MEDIO ORIENTE

Israele: intesa sul cessate il fuoco almeno con la Siria (Gaza è ancora in alto mare)

La denuncia di Hamas in video: "Israele ha rifiutato restituzione in blocco di tutti gli ostaggi"

Israele: intesa sul cessate il fuoco almeno con la Siria (Gaza è ancora in alto mare)
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Notizie in chiaroscuro dal Medio Oriente, mentre il mondo continua a invocare la pace.

Nelle ultime ore infatti, specie dopo l'attacco di Israele alla chiesa della conclave cattolica a Gaza la situazione si sta facendo sempre più tesa.

Ecco perché le diplomazie sono al lavoro perché si possa arrivare a delle tregue, ad allentare i continui aggiornamenti di sangue, violenza e distruzione che stanno alimentando queste ultime giornate.

Il mondo spera, Israele annuncia "cessate fuoco" con Siria

Una delle notizie di queste ultime ore fa davvero sperare.

L'ambasciatore USA in Turchia, Tom Barrack, ha infatti annunciato che Israele e Siria hanno raggiunto un accordo di cessate-il-fuoco, mediato dagli Stati Uniti e sostenuto da Turchia, Giordania e altri Paesi vicini.

Tom Barrack

Il patto arriva dopo giorni di violenti scontri tra fazioni Druze e tribù Beduine nella regione di Sweida, in Siria meridionale.

Del resto, il bilancio umanitario si presenta drammatico: secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, i morti infatti sarebbero oltre 630 tra le regioni di Druze e Beduini.

Segnali positivi, ma restano le preoccupazioni

Certo, è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo, perché in effetti le preoccupazioni restano.

Il ritiro dell’esercito siriano dalla città di Sweida, lasciando al governo i drusi (che avranno ora il compito di garantire la sicurezza) ha di fatto segnato una svolta, ma gli scontri locali continuano sporadicamente nonostante l’accordo raggiunto riguardo il cessate il fuoco.

Sweida

Barrack ha esortato “Druze, Beduini e Sunniti a deporre le armi e costruire una nuova identità siriana unita”.

L’intervento diplomatico degli Stati Uniti, supportato da comunità delle altre Regioni, ha evitato un’escalation totale, almeno temporaneamente, anche se focolai di violenza restano ancora presenti in alcune zone.

Imminente rilascio 10 ostaggi da Hamas annunciato da Trump

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, parlando durante una cena alla Casa Bianca con un gruppo di senatori repubblicani, ha annunciato che 10 ostaggi israeliani detenuti a Gaza saranno rilasciati “molto presto” nell’ambito di un piano di un "cessate il fuoco" della durata di 60 giorni.

Ma non solo. Questa tregua (che si spera diventi un vero e proprio piano di pace) tra Israele e Hamas include anche la restituzione dei corpi di 18 ostaggi deceduti, in cambio di un numero non specificato di prigionieri palestinesi liberati da Israele.

Nell'illustrare queste novità Trump ha elogiato l’inviato speciale Steve Witkoff per il ruolo svolto nei negoziati con le trattative si stanno svolgendo, frazionate, a Doha con il sostegno dello stesso Qatar, Egitto e appunto Stati Uniti.

Tregua a Gaza, Witkoff smentisce l'accordo "privato" fra Usa e Hamas
Steve Witkoff

La denuncia di Hamas in video: "Israele ha rifiutato restituzione in blocco di tutti gli ostaggi"

Nonostante tutto rimane però il clima di tensione e di allerta.

Un portavoce delle Brigate Qassam di Hamas, Abu Obeida, in un video messaggio ha infatti accusato Israele di aver rifiutato una proposta messa sul tavolo appunto da Hamas che prevedeva il rilascio immediato di tutti gli ostaggi in cambio di un "cessate il fuoco" generale.

Secondo Hamas, Israele sarebbe su una posizione troppo rigida e dunque rischia di far saltare tutti gli accordi che si sarebbero raggiunti in queste ore. Posizioni rigide che ostacolerebbero i "rilasci" a piccoli "step" così come quelli più "generali", a più larga portata.

Nella fattispecie, nel video, il portavoce di Hamas ha dichiarato che il blocco sarebbe motivato dall’interesse israeliano a mantenere in essere la guerra, nonostante la disponibilità di Hamas a negoziare “tutti gli ostaggi in un’unica tranche".