il nodo del battaglione azov

La resa di Azovstal: destino incerto per i sopravvissuti. I russi: "No scambi, nazisti a morte"

Prosegue la missione di evacuazione dei soldati ancora all'interno delle acciaierie, si spinge per uno scambio di prigioneri ma Mosca non intende conciliare sugli uomini del battaglione Azov.

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La resa di Azovstal: destino incerto per i sopravvissuti. I russi: "No scambi, nazisti a morte"

Il ministro della Difesa ucraino, Oleksy Resnikov è stato perentorio con chi dubita che tutti i superstiti dell'Azovastal, ultima ridotta di una Mariupol ormai caduta in mano al nemico, accettino di deporre le armi:

"Adesso hanno un altro ordine: preservare le proprie vite".

Prosegue la missione di evacuazione dei soldati ancora all'interno delle acciaierie Azovstal, come confermato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Non è chiaro quanti siano gli ultimi difensori ancora sottoterra. Si spinge per uno scambio di prigioneri ma Mosca non intende conciliare sugli uomini del battaglione Azov ancora asseragliati: il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, li accusa di essere criminali nazisti, come tali "non devono essere oggetto di scambio." Il deputato russo Leonid Slutski invoca addirittura la pena di morte.


Resa dei militari nell'acciaieria

La tregua su Azovstal è stata rispettata. Lo stato maggiore dell’esercito di Kiev ha reso noto che la guarnigione di Mariupol ha compiuto la sua missione, chiedendo ai suoi comandanti di concentrarsi sull’obiettivo di "salvare le vite" di chi è rimasto nell’acciaieria. Il capo del Battaglione Azov, Denis Prokopenko ha accettato.

Non tutti i combattenti nell’acciaieria facevano parte del Battaglione Azov, per loro potrebbe profilarsi lo scambio con prigionieri russi. Ieri pomeriggio sono partiti dall'acciaieria altri 7 pullman carichi di combattenti ucraini che si sono arresi.

Il nodo del battaglione Azov

La vice premier ucraina Iryna Vereshchuk è la garante della trattativa, il nodo resta il reggimento Azov, che i russi vogliono inserire nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il Cremlino ha garantito che verranno trattati "secondo le leggi", ma il deputato russo Leonid Slutski vuole addirittura la pena di morte per loro, chiedendo un'eccezione alla moratoria vigente in Russia:

"Se saranno dimostrati i loro mostruosi crimini contro l'umanità, ribadisco la mia proposta per fare una eccezione alla moratoria alla pena di morte in Russia che consenta a un tribunale di considerarne la possibilità. I criminali nazisti non possono essere scambiati".

Agli antipodi la narrazione del consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, che ha definito quanto accaduto nel porto sul Mare d'Azov, con la resistenza dei combattenti rimasti all'interno dell'acciaieria Azovstal di 83 giorni, come le "Termopili del XXI secolo".

La accuse di nazismo

Vladimir Putin ha definito a più riprese la guerra in Ucraina come "un’operazione militare speciale mirata alla denazificazione del paese". Ma come stanno le cose? In Ucraina, come in molti altri Paesi, esistono gruppi e organizzazioni che più o meno esplicitamente si rifanno a ideali nazisti. Ma Azov è veramente un gruppo neonazista?

Nel 2014, il politico ucraino di estrema destra Andriy Biletsky riunì due gruppi noti per i loro ideali xenofobi e neonazisti: i Patrioti dell’Ucraina e l’Assemblea Social-Nazionale (SNA), a loro volta legati agli ultrà della squadra di calcio Metalist Kharkiv, tra i quali Biletsky militava. Ci sono almeno tre aspetti di Azov che richiamerebbero il nazismo.

Il simbolo - Wolfsangel era l’emblema del partito nazista, prima di essere sostituito dalla svastica, ma Azov sostiene però che rappresenti semplicemente un’amalgama delle lettere I e N, acronimo di “Idea Nazione”.

Wolfsangel

Il fondatore Andriy Biletsky, personaggio estremamente controverso che nel 2010 dichiarò che la missione della nazione ucraina è "guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro i subumani capeggiati dai semiti".

Andriy Biletsky

E i crimini di guerra: l’OHCHR (l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU) ha denunciato che tra il 2015 e il 2016, durante il conflitto contro la Russia nell’Ucraina dell’est, il battaglione si sarebbe macchiato di crimini di guerra.

Ma con l’entrata nella Guardia Nazionale, Azov si sarebbe spogliato di ogni elemento ideologico di estrema destra, nonostante ciò, nel 2015, il movimento stesso aveva dichiarato che tra il 10 e il 20% dei suoi membri si identificavano come estremisti destra.

Oggi Azov è uno dei pilastri delle forse armate dell’Ucraina, dedizione che gli è valsa il rispetto e la gratitudine di ampie fasce della popolazione ucraina: ora la loro reputazione è cambiata molto. Si può quindi affermare che Putin ha ottenuto esattamente il contrario di quanto perseguito: è stata proprio la guerra a creare e rinforzare i gruppi nazisti. E sulla percentuale di quanti estremisti di destra vi siano effettivamente fra i combattenti di Azov è difficile avere una conta ufficiale.

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