Israele, sciopero per la fine della guerra e il rilascio degli ostaggi: in oltre un milione a Tel Aviv
Strade e autostrade bloccate, falò e presidi agli incroci principali. Trump potrebbe visitare Israele il mese prossimo

Mentre a Gaza prosegue l’offensiva militare israeliana, all’interno di Israele cresce la mobilitazione civile. Dalle prime ore del mattino, decine di migliaia di cittadini si sono riversati nelle strade di Tel Aviv, Gerusalemme e in altre città, aderendo allo sciopero generale proclamato dal Forum delle famiglie degli ostaggi.
Le richieste della protesta
Le richieste sono chiare: la fine della guerra, un accordo per il rilascio dei prigionieri nelle mani di Hamas (si stimano 50 ostaggi, di cui circa 20 ancora vivi) e lo stop alla nuova offensiva militare. In tutto il Paese si contano oltre 400 iniziative: strade e autostrade bloccate, falò e presidi agli incroci principali.
מפגינים הבעירו צמיגים בכביש 1, החסום לתנועה כבר יותר מחצי שעה@VeredPelman
(צילום: זכריה מנצור Zachary Manzur) https://t.co/YS9lQWfJ5x pic.twitter.com/lmHg214P9i— כאן חדשות (@kann_news) August 17, 2025
Il cuore della protesta è la “Piazza degli Ostaggi” di Tel Aviv, dove è attesa la presenza di oltre un milione di persone. Per tutta la giornata sono previsti eventi, mostre fotografiche e interventi dei familiari degli ostaggi, che accusano il governo Netanyahu di mettere a rischio la vita dei propri cari con l’espansione dell’operazione militare.

Non sono mancate tensioni: almeno 25 persone sono state arrestate dalle forze dell’ordine, intervenute per liberare le arterie principali, come l’autostrada 16 per Gerusalemme. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha attaccato lo sciopero, accusando i manifestanti di “fare il gioco di Hamas” e di indebolire Israele.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca infine, il presidente statunitense Donald Trump potrebbe visitare Israele il mese prossimo, legando la sua missione agli sviluppi dei negoziati in corso al Cairo.