Dal volo di droni russi sulla Polonia nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre 2025 fino al sorvolo provocatorio di una fregata tedesca nel Mar Baltico di dieci giorni più tardi, l’Europa orientale ha vissuto due settimane di crescente tensione aerea che hanno riportato l’attenzione sulla fragilità dei cieli NATO.
La scintilla: i droni sulla Polonia
L’incidente che ha acceso l’allarme è avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 settembre, quando decine di droni provenienti dalla Russia hanno penetrato lo spazio aereo polacco. Alcuni sono stati abbattuti, altri hanno causato danni e interruzioni ai trasporti, con la chiusura temporanea di aeroporti tra cui Varsavia. Varsavia ha reagito attivando consultazioni d’emergenza in seno alla NATO, richiamando l’Articolo 4 del Trattato Atlantico.

Il 12 settembre l’Alleanza Atlantica ha annunciato l’operazione “Eastern Sentry”, con lo schieramento di velivoli e navi supplementari lungo il fianco orientale. L’obiettivo: rafforzare la sorveglianza e dare un segnale di deterrenza a Mosca.
Romania, Estonia e i cieli insicuri
Il 13 settembre invece, un drone russo ha attraversato lo spazio aereo romeno, monitorato da caccia F-16 ma non abbattuto per il rischio di cadute incontrollate.
Sei giorni più tardi, il 19 settembre, tre MiG-31 russi hanno varcato i cieli dell’Estonia per dodici minuti, un episodio definito da Tallinn “la più grave violazione aerea degli ultimi anni”.
Parallelamente, la Luftwaffe e altri alleati hanno moltiplicato gli scramble: Eurofighter, F-35 e F-16 sono stati alzati in volo più volte per identificare velivoli russi senza piani di volo nel Baltico.
Il 21 settembre due caccia tedeschi hanno intercettato un aereo militare russo in acque internazionali, ennesima prova di un braccio di ferro aereo sempre più frequente.

Nelle stesse giornate, Svezia, Norvegia e Danimarca hanno segnalato avvistamenti di grandi droni vicino a scali civili e possibili disturbi GPS che hanno interessato anche voli ufficiali. Episodi che fanno pensare a un mix tra pressione militare e guerra elettronica.
Sorvolata una fregata tedesca
Ieri, mercoledì 24 settembre, i media tedeschi hanno riportato che un jet russo ha sorvolato a distanza ravvicinata una fregata della Marina tedesca nel Mar Baltico. Berlino ha parlato di “manovra provocatoria”, l’ennesima di una catena di episodi che rischiano di trasformare il Baltico in una polveriera.
Ricapitolando, dal 9 settembre in avanti, ogni settimana fatti di questo genere hanno portato ad un’elevata attenzione nei cieli d’Europa: droni, caccia, jamming elettronico. Se da un lato la NATO ha reagito compattandosi, dall’altro la Russia sembra moltiplicare le dimostrazioni di forza. In questo gioco aereo di nervi, il rischio di una pericolosa escalation resta più alto che mai.
L’ultimo atto: aereo militare vicino all’Alaska
Nella giornata di oggi, giovedì 25 settembre 2025, infine un aereo militare di Mosca è stato rilevato nello spazio aereo vicino dell’Alaska. Per tutta risposta, gli Stati Uniti hanno schierato quattro F-16, un aereo di sorveglianza per intercettare i bombardieri e i caccia russi.
A riportarlo è il North American Aerospace Defense Command, sottolineando che il velivolo russo è rimasto nello “spazio aereo internazionale e non è entrato in quello americano o canadese. L’attività russa nella Air Defense Identification Zone accade regolarmente e non è visto come una minaccia“.