ACCORDO DI PACE

Iniziato il cessate il fuoco: “Gaza città aperta”, i palestinesi tornano a casa

Lunedì in Egitto la firma dell'accordo, ci saranno Donald Trump e i leader europei (anche Meloni)

Iniziato il cessate il fuoco: “Gaza città aperta”, i palestinesi tornano a casa

Finalmente ci siamo. Dopo il sospiro di sollievo di giovedì e i festeggiamenti sia in Israele che a Gaza il mondo attende come una svolta storica la giornata di lunedì.

Dopo il cessate il fuoco annunciato appunto giovedì, la firma dell’intesa di pace tra Israele e Hamas è infatti attesa per lunedì pomeriggio a Sharm el-Sheikh, in Egitto.

Ma non solo. Fonti diplomatiche confermano che nella stessa località sul Mar Rosso si terrà anche un vertice promosso da Donald Trump, che nelle intenzioni del presidente Usa avrà l’obiettivo di rafforzare ulteriormente proprio il sostegno internazionale al piano statunitense per Gaza.

Il summit (ci sarà anche la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni), che riunirà alcuni leader europei e dei Paesi arabi, sarà dunque dedicato in particolare alla fase successiva del piano: governance, sicurezza e ricostruzione della Striscia.

La premier Giorgia Meloni

Il summit sul Mar Rosso per la pace a Gaza, lo sguardo del Mondo

Secondo quanto trapela, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha già inviato gli inviti ufficiali ai capi di Stato e di Governo.

Oltre all’Italia – rappresentata dalla premier Giorgia Meloni – sono attesi anche Francia, Germania, Regno Unito, Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Giordania.

La partecipazione italiana è stata confermata anche dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Tajani: "No truppe italiane a Kiev, potremmo aiutare con lo sminamento"
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani

Lo stesso Tajani ieri, venerdì 10 ottobre 2025, ha illustrato il ruolo del nostro Paese in questo percorso di pace e ricostruzione:

“L’Italia parteciperà alla ricostruzione e alla missione militare che garantirà l’unità della Palestina, dopo la prima fase con la presenza di truppe americane e arabe. L’Italia sarà protagonista nella governance del cambiamento. La tregua resta fragile, ma tocca a noi rafforzarla”.

E ancora:

“Si tratterà di missioni di pace, in sintonia con gli Stati Uniti, missioni per le quali ci sarà il sostegno della maggioranza di Governo”.

Trump stakanovista: lunedì mattina in Israele, nel pomeriggio in Egitto

Intanto, nonostante non gli sia stato assegnato il premio Nobel per la pace (ma era in effetti inverosimile data la ristrettezza dei tempi di una tregua sancita a meno di 24 ore dall’assegnazione del riconoscimento), il presidente Usa è atteso in Israele lunedì mattina, dove visiterà la Knesset e incontrerà i familiari degli ostaggi.

Donald Trump può vincere il premio nobel per la pace 2025
Il presidente Usa Donald Trump

Nel pomeriggio volerà in Egitto per partecipare alla cerimonia della firma, insieme ai Paesi garanti del piano: Egitto, Qatar e Turchia.

Il percorso verso la pace 1 – Gli aiuti umanitari e riapertura del valico di Rafah

Secondo quanto riferito dal quotidiano Haaretz, Hamas ha annunciato che gli aiuti umanitari e le forniture essenziali – tra cui carburante e gas – inizieranno a entrare nella Striscia di Gaza già a partire dalla giornata di oggi, sabato 11 ottobre 2025.

Ma non solo. I mediatori internazionali stanno lavorando con la compagnia elettrica locale per ripristinare le attività e garantire energia alla popolazione.

In particolare, anche il valico di Rafah, chiuso ormai da tempo, dovrebbe essere riaperto a metà della prossima settimana per consentire il passaggio dei civili in entrambe le direzioni.

Il percorso verso la pace 2 – Il ritorno dei civili: “Gaza città aperta”

Si tratta di un elemento fondamentale, quello del passaggio dei civili, permettendo a molti palestinesi di tornare finalmente nelle proprie abitazioni.

L’obiettivo, sottolineano i mediatori, è trasformare Gaza in una “città aperta”: uno spazio neutrale e accessibile, dove la popolazione possa riprendere la vita quotidiana e avviare la ricostruzione, sotto la supervisione della comunità internazionale.

È un passaggio simbolico ma cruciale, che segna la possibilità di un ritorno alla normalità dopo mesi di conflitto e isolamento.

Come sottolineato da Tajani, il processo di pace resta fragile, ma la prospettiva di una Gaza riaperta, viva e di nuovo abitata dai suoi cittadini segna un passaggio che molti osservatori definiscono storico: un primo passo verso la normalizzazione di una terra che da anni attende sicurezza, libertà e dignità.

Il percorso verso la pace 3 – In Israele il centro di monitoraggio del cessate il fuoco

Nel frattempo, sono arrivati in Israele i primi contingenti di militari statunitensi destinati al centro di coordinamento civile-militare che seguirà l’attuazione del cessate il fuoco a Gaza.

Fonti del Pentagono hanno riferito alla CNN che, entro domenica, tutti i 200 militari previsti saranno operativi. Nessuna truppa americana entrerà nella Striscia.

Il loro compito sarà supervisionare la distribuzione degli aiuti e supportare gli sforzi per una futura governance civile.

Tra le prime attività ci sarà l’individuazione della sede del centro di coordinamento, che sarà aperto alla collaborazione con partner internazionali, organizzazioni umanitarie e imprese private.

L’obiettivo sarà garantire un’azione comune e coordinata per evitare sovrapposizioni e massimizzare l’efficacia degli interventi umanitari.