Israele continua il blocco degli aiuti umanitari, Hamas rifiuta Piano americano Witkoff
Cessate il fuoco in stallo, seconda fase resta lontana
Continua la tensione a Gaza, dopo che Hamas ha rifiutato il piano americano Witkoff per il proseguimento del cessate il fuoco e Israele ha sospeso l'invio di aiuti umanitari.
Israele continua il blocco degli aiuti umanitari a Gaza
La decisione era stata presa nella notte tra sabato 1 e domenica 2 marzo 2025 e ha suscitato l'indignazione del mondo intero. Tel Aviv, però, sostiene che nei primi 42 giorni di cessate il fuoco siano stati inviati aiuti sufficienti per quattro mesi e che dunque la mossa di Netanyahu sarebbe soltanto "politica".
Cosa prevede il piano Witkoff
Il piano Witkoff prende il nome dal delegato Usa Steve Witkoff, per un cessate il fuoco temporaneo durante il periodo del Ramadan (che è iniziato l'1 marzo) e della Pasqua ebraica (20 aprile).
Nel primo giorno del piano, metà degli ostaggi vivi e dei caduti saranno liberati, e al termine - se si raggiunge un accordo su un cessate il fuoco permanente - saranno liberati gli altri rapiti vivi e i caduti.
Israele ha detto di sì, Hamas invece ha risposto negativamente, suscitando la reazione di Netanyahu.
Il "no" di Hamas
Hamas ha affermato di essere disposto a liberare tutti gli ostaggi rimanenti in una volta nella fase 2, ma solo in cambio del rilascio di altri prigionieri palestinesi, di un cessate il fuoco permanente e del ritiro completo delle forze israeliane.
Per questo motivo non ha accettato il piano, chiedendo subito l'ingresso nella seconda fase.
Le proteste a Gerusalemme
Più di duemila persone intanto sono scese in piazza a Gerusalemme, chiedendo un accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza.
I manifestanti tenevano cartelli con scritto “siamo tutti ostaggi” e “fine della guerra”, mentre un manifestante indossava una maschera che raffigurava il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vestito con un'uniforme da carcerato.