolo. Via dall' america che non è quella dei film.Gli americani ci hanno liberato per avere in cambio egemonia e postazioni e per allargare il loro dominio.Ora basta.