Assurdo in Messico

La siccità prosciuga un fiume e fa riemergere una chiesa sommersa da quasi 60 anni

Le alte temperature, fino a 40°C, hanno fatto evaporare l'acqua di un affluente del Grijalva River riportando alla luce un luogo di culto cattolico nascosto da tempo

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Prima dell'arrivo delle forti piogge di maggio, in Italia è perdurato per 16 mesi consecutivi un periodo di siccità continua che si è abbattuto con prepotenza su fiumi, laghi e campi coltivati. Se da un lato però le intense alluvioni hanno provocato un vero e proprio disastro in Emilia Romagna, dall'altro è stato riscontrato come le precipitazioni piovose abbiano definitivamente interrotto il fenomeno siccitoso estrema di cui soffriva la nostra Penisola. Lo scenario meteo-idrologico dell'estate è quindi migliorato rispetto alle previsioni di qualche tempo fa, coi livelli idrometrici di bacini e corsi d'acqua che fortunatamente si sono innalzati. Tale situazione ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, anche se tutto sarà da vedere a seconda delle temperature di questi mesi estivi.

La siccità, comunque, resta una problematica che sta creando non pochi grattacapi anche in altre parti del mondo. L'ultima notizia in merito arriva dal Messico: qui infatti il termometro è arrivato a toccare continui picchi di 40°C al punto tale da far quasi prosciugare un fiume. Dal fondale del corso d'acqua, tuttavia, è emerso qualcosa che da tempo è rimasto nascosto agli occhi di tutti: una chiesa cattolica sommersa da quasi 60 anni.

La siccità prosciuga un fiume e fa riemergere una chiesa sommersa da 60 anni

Una struttura architettonica ridotta in macerie che è improvvisamente riemersa dall'acqua a causa della siccità. E' questo quello che è successo in un fiume del Messico, nella regione del Chiapas, affluente del vicino Grijalva, che a causa delle altissime temperature che si sono prolungate in questi mesi, toccando spesso picchi di 40°C, ha riportato alla luce una chiesa cattolica romana, risalente a 400 anni fa, ma sommersa completamente dall'acqua nel 1966.

Non una sorpresa in realtà per la popolazione locale dato che già si sapeva dell'esistenza di questo luogo di culto inghiottito dal fiume. Tantissimi turisti, infatti, si recavano nella zona per vedere la chiesa su barche a motore. Da quest'ultimo periodo, tuttavia, le imbarcazioni non sono più necessarie dato che i resti del tempio cattolico, costruito dall’Ordine Domenicano nel XVI secolo, sono raggiungibili a piedi o in auto.

Le rovine tornate in superficie appartengono a quello che era il Tempio di Quechula o Tempio di Santiago. Situata nei pressi dell'ormai scomparsa cittadina di San Juan Quechula, nel 1966, ossia quasi 60 anni fa, era scomparsa in seguito a un'inondazione provocata dalla costruzione della diga di Nezahualcóyotl (Malpaso).

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