NEGOZIATI FERMI

Israele ordina evacuazione a Gaza City e Jabalia. Salgono a 875 i morti vicino ai punti di soccorso umanitario

A Doha proseguono i colloqui indiretti tra Israele e Hamas con la mediazione del Qatar. L'Idf ha intensificato le operazioni su vari fronti

Israele ordina evacuazione a Gaza City e Jabalia. Salgono a 875 i morti vicino ai punti di soccorso umanitario
Pubblicato:

Mentre i negoziati per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas restano ancora nella loro fase preliminare, la Striscia di Gaza continua a essere teatro di attacchi, evacuazioni forzate e crescenti perdite civili. La situazione umanitaria si aggrava di ora in ora, con nuovi ordini di evacuazione da parte dell'esercito israeliano e morti tra la popolazione sfollata.

Nuovi ordini di evacuazione a Gaza City e Jabalia

Questa mattina, le Forze di difesa israeliane hanno emesso un nuovo ordine di evacuazione rivolto ai civili presenti a Gaza City e Jabalia, nel nord della Striscia. Il portavoce delle Idf in lingua araba, colonnello Avichay Adraee, ha annunciato che "i combattimenti si stanno intensificando e si stanno estendendo verso ovest, fino al centro città", esortando la popolazione a spostarsi a sud, verso la zona costiera di al-Mawasi.

Nelle ultime sei settimane sono state registrate almeno 875 uccisioni nei pressi di punti di soccorso umanitario

Tuttavia, precedenti esperienze hanno dimostrato che anche gli spostamenti su indicazione israeliana non garantiscono la sicurezza dei civili. La stessa mattina, infatti, sei palestinesi sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano contro tende di sfollati nel quartiere di Remal, a ovest di Gaza City, secondo fonti dell’ospedale Al-Shifa.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, nelle ultime sei settimane sono state registrate almeno 875 uccisioni nei pressi di punti di soccorso umanitario gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation e da altri convogli, inclusi quelli supportati dalle Nazioni Unite. Le autorità internazionali continuano a denunciare la mancanza di garanzie di sicurezza per i civili, persino in aree teoricamente protette.

Negoziati a Doha ma proseguono le operazioni militari

A Doha nel frattempo, proseguono i colloqui indiretti tra Israele e Hamas con la mediazione del Qatar. Il portavoce del ministero degli Esteri qatariota, Majed Al-Ansari, ha dichiarato che i negoziati "sono ancora nella prima fase", dedicata al raggiungimento di un accordo quadro preliminare. Sebbene si escluda un’impasse, il percorso appare ancora lungo e incerto: "Non possiamo dire se domani si raggiungerà un accordo o se le trattative falliranno", ha detto Al-Ansari.

Nel frattempo, l'Idf ha intensificato le operazioni su vari fronti. In Siria, l'aviazione israeliana ha colpito un carro armato delle forze siriane nei pressi della città drusa di Suwayda, in quello che appare come un attacco dimostrativo. Il primo ministro Netanyahu ha affermato che il raid è stato ordinato per "difendere la popolazione drusa" dall’offensiva delle forze governative nella guerra civile in corso in Siria.

A Netanyahu non basta: annunciata nuova invasione massiccia di Gaza (ma il 70% degli israeliani è contrario)
Benjamin Netanyahu

In Libano, jet israeliani hanno colpito obiettivi della "Forza Radwan" di Hezbollah nella valle della Beqaa. Secondo quanto riportato dalle Idf, i siti colpiti erano utilizzati per addestrare e pianificare attacchi contro Israele.

L’Unione Europea, tramite la commissaria alla gestione delle emergenze Hadja Lahbib, ha espresso forte preoccupazione per l’inadempienza dell’accordo raggiunto con Israele sulla distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza.

"Smettete di uccidere la gente", ha dichiarato Lahbib, chiedendo che Tel Aviv dia piena attuazione all’intesa.

Un monitoraggio ogni due settimane verrà ora effettuato e riportato al Comitato di Politica e Sicurezza dell’Ue.