Zelensky eroe del web

La guerra di Ucraina è la prima "social media war": TikTok e Telegram "bombardano" la Russia più efficacemente dei missili

Finora a vincere la partita della comunicazione è Zelensky, l’attore considerato fino a ieri un presidente per caso.

La guerra di Ucraina è la prima "social media war": TikTok e Telegram "bombardano" la Russia più efficacemente dei missili
Pubblicato:
Aggiornato:

La guerra si vince (anche) con il consenso. Parola poco frequentata dai dittatori, ma prima o poi la realtà arriva a tirare anche la loro giacchetta. La drammatica invasione russa in Ucraina si sta rivelando un esempio storico senza precedenti di come il conflitto viva una doppia versione: quella sul campo e quella virtuale. Attraverso i social network le vittime stanno condividendo l'orrore quotidiano della guerra, azzerando le distanze che - in tempi precedenti, con altri conflitti - avevano portato le popolazioni a sentirsi al sicuro e non toccate da quegli avvenimenti. Ora le bombe, i carri armati e gli sfollati, entrano nella nostra fruizione quotidiana, attraverso lo schermo, con un semplice scroll; tra una ricetta su Instagram e un messaggio di auguri su Facebook. E sottrare lo sguardo diventa molto più difficile.

La guerra di Ucraina è la prima "social media war"

A ciò si aggiunge la strategia di comunicazione moderna e partecipata, che già lo incorona in tal senso vincitore a mani basse, dell'ucraino Volodymyr Zelensky, l’attore considerato fino a ieri un presidente per caso. Attraverso i social il premier si mostra in mimetica, ben saldo sul territorio - a dispetto di chi gli consigliava la fuga - a incitare i suoi cittadini alla resistenza. Un mood che ha infuocato non soltanto gli ucraini, ma anche il mondo, che - soprattutto sul web - lo dipinge e percepisce sempre più come un eroe, "uno di noi". A siderale distanza il glaciale Vladimir Putin, ripreso dalle telecamere seduto al tavolo mentre rimprovera i suoi più stretti consiglieri come fossero studenti indisciplinati. Lontano da tutti, sempre più isolato, che si affida alla propaganda delle televisioni di stato contro Zelensky che si affida a Twitter e Telegram. La vecchia scuola, non sta funzionando, e i meme si sprecano nel confronto.

Senza risparmiare nemmeno i sostenitori di Putin, come l'ex presidente Donald Trump.

Zelensky: da presidente per caso a eroe del web

Più che eroe del web, è più corretto dire che il web ha permesso a Volodymyr Zelensky di diventare l'eroe di questa orrenda pagina storica. Dismesse giacca e cravatta e indossata una maglietta mimetica, i suoi video hanno emozionato gran parte del mondo.

Visibilmente tirato in volto, conscio di essere l'obiettivo numero uno dei russi, il premier ucraino si ostina a mostrare la sua resistenza e, attraverso messaggi rilasciati dai suoi social, che testimoniano la sua presenza in patria, esorta la sua gente a resistere. Il leader ha sfidato gli aggressori con video diurni e notturni per le strade della capitale, con raffiche di messaggi su Twitter: dove i suoi follower sono passati da 500 mila a 4milioni e mezzo in meno di una settimana.

Account Twitter ufficiale premier ucraino

E poi, a fare la sua parte, c'è anche la first lady Olena Kiyasho, che ha rifiutato a sua volta di lasciare l’Ucraina e dovrebbe trovarsi da qualche nel Paese con i due figli di 17 e 9 anni. La moglie dell'ex comico pubblica regolarmente su Instagram:

“Non avrò crisi di panico e non scoppierò in lacrime. Sarò calma e fiduciosa. I miei bambini mi tengono d’occhio e io starò vicino a loro. Vicino a mio marito. E vicino a voi”.

Olena Kiyashko

Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov incita i cittadini a postare su Facebook e sulle altre reti sociali le immagini dell’invasione russa con un enfatico "Voi siete le nostre armi!".

Non è mancato nemmno l’invito del presidente ai giovani a mobilitarsi su TikTok: la rete sociale per teenageer diventata il veicolo che ha meglio documentato nelle settimane scorse i preparativi militari della Russia e sulla quale ora gli influencer ucraini sono passati dalla promozione dei prodotti e dai racconti di viaggio in località esotiche, agli inviti alla resistenza e agli appelli ai loro coetanei russi.

Nel ruolo di grande testimone "istituzionale" anche l'account Twitter del ministero della Difesa ucraino, che raccoglie tutto il materiale sensibile sul dramma.

Il peso dei social, a partire da Tik Tok

Ciò che sta succedendo è davvero senza precedenti. Un intero popolo inonda il mondo con messaggi e video che testimoniano soprusi e orrori. E il mondo risponde, condividendo, spesso usando l'arma dell'ironia con un fiorire di meme che sminuiscono i russi.

@angelhas9 #ukraine #stoppingconvoy source @Franak Viacorka @David Heath #brave ♬ original sound - Angelhas9

Molti video diventano manuali di istruzioni: spiegano alla popolazione come difendersi dai cecchini, come preparare ordigni rudimentali, come ostacolare l’avanzata dei russi cambiando la segnaletica stradale, costruendo barricate, incendiando pneumatici.

"TikTok è sicuramente una delle principali piattaforme utilizzate per documentare quello che sta succedendo", ha spiegato Eliot Higgins, il fondatore dell'unità investigativa open source Bellingcat, che da anni diffonde prove dell'attività di spionaggio russo. I video spesso finiscono per essere condivisi su Twitter o altre piattaforme di social media, unendosi agli filmati pubblicati sui servizi.

La parte di Telegram

Fanno la propria parte anche i canali Telgram. Su Ukraine Now sono state pubblicate le istruzioni e i passi da seguire per gli stranieri che volessero arruolarsi.

Infografica che circola su Telegram

Le istituzioni ucraine chiedono inoltre di segnalare canali che diffondono disinformazione sulla guerra in Ucraina, tra cui quelli di agenzie stampa e youtuber pro-Cremlino. Anche questa è un'operazione alla portata anche degli osservatori del canale Telegram.

Il ministro per la Trasformazione digitale ucraino, Mykhailo Fedorov, ha inoltre fatto sapere:

“Stiamo creando un esercito IT. Abbiamo bisogno di talenti nel digitale”, non solo ucraini, ma anche stranieri. Lo scopo è combattere i russi anche sul fronte cibernetico.

Una cosa è certa: la prima social media war la vince, a mani basse, l'Ucraina.

Seguici sui nostri canali