Israele attacca campo profughi a Gaza: più di trenta morti. Dall'inizio della guerra 60.000 vittime
Anp: "Hamas deponga le armi e lasci la Striscia". L'Olanda vieta l'ingresso a due ministri di Israele

Durante la notte, un pesante bombardamento israeliano ha colpito un campo profughi a nord di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, causando la morte di almeno 30 persone.
Israele attacca campo profughi a Gaza: più di trenta morti
Lo riferiscono fonti mediche dell’ospedale Al Awda, dove sono stati trasportati i corpi delle vittime, molti dei quali risultano essere stati mutilati dai colpi sparati dalle forze israeliane (IDF). Dopo i raid, i carri armati israeliani sono entrati nel campo, costringendo numerosi civili alla fuga.
Nelle ultime 24 ore, il numero totale dei morti nella Striscia ha raggiunto almeno 92 vittime, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas. Dall’inizio dell’offensiva militare israeliana, il bilancio complessivo si avvicina ai 60.000 morti, mentre i feriti superano quota 145.000.
Mustafa: “Hamas deve cedere le armi all’ANP”
In un intervento alle Nazioni Unite durante una conferenza sulla soluzione dei due Stati, il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa ha invocato un cambiamento radicale nella gestione della Striscia:
“Israele deve ritirarsi completamente da Gaza e Hamas deve rinunciare al controllo, consegnando le armi all’Autorità nazionale palestinese”.
Mustafa ha sottolineato la necessità di ricostruire Gaza in collaborazione con il proprio popolo e di dare finalmente attuazione al progetto dei due Stati:
“Dobbiamo porre fine all’occupazione, raggiungere l’indipendenza palestinese e realizzare la coesistenza di Palestina e Israele, fianco a fianco, in pace e sicurezza”.
L’Olanda vieta l’ingresso ai ministri israeliani Ben Gvir e Smotrich
I Paesi Bassi hanno annunciato il divieto di ingresso nel loro territorio per due importanti ministri del governo israeliano: Bezalel Smotrich, titolare delle Finanze, e Itamar Ben Gvir, responsabile della Sicurezza Nazionale. La notizia è stata riportata dal quotidiano olandese Algemeen Dagblad e confermata da una lettera ufficiale del ministro degli Esteri Caspar Veldkamp al Parlamento.
“La decisione è stata presa perché entrambi hanno ripetutamente incitato alla violenza dei coloni contro i palestinesi e hanno invocato la pulizia etnica a Gaza”, si legge nel testo.
Veldkamp ha inoltre annunciato che convocherà l’ambasciatore israeliano nei Paesi Bassi per esprimere il dissenso del governo olandese verso la linea adottata dal governo Netanyahu, definendo l’attuale situazione “intollerabile e indifendibile”.
L’Olanda si muoverà anche a livello europeo, chiedendo a Bruxelles: la sospensione dei benefici commerciali dell’UE per Israele; lo stop alla partecipazione israeliana al programma di ricerca Horizon Europe e la valutazione di restrizioni sulle importazioni dai territori occupati.
Ben Gvir attacca l’Europa: “Boicottano gli ebrei, accolgono i terroristi”
La reazione di Itamar Ben Gvir non si è fatta attendere. Il leader dell’estrema destra israeliana ha risposto con parole durissime alla mossa dei Paesi Bassi:
“Anche se mi bandiranno da tutta l’Europa, continuerò ad agire per il bene del nostro Paese e a chiedere la sconfitta di Hamas”.
Il ministro ha poi accusato l’Europa di ipocrisia:
“Come sempre, per loro il colpevole è chi viene attaccato. In un continente dove il terrorismo viene tollerato e i terroristi sono accolti, un ministro ebreo non è gradito, mentre gli ebrei vengono boicottati”.
Trump: “Creeremo centri alimentari a Gaza. La fame è reale”
Nel corso di una conferenza stampa tenuta in Scozia accanto al premier britannico Keir Starmer, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti apriranno centri alimentari nella Striscia di Gaza. Pur senza fornire dettagli concreti sull’operazione, ha spiegato:
“Abbiamo appena ricevuto trilioni di dollari. Abbiamo un sacco di soldi e spenderemo un po’ per del cibo. Altre nazioni si stanno unendo a noi: so che il vostro Paese si unirà, e lo faranno anche tutti i Paesi europei”.
🚨BREAKING: After demanding Gaza thank him, Trump is now mumbling nonsense to cover his ass: “We’re gonna be getting some good strong food.”
What the hell does that even mean?
The man’s brain is apple sauce.
pic.twitter.com/lZr0sZVthG— CALL TO ACTIVISM (@CalltoActivism) July 28, 2025
Trump ha definito la crisi umanitaria a Gaza “terribile”, contraddicendo le dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva minimizzato la gravità della situazione.
Il presidente americano ha però addossato la responsabilità ad Hamas, colpevole, secondo lui, del caos nel territorio e dell’insuccesso dei negoziati per il cessate il fuoco.
Allarme fame: “Carestia in atto, bambini muoiono”
L’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), il sistema globale di valutazione della sicurezza alimentare sostenuto dalle Nazioni Unite, ha lanciato un drammatico avvertimento: Gaza sta vivendo lo scenario peggiore possibile di carestia. Secondo quanto riportato dal Guardian, migliaia di bambini risultano gravemente malnutriti, con un numero crescente di morti per fame tra i più piccoli.

Secondo l’IPC, i lanci aerei di aiuti non basteranno a scongiurare una catastrofe umanitaria. L’unica via efficace è garantire un accesso umanitario immediato e senza restrizioni.
B’Tselem e Physicians for Human Rights: “Israele sta compiendo un genocidio”
Due storiche organizzazioni israeliane per i diritti umani, B’Tselem e Physicians for Human Rights, hanno accusato apertamente lo Stato ebraico di stare perpetrando un genocidio nei confronti dei palestinesi nella Striscia.
Nei loro report si denuncia come, nel corso di quasi due anni di guerra, le forze israeliane abbiano colpito deliberatamente i civili di Gaza, “solo per la loro identità palestinese”.
Viene inoltre documentato: lo sterminio di decine di migliaia di donne, bambini e anziani; il massiccio sfollamento forzato e la distruzione sistematica di infrastrutture civili, tra cui ospedali e scuole, che ha privato la popolazione dei diritti fondamentali come assistenza medica, istruzione e accesso ai servizi di base.
Le due organizzazioni hanno infine lanciato un appello alla comunità internazionale, invitando i Paesi alleati di Israele ad agire per fermare la violenza e rispettare i propri doveri legali e morali.