La guerra in Ucraina segna una nuova fase. Dopo mesi di pressioni internazionali per un inasprimento delle sanzioni economiche contro Mosca, il presidente Volodymyr Zelensky ha rivendicato apertamente una strategia alternativa: colpire direttamente l’industria petrolifera russa con attacchi mirati.
“Le sanzioni più efficaci, quelle che funzionano più rapidamente, sono gli incendi alle raffinerie di petrolio russe, ai suoi terminal, ai suoi depositi di petrolio. Limitare significativamente l’industria petrolifera russa significa limitare significativamente la guerra”, ha dichiarato Zelensky nel suo consueto discorso serale, ringraziando i reparti speciali per gli ultimi raid oltreconfine.
I raid sui nodi energetici
Nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 settembre 2025, i droni ucraini hanno colpito la raffineria di Kirishi, nell’oblast di Leningrado, una delle più grandi della Russia con una capacità annua di circa 20 milioni di tonnellate di greggio. Secondo le autorità locali, tre droni sarebbero stati abbattuti dalla difesa aerea, ma i rottami avrebbero innescato un incendio all’interno dell’impianto, poi domato. Kiev parla di “danni ingenti e tangibili per il nemico”.
Attack on Kirishi Oil Refinery, Leningrad Region, Russia.
This is the second largest refinery in Russia, with a capacity of 20.1 million tons of oil.
810 km to Ukraine.
The twelfth oil refinery attacked 🔥❗️ pic.twitter.com/l0OmqatWo6
— Evgen Istrebin 🇺🇦 (@evgen1232007) September 14, 2025
L’attacco segue di pochi giorni un altro raid contro Primorsk, il più grande terminal petrolifero russo sul Mar Baltico, dove un incendio a una nave e a una stazione di pompaggio ha costretto a sospendere le spedizioni di greggio. A inizio settembre, un’operazione simile aveva colpito la raffineria di Bashneft-Novoyl a Ufa, nel Bashkortostan, oltre 1.500 chilometri dal confine ucraino.
🚨BREAKING: Large Ukrainian drone attack on Russia’s Kirishi oil refinery just outside of St. Petersburg has been hit tonight with numerous impacts.
The Kirishi Refinery is among the top 10 largest oil refineries in Russia. Its capacity is more than 20 million tons of oil per… pic.twitter.com/D8uKJc1OvM
— World Source News 24/7 (@Worldsource24) September 14, 2025
Le forze ucraine hanno rivendicato anche sabotaggi contro infrastrutture ferroviarie e un attacco a un centro di comunicazioni della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli, segnalando un allargamento del fronte aereo e cibernetico della guerra.
Il “petrolio, cuore della guerra”
Per Zelensky il messaggio è chiaro:
“La guerra russa è essenzialmente una questione di petrolio, di gas e di tutte le altre risorse energetiche”.
Kiev considera quindi legittimo prendere di mira raffinerie, depositi e terminal, in quanto fonti dirette di finanziamento e approvvigionamento per la macchina bellica di Mosca.
Today I want to especially thank all our warriors who are inflicting truly significant losses on Russia. Losses at the front. Losses along the border. Losses on Russia’s own territory thanks to our long-range strikes. The most effective sanctions – the ones that work the fastest… pic.twitter.com/tOdd6xkqqD
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 14, 2025
Secondo i dati di settore, la raffineria di Kirishi da sola copre circa il 6,4% della capacità di raffinazione russa, mentre Primorsk rappresenta uno snodo strategico per l’export di greggio verso i mercati internazionali. Colpire queste strutture significa non solo ridurre le entrate fiscali russe, ma anche aggravare la carenza di carburante sul territorio.
Da Mosca, le autorità regionali minimizzano i danni agli impianti, sostenendo che gli incendi siano stati di breve durata e senza vittime. Ma le immagini diffuse sui canali indipendenti russi mostrano esplosioni e colonne di fumo, alimentando dubbi sull’entità delle conseguenze.
Nessuna nuova sanzione
La strategia ucraina si innesta in un contesto di crescente frustrazione per la mancanza di nuove misure restrittive da parte europea.

“L’Europa sta ancora comprando petrolio dalla Russia”, ha denunciato il presidente statunitense Donald Trump, chiedendo agli alleati della NATO di interrompere del tutto le importazioni.
“Le sanzioni che stanno imponendo non sono abbastanza severe. Io sono disposto a imporre sanzioni, ma dovranno inasprirle in modo proporzionale a quello che io sto facendo”, ha aggiunto.