La Russia restituisce il corpo di una giornalista ucraina prigioniera con evidenti segni di tortura
Ma Tajani si dice convinto: "Pace a Kiev entro la fine dell'anno"

Il corpo di Viktoriia Roshchyna, giovane giornalista freelance ucraina, è stato restituito all’Ucraina il 14 febbraio scorso durante uno scambio di salme nell'ambito della guerra con la Russia. La donna, scomparsa nell’agosto 2023 mentre lavorava a un reportage nei territori occupati nel sud-est del Paese, è morta in custodia russa dopo mesi di prigionia.
Sul corpo di Viktoriia Roshchyna evidenti segni di tortura
Secondo l’inchiesta realizzata dalla Procura generale ucraina e raccontata da Ukrainska Pravda, testata con cui Roshchyna collaborava, il corpo restituito era in stato avanzato di decomposizione, quasi mummificato e presentava evidenti segni di tortura: abrasioni, contusioni diffuse, una costola rotta, ferite al collo e probabili segni di scosse elettriche ai piedi.
Le lesioni, ha dichiarato Yurii Bielousov, capo del Dipartimento della Guerra presso la Procura generale ucraina, "sono state inflitte mentre era ancora in vita", lasciando pochi dubbi sul fatto che la reporter sia stata sottoposta a violenze sistematiche durante la prigionia.

Assenza di organi interni
Le autorità ucraine hanno confermato l’identità della giornalista grazie a un test del DNA con una corrispondenza del 99%, anche se il padre di Viktoriia continua a sollevare dubbi e ha richiesto ulteriori verifiche. Le circostanze della morte restano avvolte nell’oscurità, aggravate dalla scoperta dell’assenza di organi interni – tra cui cervello, bulbi oculari e parte della trachea – elemento che, secondo un medico legale internazionale, potrebbe indicare un tentativo di occultare prove di soffocamento o strangolamento.
Roshchyna è la prima reporter ucraina confermata morta in un carcere russo. Aveva solo 27 anni. Stava indagando su accuse di tortura ai prigionieri civili ucraini nei territori occupati. Le autorità ucraine affermano che sia stata detenuta senza accuse formali e senza possibilità di comunicare con l’esterno, nel carcere Sizo-2 a Taganrog, uno dei centri dove la Russia tiene centinaia di civili ucraini prigionieri.
Tajani: "Tregua Putin? Un altro bluff"
Dal congresso del Partito Popolare Europeo a Valencia intanto il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani si è detto "convinto che entro quest’anno la guerra in Ucraina finirà".
Il mio intervento al Congresso del PPE di Valencia. pic.twitter.com/y9ZHL0ZQ3c
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) April 29, 2025
Secondo Tajani, intervistato da La Stampa, la proposta di tregua recentemente avanzata da Putin è "un bluff, come quella fatta a Pasqua", ma l’Italia è pronta a fare la sua parte per la pace "sotto l’egida delle Nazioni Unite".
Il governo italiano sta già organizzando una conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma, preceduta da incontri preparatori a Bruxelles e Verona. Ma "tocca a Putin fare il primo passo", ha dichiarato Tajani, auspicando una trattativa che coinvolga anche gli Stati Uniti e l’Europa.