STRATEGIA CHIARA

Israele colpisce Doha, Trump si scusa. Meloni vicina al Qatar, Conte: “È terrorismo di Stato”

Prima Trump offre una tregua ed Israele dice di essere pronto ad accettarla, poi Hamas si sposta a Doha per trattare e viene bombardato

Israele colpisce Doha, Trump si scusa. Meloni vicina al Qatar, Conte: “È terrorismo di Stato”

Ieri, martedì 9 settembre 2025, un raid ha scosso la capitale del Qatar. Israele ha lanciato l’operazione “Giorno del giudizio”colpendo il distretto di Onaiza a Doha, dove secondo Tel Aviv si trovava la leadership di Hamas.

L’attacco, condotto con caccia e droni, ha provocato almeno sei vittime – tra cui esponenti di secondo piano del movimento islamista e una guardia qatariota – ma non ha centrato l’obiettivo dichiarato: eliminare i vertici politici di Hamas, compreso il capo negoziatore Khalil al-Hayya, che secondo Hamas è sopravvissuto.

Khalil al-Hayya

Il raid è arrivato a poche ore dall’annuncio israeliano di voler accettare la proposta di tregua avanzata dal presidente Donald Trump. Una tempistica che rende l’operazione ancora più controversa: mentre si discute di cessate il fuoco, la delegazione di Hamas viene colpita proprio nella città che ospitava i colloqui.

La reazione di Doha e la telefonata di Trump

Il Qatar ha denunciato la violazione della propria sovranità, con l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani che accusa Israele di mettere a rischio la stabilità regionale. Il premier qatariota ha parlato apertamente di “terrorismo di Stato”, riservandosi il diritto di rispondere.

Trump ha cercato di ricucire. Ha chiamato l’emiro per scusarsi e ha ammesso che Washington era stata informata, ma che l’avviso trasmesso tramite l’inviato speciale Steve Witkoff è arrivato troppo tardi:

È stata una decisione di Netanyahu – ha detto – non succederà più”.

In un messaggio su Truth Social, il presidente degli USA ha definito il Qatar “un forte alleato e amico” e ha promesso che episodi simili non si ripeteranno.

Meloni: “Vicinanza al Qatar”

Dall’Italia è arrivata subito la voce di Giorgia Meloni, che ha espresso “sincera vicinanza all’emiro Al Thani e al Qatar” e ha ribadito la contrarietà del governo italiano a ogni escalation. Una posizione di equilibrio, che evita lo scontro diretto con Israele ma segna un chiaro gesto di solidarietà verso Doha, cruciale mediatore nei negoziati.

Conte: “È terrorismo di Stato”

Ben più dura la posizione dell’opposizione. Giuseppe Conte ha accusato Netanyahu di sabotare ogni possibilità diplomatica:

“Falcidiare la delegazione che era a Doha per cercare una soluzione negoziata in un paese terzo significa che ormai siamo al terrorismo di Stato”.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle si è espresso poi anche con una dichiarazione congiunta dei parlamentari di Esteri, Difesa e Politiche Ue, parlando di “spregio totale per il diritto internazionale”, invocando addirittura sanzioni economiche contro Israele. Angelo Bonelli (Avs) ha rilanciato:

“Tel Aviv decide unilateralmente chi colpire, dove e quando, senza conseguenze. È inaccettabile”.

Più morbida la posizione di Antonio Tajani, numero uno di Forza Italia e ministro degli Esteri, che in una dichiarazione con i media a Villa Madama ha commentato:

“Qualsiasi azione di escalation allontana la possibilità di cessate il fuoco. L’Italia lavora intensamente perché si possa raggiungere un accordo, sosteniamo la proposta americana”.

Una strategia chiara

La dinamica appare chiara: prima Trump offre una tregua, Israele dice di essere pronto ad accettarla, Hamas si sposta a Doha per trattare e viene bombardato. La mossa di Netanyahu, rivendicata come “operazione chirurgica”, sembra puntare più all’eliminazione di Hamas che a facilitare il cessate il fuoco.

Netanyahu: "A Gaza ci sono ancora migliaia di terroristi"
Benjamin Netanyahu

Nel frattempo, a Gaza, l’Idf ha ordinato l’evacuazione totale di Gaza City: centinaia di migliaia di persone in fuga verso sud, mentre interi quartieri vengono distrutti. L’annuncio di tregua si intreccia così con la più grave escalation degli ultimi mesi.